Vogliamo che la nostra Chiesa cammini, “divenendo sempre più capace di pregare, riflettere, discernere, decidere, camminare, sapendo mettere sapientemente insieme Vangelo e storia, discepolato di Gesù e situazioni di vita. E questo vogliamo farlo insieme. L’esperienza del Cammino Sinodale ci ha invogliati a vivere quello stile di sinodalità che papa Francesco considera «dimensione costitutiva della Chiesa»”. E’ questa, assieme ad un rapporto più intenso e profondo con Gesù e il suo Vangelo, la questione decisiva del Cammino che la nostra diocesi sta compiendo. Va letta sotto questa luce, come suggerito dal Vescovo nel suo intervento, l’intensa e molto partecipata preghiera dello scorso 15 dicembre a San Nicolò, che ha chiuso la fase uno del Cammino Sinodale, quella delle assemblee e delle prime indicazioni, per aprire la fase due, quella della recezione e dell’applicazione nel tessuto della Chiesa diocesana.
“Nodi” da sciogliere
E se si vuole andare al cuore delle questioni decisive, bisogna anche mettere in conto qualche fatica supplementare e qualche “slittamento” rispetto a quanto inizialmente programmato, cioè la consegna di un documento con le indicazioni su come procedere.
Lo ha spiegato con sincerità, mons. Gianfranco Agostino Gardin, agli oltre mille fedeli accorsi a San Nicolò: “Rimanevano alcuni delicati «nodi» da sciogliere circa la concreta attuazione delle scelte espresse dal Cammino Sinodale, perciò si è sentita l’esigenza di un’ulteriore condivisione, al fine di rendere più chiaro il cammino da indicare alla Diocesi”. Mons. Gardin ha ricordato il lungo impegno di questi mesi, un “proficuo lavorare insieme (in particolare nella Commissione Sinodale) perché questo modo di procedere dovrà realizzarsi sempre più, in maniere diverse, nel futuro della diocesi e delle sue comunità; in particolare, nell’operare di quegli organismi ai quali sarà affidato proprio il compito di portare avanti quanto il Cammino Sinodale ha scelto e i cambiamenti, anzitutto di mentalità, che le sue linee prospettano. Non dimentichiamo – ha aggiunto – che il nostro impegno, e spero anche il nostro desiderio, di attuare il Cammino Sinodale, nato a seguito della Visita pastorale, ha trovato una sua decisiva spinta nella richiesta di papa Francesco di impegnarci in una conversione, in una riforma: insomma nella richiesta, tutt’altro che formale, di «cambiare»”.
Prima del Vescovo, all’inizio della celebrazione, il vicario per il Coordinamento della pastorale, mons. Mario Salviato, aveva spiegato: “Il Cammino Sinodale è giunto a un momento decisivo: il passaggio dal discernimento all’attuazione delle intuizioni che lo Spirito ha suscitato in noi. Non usiamo perciò la parola «fine», o «conclusione»; il nostro radunarci è sotto la luce della gratitudine, il nostro rispondere a questo appello manifesta la disponibilità al cammino che ci attende, il nostro pregare manifesta il desiderio vivo di quella conversione necessaria per essere testimoni credibili, anche nel nostro tempo, della Buona Notizia”.
Sostare sul Vangelo
Mons. Gardin ha così proseguito il suo intervento: “Dove troveremo allora la ragione e il coraggio” del cambiamento e della riforma? “Ce lo ha detto questa sera papa Francesco ricordandoci le parole della Prima lettera di Giovanni: «Quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunciamo» (1Gv 1,3). Se la riforma decisiva richiesta dal Papa è nella direzione della missione, «la migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo – egli ci ha detto – è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore» (EG 264). E’ lì che noi vediamo e udiamo ciò che poi siamo chiamati ad annunciare”.
Da qui il segno scelto per la celebrazione: il bacio al Vangelo, che i fedeli hanno potuto dare in vari punti della chiesa.
Il Documento in Quaresima
Riflettendo, poi, sull’importanza di “avviare dei processi” più che di giungere velocemente a scelte “esaustive” o “risolutive”, mons. Gardin ha annunciato una fase importante del Cammino sinodale, che avverrà dopo la consegna del Documento: “Nel corso della prossima Quaresima, passeremo nei Vicariati, il Vicario generale, il Vicario episcopale per il coordinamento della Pastorale e io stesso, a presentare il documento che contiene il frutto del Cammino Sinodale. Con questa presentazione «dislocata» vorremmo iniziare ad offrire una divulgazione di questa esperienza sinodale, per aiutare il futuro cammino della nostra Chiesa”. (B.D.)