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Una catecumena riceverà i sacramenti dell'Iniziazione Cristiana in cattedrale, la notte di Pasqua 2023

La gioia di Silvana

La celebrazione annuale della Pasqua, per tutta la Chiesa, è una preziosa occasione di rinnovamento! Rinnovamento della memoria grata per il dono dell’Amore di Dio che, in Cristo suo Figlio morto e risorto, si fa visibile, tangibile, incontrabile. Rinnovamento della Chiesa stessa che, nella dinamica liturgica, entra in quel processo di rinascita che l’amore vivificante del Signore sa operare. Rinnovamento della fede dei cristiani che, memori delle grazie del Battesimo, possono lasciarsi trasformare nel profondo dalla Carità di Cristo: liberati dal peccato possono camminare sulle strade del mondo e diffondere il profumo di Cristo che rende più umana ogni vita. Rinnovamento della storia e dell’umanità che, quando si rende disponibile all’incontro col Signore, rifiorisce e riceve vita in abbondanza. Tutto il triduo pasquale accompagnerà le nostre comunità a lasciarsi incontrare dall’Amore che rinnova e dona vita. La Veglia Pasquale, in particolare, offrirà l’occasione di rendere presente nel tempo l’eterno Amore di Dio.

In cattedrale a Treviso

Durante la Veglia che il Vescovo presiederà in cattedrale, a Treviso, nella notte tra l’8 e il 9 aprile, un’adulta della nostra Diocesi, Silvana, della parrocchia di S. Liberale in Castelfranco Veneto, celebrerà i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Sarà immersa nell’acqua battesimale, sarà confermata con il Sacro Crisma, si accosterà per la prima volta al banchetto eucaristico. Abbiamo chiesto a Silvana di condividere il suo cammino e la sua storia e alla sua catechista di offrirci il racconto dell’accompagnamento di Silvana, a nome della comunità.

 

La voce di Silvana

“Come sono arrivata ad abbracciare la fede”“Il significato di fede che ha accompagnato la mia infanzia – racconta Silvana – è strettamente legato a un’elevata “attitudine spirituale” che pone al centro l’Amore come il vero motore dell’Universo, la vera “Essenza di Dio”, al di là di ogni cultura religiosa particolare. Ho imparato che la fede è un processo che dura tutta la vita, un processo continuo di apprendimento e di crescita interiore e la mia esperienza personale mi insegna che il modo di credere è strettamente legato al contesto culturale dove nasci e vivi. Il Signore misericordioso mi ha sempre accompagnata, con pazienza ha raccolto tutti i pezzi della mia vita e mi ha aiutata a mettere insieme la mia storia. Lui ci dona “gli strumenti” per poterli usare nel suo nome, e viene ad abitare dove lo lasciamo entrare. Il profeta Isaia ci dice: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” come un inno alla vita, alla speranza, al futuro. Il Signore decide così di intervenire nella mia vita e lo fa attraverso l’incontro con una persona, un sacerdote, che ha illuminato la nostra famiglia. Ha accompagnato i miei tre figli al battesimo e io, insieme a loro, ho scoperto la gioia di vivere in Gesù Cristo. Ho realizzato che la gioia di vivere in Lui non è una gioia come le altre. È una gioia speciale, una gioia misteriosa che riguarda ciò che mi identifica nel profondo del mio essere. E’ la gioia di vivere nella Sua pienezza. “Avere la vita” (Gv 10,10), questo verso ci racconta esattamente come avviene il passaggio da una vita come condizione, alla vita come vocazione. Vivere da cristiani per me significa essere capace di trasmettere questa gioia e questo modo di vivere, questa luce che ricevo, nelle relazioni, nella quotidianità, in ogni luogo dove mi trovo”.

Maria Teresa, la catechista

Maria Teresa, la catechista“Ho accompagnato diverse persone adulte al Battesimo, nella notte di Pasqua. Ogni volta si è rivelata un’esperienza unica. Si è sempre

manifestato però lo stesso sentimento di gioia e stupore, che ogni volta ha invaso anche il mio cuore, fino alla commozione, rinnovando in me la fede nel cammino cristiano. L’incontro con Silvana si è rivelato ancora una volta speciale. Il suo desiderio di diventare cristiana mi ha toccato il cuore. I nostri incontri di preparazione sono stati dei veri dialoghi di fede, con uno sguardo sempre attento al Vangelo e alla sua attualità, riscontrabile nella nostra vita quotidiana. Lei aveva già compreso gli insegnamenti di Gesù e aveva già assaporato l’amore che da Lui scaturisce, per questo ha chiesto il Battesimo

 prima per i suoi figli e poi per sé. È giunta consapevole e matura nella sua scelta all’appuntamento con la Pasqua, chiedendo di diventare figlia di Dio e di entrare nella Chiesa. Nelle altre veglie pasquali a cui ho partecipato, gli adulti che hanno ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, erano certamente più numerosi. Il fatto che in questa veglia, a Treviso, ci sia “solo” Silvana ha fatto risuonare in me una frase del Vangelo di Luca “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta”. Il mantello bianco ricevuto nella notte di Pasqua e che Silvana terrà con sé fino a Pentecoste, sarà segno tangibile che è nata a vita nuova e si è rivestita della luce di Cristo! A noi non resta che accoglierla a braccia aperte nella nostra comunità. Il Signore proprio non si stanca di stupirci e di chiamare nuovi testimoni”.

(A cura del Servizio diocesano per il Catecumenato)

 


Il tempo della mistagogia

Una semplice spiegazione e alcuni suggerimenti

Il tempo della mistagogia prende avvio con la celebrazione dei sacramenti iniziatici e si conclude con la fine del tempo Pasquale. L’obbiettivo di questo tempo è di accompagnare i primi passi dei neofiti nell’avventura della loro vita, illuminata dalla Grazia di Cristo.

Nel File qui sotto, sono offerti, oltre ad una semlice spiegazione del “tempo della mistagogia”, alcuni suggerimenti per accompagnare i neofiti nei loro primi passi nella comunità cristiana. 

 

Infine, è offerto un semplice suggerimento per vivere il rito di desposizione della veste battesimale, da celebrare nella Solennità di Pentecoste.

Cliccando QUI è possibile accedere a del materiale ulteriore per comprendere e vivere il tempo della mistagogia.

FILE: MISTAGOGIA_spiegazione e suggerimenti


L’Amore che fa rinascere a vita nuova

Nella veglia pasquale dello scorso 16 aprile, 11 fratelli e sorelle hanno celebrato il battesimo, la confermazione e si sono accostati per la prima volta alla comunione eucaristica

Rinascere a vita nuova! È questa l’esperienza che l’incontro con l’amore del Signore permette di fare a chi si lascia avvolgere da Lui, che è misericordia. La vita riprende vigore, le ferite sono guarite e sanate, la libertà si apre alla carità.

Questa esperienza profondamente umana, e per ciò profondamente spirituale, è donata in maniera speciale durante la celebrazione dei sacramenti, nella Chiesa. Sono segni e parole che significano la Grazia di Dio, che la rendono presente nel qui ed ora della storia degli uomini. L’amore del Cristo, già consegnato una volta per tutte nella sua passione, morte, risurrezione, è celebrato, vissuto, reso presente e accolto ogni volta che la Chiesa invoca il Padre, nel Figlio, per mezzo dello Spirito Santo.

Cuore dell’incontro sacramentale con la Grazia è propriamente la Veglia Pasquale, durante la quale la Chiesa, comunità dei salvati, celebra il mistero dell’amore del Signore.

In cattedrale a Treviso, in questa Pasqua, undici fratelli e sorelle provenienti dalle comunità della nostra diocesi, vivranno questa esperienza di rinnovamento e saranno incorporati in Cristo, diventando cristiani.

Undici storie diverse, undici cammini differenti che scelgono liberamente di consentire allo Spirito di soffiare nelle loro vite, di dare vigore alle loro scelte, per rinascere a vita nuova.

Il loro cammino di riscoperta della bellezza della fede in Cristo Gesù è iniziato molto tempo addietro. Hanno condiviso con le loro comunità l’entusiasmo della scoperta, la fatica della fedeltà, l’inquietudine della ricerca. Sono stati accompagnati dalla preghiera di tanti fratelli e sorelle che li hanno continuamente affidati al Signore.

All’inizio della quaresima, sono stati eletti per celebrare i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Nel tempo della purificazione hanno celebrato gli scrutini e hanno precisato e purificato il loro cuore e i loro desideri. Durante la Veglia Pasquale, in comunione con tutta la Chiesa, celebrano il Battesimo, la Confermazione e si accostano per la prima volta alla Comunione Eucaristica.

Se da un lato la loro iniziazione è compiuta, perché entrano a pieno titolo nella comunità dei salvati, dall’altro lato la loro vita cristiana inizia. Rinnovati dalla grazia di Dio, sono chiamati e chiamate a rientrare nel quotidiano delle loro vite facendo fiorire attorno a loro il giardino di Pasqua.

Ogni battezzato e ogni comunità, nel momento in cui lascia operare lo Spirito del Risorto e collabora liberamente alla sua azione, rinasce a vita nuova e diventa capace di trasformare il mondo, sotto il segno della Carità di Cristo.

Che questa Pasqua sia per tutta la Chiesa diocesana l’occasione per rinascere come Chiesa del Risorto. Celebrando il cuore della carità di Dio, le nostre comunità possano rinascere a vita nuova per essere capaci di continuare nel mondo a far fiorire la vita e la carità.

L’itinerario catecumenale di questi unici neofiti sia per tutta la Diocesi ispirazione e stimolo a riprendere con vigore la sua missione e a ricentrare la sua azione sull’unica cosa necessaria: far fiorire il Vangelo tra le pieghe della storia.

Don Marco Piovesan
Responsabile per il servizio diocesano per il catecumenato


RITO di ELEZIONE – 6 MARZO 2022

12 catecumeni sono stati eletti per celebrare i sacramenti dell'Iniziazione Cristiana nella prossima Veglia Pasquale

Dodici: numero dallo squisito sapore biblico. Sono proprio dodici i catecumeni che, nella nostra diocesi, celebreranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella prossima veglia pasquale, la notte del 16 aprile prossimo. Dodici cammini diversi, dodici traiettorie personali che si ritrovano accumunate dal desiderio di diventare cristiani.

Cliccando sull’immagine accedi all’articolo pubblicato ne “La vita del popolo”.

 


Giovani e adulti in cammino verso il Battesimo

La Costituzione conciliare sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium (1963) ha stabilito il ripristino del catecumenato degli adulti come risposta ai problemi ecclesiali del nostro tempo, facendo tesoro delle esperienze dei primi secoli che presentano molte analogie con la situazione attuale. La pastorale dell’iniziazione cristiana è diretta a coloro che non sono stati battezzati e che sono mossi dallo Spirito Santo ad aprire il cuore alla fede, ma si interessa anche di coloro che, pur battezzati, non hanno ricevuto alcuna educazione né catechistica né sacramentale.
L’itinerario di iniziazione cristiana degli adulti è presentato nel Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (=RICA), che spiega senso, tempi e modalità di un cammino che varia secondo la multiforme grazia di Dio, la libera collaborazione dell’uomo, l’azione della Chiesa e le circostanze di tempo e di luogo.
In questo itinerario sono previsti vari «gradi» o passaggi per i quali il catecumeno passa, per così dire, di porta in porta o di gradino in gradino:
1) il primo grado si ha quando una persona, dando inizio alla conversione, vuole diventare cristiana ed è accolta dalla Chiesa come catecumeno;
2) il secondo grado si ha quando, cresciuta la fede e quasi terminato il catecumenato, viene ammessa a una più intensa preparazione ai sacramenti;
3) il terzo grado si ha quando, compiuta la preparazione spirituale, riceve i sacramenti che formano il cristiano.
Questi gradi sono segnati da tre riti liturgici:
1) il Rito dell’ammissione al catecumenato;
2) l’elezione;
3) la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima, eucaristia).
I tre gradi individuano i «tempi» della ricerca e della maturazione:
1) precatecumenato
il primo tempo, che impegna il candidato nella ricerca, è dedicato dalla Chiesa all’evangelizzazione e si conclude con l’ingresso nell’ordine dei catecumeni;
2) catecumenato
il secondo tempo, che può protrarsi per diversi anni, è dedicato alla catechesi e ai riti con essa connessi e si conclude il giorno dell’elezione;
3) preparazione quaresimale
il terzo tempo, assai più breve, che di norma coincide con la preparazione quaresimale alle solennità pasquali e ai sacramenti, è dedicato alla purificazione e all’illuminazione interiore;
4) mistagogia
l’ultimo tempo è destinato alla «mistagogìa», cioè all’esperienza cristiana e ai suoi primi frutti spirituali e anche a stabilire sempre più stretti legami con la comunità dei fedeli.