Celebrazione penitenziale settimana santa

Grande, Signore, è la tua misericordia

Momento di preghiera penitenziale personale e familiare

È ormai vicina la Pasqua, che quest’anno vivremo senza poterci riunire in comunità e che celebreremo, dunque, personalmente o in famiglia. Desideriamo entrare in relazione, ancora una volta, con l’avvenimento centrale e fondante per la nostra fede: la re-surrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio, accogliendo in noi l’amore con il quale gratuitamente ci ha amato.
Purtroppo non sarà possibile accostarsi alla confessione sacramentale. Per questo offriamo alcuni spunti utili a una preghiera penitenziale. La Pasqua di quest’anno sarà feconda in noi e potrà trasformare la nostra vita quanto più confesseremo a Dio Padre il nostro bisogno e il nostro desiderio di essere salvati e riportati a essere uomini con il cuore di figli, capaci di amarci ancora come Gesù ci ha amato.

Entriamo in preghiera

Ci si può preparare con un breve silenzio. Poi la preghiera si alterna tra la Guida (G.) e Tutti (T.).

G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.

G. Dal profondo a te grido, o Signore;
T. Signore, ascolta la mia voce.

G. Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
T. Ma con te è il perdono:
redimerai il tuo popolo da tutte le sue colpe.

G. Io spero nel Signore, spera l’anima mia,
T. attendo la sua parola.

G. L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora,
T. perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.

G. Preghiamo. Padre santo e misericordioso, che richiami sempre i tuoi figli con la forza e la dolcezza dell’amore, spezza le durezze del nostro orgoglio e crea in noi un cuore nuovo, capace di ascoltare la tua parola e di accogliere il dono della vita nel tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen.

In ascolto

G. Invochiamo lo Spirito Santo, perché apra i nostri cuori all’annuncio della Misericordia:
T. Vieni, Spirito Santo,
Spirito della luce, vieni
e libera il cuore di ogni uomo
dalle tenebre del peccato.
Vieni, Spirito d’amore,
e ricolma il cuore di ogni uomo
che senza amore e verità non può vivere.
Vieni e donaci la piena comunione con te,
con il Padre e con il Figlio,
nella vita e nella gioia eterna,
per cui siamo stati creati
e a cui siamo destinati.
Amen.
(Giovanni Paolo II)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (13,1-14)

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.
Durante la cena, Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri».

Tempo personale

Ciascuno sceglie un posto nella casa, magari con un crocifisso e una candela accesa.

Per la riflessione personale

Pietro pensa di aver già capito Gesù, si è fatto un’idea chiara di lui, nonostante Gesù lo avesse altre volte rimproverato, come quando cercò di distoglierlo dalla via della croce: “Dio te ne scampi”, aveva detto. Pietro pensa anche di conoscere bene se stesso, è sicuro di sé, della sua forza e della sua volontà; di lì a poco dirà infatti: “questo non ti accadrà mai” e prenderà la spada per opporsi all’arresto di Gesù.
Capiamo allora il disagio di Pietro quando Gesù pretende di stare in relazione con lui come servo. È il disagio di chi vede infrangersi l’idea di Messia che si è fatto e vede infrangersi la propria immagine di perfezione, dato che il gesto che Gesù chiede di fare rivela a Pietro il suo bisogno di essere lavato.
È lo stesso disagio che proviamo ogni volta che ci accostiamo alla riconciliazione; ma, se lo accettiamo, ci permette di vincere il nostro orgoglio, di lasciare che Gesù metta le mani anche sul nostro piede sporco e cioè di lasciarci amare proprio lì dove le nostre forze hanno fallito, proprio lì dove le illusioni della nostra volontà sono crollate, lasciandoci feriti e umiliati.
Non basta esserci fatti un’idea di Dio, avere delle convinzioni, magari con la presunzione di averlo capito. Salvezza non è un’idea, ma un’esperienza: quella di essere stati amati come non immaginavamo, in un modo che ancora e ogni volta ci sorprende e ci spiazza. L’amore of-ferto da Gesù in croce, creduto e accolto nelle ferite della nostra carne e nelle nostre miserie, quell’amore ci salva: ci permette infatti di aver parte con Gesù alla sua vita risorta di Figlio e di fratello. Il segno che ‘siamo parte’ di Lui è il nuovo desiderio e la capacità di lavare i piedi gli uni agli altri, avvertendo nel cuore sentimenti nuovi verso gli altri, che prima ci apparivano concorrenti e ora un po’ più fratelli.

Spunti per la revisione di vita

  • Che cosa mi impedisce maggiormente di riconoscermi bisognoso di perdono? In quali aspetti e davanti a quali fatti emerge più forte il mio orgoglio?
  • Chi e che cosa mi è più difficile perdonare?
  • Penso ai più grandi doni che Dio mi ha concesso e che rendono degna e solida la mia vita (il battesimo, la fede, persone e situazioni, scelte di vita come il matrimonio o la consacrazione… il dono del tempo e della salute…). Li ho coltivati e custoditi? Quando e in che mo-do li ho invece trascurati o sviliti?
  • Quali inviti o appelli in questo tempo ho sentito rivolti a me, alla mia responsabilità, alla mia generosità? Come ho risposto?

Nel tempo personale, ciascuno, davanti a Dio Padre e in dialogo con Lui, riconosce i propri peccati e manifesta il proposito di confessarsi appena sarà possibile.
Può poi concludere con una richiesta personale di perdono, ad esempio con l’Atto di dolore, oppure così:

Signore Gesù, che volesti esser chiamato
amico dei peccatori,
per il mistero della tua morte e risurrezione
liberami dai miei peccati
e donami la tua pace, perché io porti frutti
di carità, di giustizia e di verità.
Ti esprimo il proposito di accostarmi
al Sacramento della Penitenza,
quando sarà possibile.
Signore, “grande è la tua misericordia”.
Io confido in te. Amen.

Rendimento di grazie

Si può concludere il tempo personale con questa preghiera, oppure, se vissuto con altri, si può stabilire un momento nel quale ritrovarsi insieme per rendere grazie e scambiarsi un segno di pace.
Si può pregare con il Salmo 39.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto da un pozzo
di acque tumultuose, dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha liberato dalla morte
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
lode al nostro Dio!

Ci si può scambiare un segno di pace.

G. Preghiamo. Ricorda, o Padre, che nel sangue del tuo Figlio, nostra pace e riconciliazione, hai distrutto il peccato del mondo; accogli la nostra lode per il tuo perdono e fa’ che si estenda in ogni parte della terra la libertà che Cristo ci ha donato. Egli vive e regna nei se-coli dei secoli.
T. Amen.

G. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
T. Amen.