“Il tappeto di Iqbal – una strategia oltre che un’idea”. È questo il titolo dello spettacolo teatrale svoltosi venerdì 27 gennaio nel palazzetto di Paderno di Ponzano. La serata è stata organizzata dall’équipe del settore giovani dell’Azione cattolica diocesana di Treviso ed era il secondo appuntamento della tradizionale “Due sere giovani”. Quest’anno l’evento ha avuto una particolare e bella novità, infatti erano presenti sia giovani che giovanissimi, per un totale di 500 persone. A colpo d’occhio era bello vedere il palazzetto, messo a disposizione dalla parrocchia di Paderno, pieno di giovanissimi ed educatori giunti lì per condividere prima la cena e poi per assistere alla serata.
Dopo la gioiosa introduzione dei due vice presidenti, Beatrice e Giacomo, sono calate le luci in sala e si è data voce allo spettacolo.
I protagonisti sono stati i giovani della cooperativa sociale onlus “Il tappeto di Iqbal” del quartiere Barra di Napoli. Hanno messo in scena una testimonianza ricca di emozioni: la loro sfida è da sempre quella di rispondere in modo concreto alle difficoltà che stanno intorno al loro quartiere, abitato dalla criminalità e dimenticato dalle istituzioni. La loro è “un’impresa in cui non credeva nessuno”, ma ce l’hanno fatta ed è sotto gli occhi di tutto il mondo. Le loro attività quotidiane si basano sulla pedagogia circense, il teatro, il parkour, lo sport e l’arte in generale e durante la serata hanno fatto vedere quanto valgono, sempre con la loro naturale allegria e autoironia. Hanno lasciato molti messaggi su cui riflettere, uno in particolare è spiccato sugli altri ed è una citazione di Martin Luther King: “Se non posso fare grandi cose, posso fare piccole cose in un modo fantastico”.
Piccole cose, piccoli gesti che riempiono il cuore a chi li fa, a chi li riceve e a chi li vive.
Questa serata ci aiuta a fare memoria che per noi giovani di Azione cattolica “il mondo non è una realtà «nonostante la quale» viviamo da cristiani, ma quella attraverso cui viviamo il nostro cammino verso Dio, che non è estraneo al mondo in cui ci ha donato di vivere. Il laico di Ac vive nel mondo, come Gesù che si è fatto uomo assumendo fino in fondo i tratti umani di un’esistenza storica”. (Alessio Ferronato – equipe ACG)