La celebrazione annuale della Pasqua, per tutta la Chiesa, è una preziosa occasione di rinnovamento! Rinnovamento della memoria grata per il dono dell’Amore di Dio che, in Cristo suo Figlio morto e risorto, si fa visibile, tangibile, incontrabile. Rinnovamento della Chiesa stessa che, nella dinamica liturgica, entra in quel processo di rinascita che l’amore vivificante del Signore sa operare. Rinnovamento della fede dei cristiani che, memori delle grazie del Battesimo, possono lasciarsi trasformare nel profondo dalla Carità di Cristo: liberati dal peccato possono camminare sulle strade del mondo e diffondere il profumo di Cristo che rende più umana ogni vita. Rinnovamento della storia e dell’umanità che, quando si rende disponibile all’incontro col Signore, rifiorisce e riceve vita in abbondanza. Tutto il triduo pasquale accompagnerà le nostre comunità a lasciarsi incontrare dall’Amore che rinnova e dona vita. La Veglia Pasquale, in particolare, offrirà l’occasione di rendere presente nel tempo l’eterno Amore di Dio.
In cattedrale a Treviso
Durante la Veglia che il Vescovo presiederà in cattedrale, a Treviso, nella notte tra l’8 e il 9 aprile, un’adulta della nostra Diocesi, Silvana, della parrocchia di S. Liberale in Castelfranco Veneto, celebrerà i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Sarà immersa nell’acqua battesimale, sarà confermata con il Sacro Crisma, si accosterà per la prima volta al banchetto eucaristico. Abbiamo chiesto a Silvana di condividere il suo cammino e la sua storia e alla sua catechista di offrirci il racconto dell’accompagnamento di Silvana, a nome della comunità.
La voce di Silvana
“Come sono arrivata ad abbracciare la fede”“Il significato di fede che ha accompagnato la mia infanzia – racconta Silvana – è strettamente legato a un’elevata “attitudine spirituale” che pone al centro l’Amore come il vero motore dell’Universo, la vera “Essenza di Dio”, al di là di ogni cultura religiosa particolare. Ho imparato che la fede è un processo che dura tutta la vita, un processo continuo di apprendimento e di crescita interiore e la mia esperienza personale mi insegna che il modo di credere è strettamente legato al contesto culturale dove nasci e vivi. Il Signore misericordioso mi ha sempre accompagnata, con pazienza ha raccolto tutti i pezzi della mia vita e mi ha aiutata a mettere insieme la mia storia. Lui ci dona “gli strumenti” per poterli usare nel suo nome, e viene ad abitare dove lo lasciamo entrare. Il profeta Isaia ci dice: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” come un inno alla vita, alla speranza, al futuro. Il Signore decide così di intervenire nella mia vita e lo fa attraverso l’incontro con una persona, un sacerdote, che ha illuminato la nostra famiglia. Ha accompagnato i miei tre figli al battesimo e io, insieme a loro, ho scoperto la gioia di vivere in Gesù Cristo. Ho realizzato che la gioia di vivere in Lui non è una gioia come le altre. È una gioia speciale, una gioia misteriosa che riguarda ciò che mi identifica nel profondo del mio essere. E’ la gioia di vivere nella Sua pienezza. “Avere la vita” (Gv 10,10), questo verso ci racconta esattamente come avviene il passaggio da una vita come condizione, alla vita come vocazione. Vivere da cristiani per me significa essere capace di trasmettere questa gioia e questo modo di vivere, questa luce che ricevo, nelle relazioni, nella quotidianità, in ogni luogo dove mi trovo”.
Maria Teresa, la catechista
Maria Teresa, la catechista“Ho accompagnato diverse persone adulte al Battesimo, nella notte di Pasqua. Ogni volta si è rivelata un’esperienza unica. Si è sempre
manifestato però lo stesso sentimento di gioia e stupore, che ogni volta ha invaso anche il mio cuore, fino alla commozione, rinnovando in me la fede nel cammino cristiano. L’incontro con Silvana si è rivelato ancora una volta speciale. Il suo desiderio di diventare cristiana mi ha toccato il cuore. I nostri incontri di preparazione sono stati dei veri dialoghi di fede, con uno sguardo sempre attento al Vangelo e alla sua attualità, riscontrabile nella nostra vita quotidiana. Lei aveva già compreso gli insegnamenti di Gesù e aveva già assaporato l’amore che da Lui scaturisce, per questo ha chiesto il Battesimo
prima per i suoi figli e poi per sé. È giunta consapevole e matura nella sua scelta all’appuntamento con la Pasqua, chiedendo di diventare figlia di Dio e di entrare nella Chiesa. Nelle altre veglie pasquali a cui ho partecipato, gli adulti che hanno ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, erano certamente più numerosi. Il fatto che in questa veglia, a Treviso, ci sia “solo” Silvana ha fatto risuonare in me una frase del Vangelo di Luca “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta”. Il mantello bianco ricevuto nella notte di Pasqua e che Silvana terrà con sé fino a Pentecoste, sarà segno tangibile che è nata a vita nuova e si è rivestita della luce di Cristo! A noi non resta che accoglierla a braccia aperte nella nostra comunità. Il Signore proprio non si stanca di stupirci e di chiamare nuovi testimoni”.
(A cura del Servizio diocesano per il Catecumenato)