Aperto al San Camillo con il Vescovo il centenario della morte del beato padre Luigi Tezza

Aperto questa mattina a Treviso, all’ospedale san Camillo, il giubileo per il centenario della morte del beato padre Luigi Tezza, camilliano, nato a Conegliano, fondatore, insieme a santa Giuseppina Vannini, del ramo femminile dell’ordine: le Figlie di San Camillo.

A presiedere la messa, nella chiesa dell’ospedale, il vescovo Michele Tomasi. Hanno concelebrato, oltre ai religiosi camilliani, il vescovo eletto di Vicenza, già vicario generale della diocesi di Treviso, mons. Giuliano Brugnotto, mons. Giuseppe Rizzo, il parroco di Santa Maria del Rovere, don Adelino Bortoluzzi, di Selvana, don Sandro Dalle Fratte, e il cappellano dell’ospedale, don Eraldo Modolo. Molte le persone presenti, tra le quali il sindaco di Treviso, Mario Conte.

Nei giorni scorsi è giunta in ospedale una reliquia del beato: un’occasione di preghiera e venerazione per molte persone, malati, famigliari, personale dell’ospedale e molti cittadini. E la reliquia è stata portata in processione anche questa mattina, accanto all’altare.

Il Vescovo, partendo da uno scritto del beato padre Tezza ha sottolineato come al centro della sua esistenza ci sia “il dono della propria vita nella vicinanza agli ammalati, agli infermi”, in servizio fedele e generoso. “Come si può fare del dono di sé la norma della vita?” si è chiesto mons. Tomasi. “Forse noi davvero non ce la facciamo. Forse non riusciamo davvero nemmeno a desiderarlo fino in fondo, autenticamente.  Per questo abbiamo bisogno dei santi che ci accompagnino, e ci mostrino la strada. Ma anche loro non possono far altro che mostrarci l’amore. È l’amore di Gesù, che si manifesta eminentemente nella Croce – ma poi in ogni suo gesto, in ogni parola, in ogni passaggio di Vangelo – che ci apre lo sguardo sulla vita in una maniera che non avremmo mai potuto nemmeno intuire in precedenza”, ha ricordato il Vescovo, sottolineando la necessità di fiducia nella Parola di Gesù, “perché solamente quando sei nell’amore quello che fai esce dalla logica dell’obbligo ed entra in quella del dono, e porta alla gioia”.

“Per voi, carissime sorelle della Congregazione delle Figlie di San Camillo, guardare al vostro fondatore, celebrando i cento anni del suo transito al cielo, sia l’occasione di ritrovare ogni giorno le ragioni del vostro impegno, del dono che costituisce la vostra vita” l’augurio del Vescovo, che ha ricordato il grande impegno per la cura dei malati che le religiose vivono quotidianamente: “Voi dimostrate ogni giorno la vostra dedizione al servizio degli ammalati. Voi potete aiutare tutti i vostri collaboratori e collaboratrici a vivere la propria professione in un autentico spirito di servizio e nell’amore di Cristo: insieme lo avete mostrato in maniera eminente durante i periodi più impegnativi della pandemia, e continuate a realizzarlo, con una generosità “di ogni istante e nei dettagli più piccoli della vita”, anche in questo tempo, nel lavoro quotidiano. Voi potete, per l’intercessione del beato Luigi Tezza e di santa Giuseppina Vannini, vivere la vera gioia nella libertà della vostra dedizione, ed essere testimoni per coloro che si rivolgono a voi – e anche per tutta la nostra città – di un amore che si trasforma in servizio amorevole e competente. La vita del beato Luigi è stata in tutte le sue varie esperienze la realizzazione dell’inno alla Carità che abbiamo appena proclamato”.