1. Il contatto: la fase dell’accoglienza
Il cammino inizia manifestando il proprio desiderio o le proprie domande di fede ad un cristiano che si conosce, chiedendogli di aiutarci a stabilire un contatto con la comunità parrocchiale. Diventare cristiani significa far parte di una famiglia molto grande che è la Chiesa che può essere però accostata nella semplicità e nell’immediatezza della parrocchia.
Ci si rivolge dunque con fiducia al parroco del proprio paese, presentandosi e facendolo partecipe del desiderio di diventare cristiani.
Il parroco è il responsabile della comunità e ne accompagna il cammino di fede. Accoglie dunque con gioia il desiderio di chi vuole conoscere il Signore, verificando le motivazioni, suggerendo dei motivi di chiarificazione e orientamenti.
A volte i sacerdoti possono essere impegnati in numerose attività pastorali e risiedere in luoghi lontani dalla chiesa parrocchiale. Meglio dunque prendere appuntamento, accennando brevemente alla propria situazione e al motivo dell’incontro.
In caso di difficoltà ci si può rivolgere direttamente al Servizio Diocesano per il Catecumenato che provvederà a indicare i riferimenti utili.
La Chiesa chiama le persone che aprono strade di ricerca cristiana “simpatizzanti” ricordando che i primi cristiani godevano della simpatia della gente (At 2,44).
2. Il primi passi: la fase dell’annuncio
Al primo contatto seguono normalmente alcuni incontri di conoscenza. Il parroco o un’altra persona da lui incaricata presenta in maniera essenziale la Bella Notizia di Gesù perché il simpatizzante possa cogliere tutta la bellezza del cammino che sta per iniziare e che cosa voglia dire diventare discepoli di Gesù.
È l’occasione per comprendere la propria disponibilità alla “conversione”, a orientare cioè la propria vita secondo Gesù e il suo Vangelo.
Ascoltando l’annuncio cristiano e accogliendo l’invito alla conversione, il simpatizzante e il suo accompagnatore giungono ad una prima importante decisione: dare avvio al catecumenato.
Il desiderio viene espresso in una lettera rivolta al Vescovo, nella quale il simpatizzante si presenta, accenna alla propria storia di vita e di fede, chiede di ricevere il Battesimo.
3. L’ammissione al catecumenato: già cristiani!
Come nella Chiesa antica, chi vuole diventare discepolo del Signore Gesù è introdotto nel catecumenato, un tempo di ascolto del Signore che fa udire la sua voce nelle Scritture, nella Tradizione della Chiesa e nella vita dei credenti.
Il catecumenato è aperto da una semplice celebrazione che normalmente si svolge nella chiesa della propria parrocchia: il Rito di Ammissione al Catecumenato. Il catecumeno durante una celebrazione della comunità è accolto all’ingresso della chiesa, viene interrogato sulle sue intenzioni, ascolta con l’assemblea riunita la Parola di Dio. Il sacerdote segna su di lui la Croce del Signore e gli consegna il libro dei Vangeli mentre l’assemblea prega per lui.
Con il Rito di Ammissione si è già cristiani! Non ancora però “fedeli” e per questo il catecumeno, dopo il Rito di Ammissione viene fatto uscire di chiesa, prima della Liturgia eucaristica alla quale parteciperà solo dopo il Battesimo.
Iniziano gli incontri di catechesi che si tengono con regolarità ogni 8-10 giorni. Si approfondisce la Storia della salvezza, la Professione di fede cristiana, le modalità di come vivono i credenti nell’Amore di Dio e del prossimo secondo il comandamento di Gesù. Verso la fine del catecumenato vengono presentati i Sacramenti mediante i quali il catecumeno rinascerà a vita nuova.
Durante questo tempo i catecumeni ricevono il Simbolo, la professione di fede cristiana che dovranno conoscere e sulla quale dovranno riflettere.
I catecumeni sposati comprendono il nuovo significato che acquisterà il loro matrimonio nella prospettiva cristiana.
4. L’elezione: il Signore ci ha scelti
Il catecumenato dura in genere almeno un anno. Quando il catecumeno è ritenuto ormai idoneo a ricevere il Battesimo, può celebrare l’Elezione. Diviene così un “eletto”, uno cioè che ricorda di essere stato scelto da Qualcun altro, da Gesù, per avere vita nel suo nome: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16).
L’elezione viene celebrata dal Vescovo in Cattedrale a Treviso nella Prima domenica di Quaresima. Con l’elezione inizia il tempo della purificazione e dell’illuminazione, l’ultimo periodo prima del Battesimo in cui gli eletti dovranno rivolgere tutta la loro attenzione alla loro rinascita in Cristo ormai vicina.
Durante la quaresima si prega per loro e negli scrutini gli eletti ricevono il sostegno spirituale della comunità cristiana. Essi dovranno anche restituire il Simbolo, proclamandolo insieme alla comunità e ricevere la preghiera del Padre nostro che potranno proclamare però solo dopo il Battesimo.
5. L’iniziazione: rinati a vita nuova
Nella notte più santa dell’anno, durante la veglia pasquale la chiesa celebra la risurrezione del Signore unendo ad essa i nuovi cristiani. Non si tratta solo di “ricevere” il Battesimo ma di vivere una iniziazione: inizia qualcosa di radicalmente nuovo!
L’iniziazione avviene mediante tre sacramenti, tre segni pasquali in cui la Chiesa fa dono della vita nuova e della forza del Signore risorto.
Il Battesimo è il sacramento della nascita: esso libera dal peccato, introduce nell’esistenza del Signore Gesù e rende pienamente partecipi della Chiesa.
La Confermazione è il sacramento della crescita: comunica il dono dello Spirito Santo e sostiene il cristiano nella testimonianza di Cristo.
L’Eucaristia è il sacramento della pienezza: esso fa dono di tutta la forza del sacrificio pasquale di Gesù, della sua morte e risurrezione, perché esse diventino la dinamica stessa dell’esistenza cristiana.
I tre sacramenti sono un unico evento di grazia, celebrato dal vescovo insieme alla comunità cristiana. I nuovi battezzati sono rivestiti con una veste bianca, segno che la loro vita ormai “si è rivestita di Cristo”.
6. La mistagogia: Cristo vive in me
Dopo il Battesimo i nuovi cristiani chiamati anche “neofiti” (nuove piante della chiesa) vivono il tempo della mistagogia: entrano cioè nel mistero celebrato. Con i loro catechisti approfondiranno il senso dei sacramenti, li custodiranno con la preghiera e nuovamente li vivranno soprattutto nella celebrazione domenicale della messa.
I neofiti ritornano nella loro comunità parrocchiale della quale sono pienamente partecipi, vivendo con responsabilità la loro nuova appartenenza. La comunità è un dono e anche un impegno: non bisogna solo aspettare che la comunità si accorga del battezzato; il battezzato può portare il suo contributo alla comunità! All’interno di un gruppo, di un’associazione, cominciando a svolgere un servizio…
Il battezzato fa esperienza dell’ “uomo vecchio” che ogni tanto torna a farsi sentire: pensieri, atteggiamenti, comportamenti che allontanano dal vangelo del Signore. Per questo è importante accostarsi al Sacramento del Perdono, confessando i propri peccati. In quel momento la forza del Battesimo torna a farsi sentire e a rinnovare la vita!
7. A conclusione del cammino
Nella pentecoste dell’anno dopo il battesimo si conclude il cammino battesimale. i battezzati sono invitati in cattedrale per la deposizione della veste bianca. essi si tolgono la veste e la depongono ai piedi dell’altare. Mentre viene tolto il segno esteriore, rimane quello interiore. essere rivestiti di cristo significa che il suo amore conduce ormai la vita, le relazioni, le scelte: “non sono più io che vivo, ma cristo vive in me” (Gal 2,20).