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Immagini in retrospettiva delle celebrazioni e incontri in occasione della Giornata Mondiale dei Missionari martiri

Intensi i momenti celebrativi vissuti in occasione della Giornata Mondiale – il 24 MARZO, a Treviso,  presso la Chiesa di Santo Stefano, con la Santa messa in ricordo dei Martiri celebrata alle ore 18 e la Preghiera di Taizé, vissuta con i giovani alle ore 21 – il 25 marzo, in parrocchia a Paese, con la RIFLESSIONE sulla “Radicalità della testimonianza evangelica” proposta dalla teologa … Continua a leggere Immagini in retrospettiva delle celebrazioni e incontri in occasione della Giornata Mondiale dei Missionari martiri »

Le iniziative in diocesi per la Giornata mondiale: venerdì 24 marzo, a Treviso, presso la Chiesa di Santo Stefano, ore 18.30 Santa messa e ore 21 la Preghiera di Taizè. Sabato 25 marzo, in oratorio a Paese, ore 20.45, serata di riflessione con la Teologa Anna Crisanti

VEDI NEL LINK CHE SEGUE gli strumenti di animazione proposti da Missio Italia

https://www.missioitalia.it/giornata-dei-missionari-martiri-2023/

 

Sono ancora tante le sorelle e fratelli uccisi in missione; ne faremo memoria durante le celebrazioni del prossimo 24 e 25 marzo, anniversario dell’uccisione in San Salvador del vescovo san Óscar Romero. Il loro sacrificio ci sia di stimolo ed esempio di totale dedizione all’annuncio della Buona notizia.
Quest’anno ricordiamo con particolare attenzione suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa in Mozambico nel corso di un’azione terroristica.
Non dimentichiamo poi i nostri trevigiani: padre Ettore Cunial, di Possagno, ucciso in Albania; padre
Giuseppe Moretto, di Ciano del Montello, in Angola; padre Valeriano Fraccaro, di Castelfranco Veneto, a Hong Kong; padre Sergio Sorgon, di San Donà di Piave, in Madagascar; padre Bruno Zanella, di Povegliano, in Cina; suor Gina Simionato, di Santa Cristina, uccisa in Burundi.
E con loro vogliamo ricordare tanti altri, anche laici e giovani, che nella missione hanno perso la vita testimoniando Gesù e l’amore per il prossimo. Il tema che ci accompagnerà nella celebrazione e memoria dei martiri missionari è lo stesso che ha animato lo scorso mese di ottobre: “Di me sarete testimoni” (At 1,8).  Ne emerge con forza l’invito di Gesù a farsi prossimi ai quanti anelano “vita in abbondanza” che solo Lui può donare, ma anche a riconoscere nella nostra stessa vita la presenza dello Spirito di Gesù che ci trasforma, ci rinnova: la missione è sua iniziativa, e mentre ci invia per testimoniarlo, al contempo ci evangelizza.
Ci troveremo in tre appuntamenti distinti
per celebrare questo evento che invitiamo a far conoscere e a partecipare:
IL PRIMO APPUNTAMENTO:  il 24 marzo alle 18.30,  nella chiesa di Santo Stefano a Treviso sarà la Celebrazione eucaristica “dei missionari martiri” .  I religiosi e confratelli fidei donum possono concelebrare. Sappiamo che a molti sarà difficile partecipare; per questo ricordiamo che possiamo celebrare anche nelle nostre parrocchie o comunità, e allo stesso modo essere e sentirci in comunione (Messale Romano: Comune dei Martiri – III Per i missionari martiri).
IL SECONDO APPUNTAMENTO:  sempre nella chiesa di Santo Stefano a Treviso, il 24 marzo alle ore 21 è rivolto soprattutto ai giovani, chiamati a unirsi al “Gruppo Taizè Treviso-Venezia” per un tempo di preghiera e di meditazione condiviso, 
IL TERZO APPUNTAMENTO sabato 25 marzo alle ore 20.45, a Paese, in sala polivalente dell’oratorio parrocchiale,   aperto a tutti, giovani e adulti, gruppi o singole persone, che desiderano approfondire una proposta di riflessione sulla “radicalità della testimonianza nella vita del discepolo di Gesù”;
Ci guiderà
nella riflessione la biblista ANNA CRISANTI sul tema: “Il Martire (Gesù) nella sua radicalità di consegna al Padre” e “il risvolto di questa radicalità nella vita del discepolo di Gesù”.
La serata sarà anche animata con intermezzi artistico-musicali dell’Ensemble “Jardin de Musique”.

Le proposte sono diversificate in modo da offrire a più persone l’opportunità di scegliere e valorizzare un tempo ritenuto più
opportuno per soffermarsi a pregare o a riflettere sul tema proposto. Inoltre, nel sito del Centro Missionario possiamo trovare
materiale utile per l’animazione in parrocchia e durante la Quaresima. (don Gianfranco Pegoraro – direttore del Cmd)


A Badoere, Don Maurizio Boa, missionario in Sierra Leone, ha festeggiato il cinquantesimo di ordinazione

E’ stata l’occasione per condividere la sua lunga esperienza missionaria, in particolare a favore dei bambini soldato mutilati.

(dal settimanale diocesano La Vita del Popolo)

Don Mario Basso, parroco di Badoere, ha invitato don Maurizio Boa, missionario dei Giuseppini del Murialdo, a festeggiare i suoi 50 anni di sacerdozio nel suo paese natale, con parenti e compaesani.
Domenica 5 marzo scorso, alla messa, concelebrata dal parroco e dal parroco emerito, don Ivone Alessio, la chiesa di Sant’Antonio era gremita di tante persone, amici e parenti: sei
fratelli, tra i quali una suora francescana, e un nutrito gruppo di
cugini e nipoti, giunti un po’ da tutta la diocesi trevigiana per festeggiare questa lieta ricorrenza.
C’erano i suoi ex alunni del Turazza di Treviso, dove aveva iniziato il suo ministero, amici da Padova che aveva aiutato ad
uscire dalla schiavitù della droga col gruppo di accoglienza
creato da lui nella parrocchia di S. Pio X, alla Stanga, ma soprattutto si distinguevano gli amici ed i volontari dell’Africa.
L’esperienza più significativa del suo lungo ministero, infatti,
don Maurizio l’ha fatta nella missione dei Giuseppini in Sierra
Leone. E’ giunto in quel lontano Paese ai tempi di Ebola, terribile epidemia mortale, che ha colpito più volte la Sierra Leone e i Paesi dell’Africa centro-occidentale.
Più che a insegnare ha voluto dedicarsi a una coraggiosa e rischiosa missione. Con un’ambulanza di recupero, inviatagli dagli amici di Vicenza, trasportava nel “lebbrosario”, così era nominato un luogo isolato in mezzo alla foresta con qualche baracca in legno costruita alla meno peggio, gli ammalati, per allontanarli dalle famiglie ed evitare così ulteriori contagi.
Successivamente, durante la guerra dei diamanti insanguinati, altro flagello che ha colpito il Paese africano, don Maurizio si è esposto ancora di persona. Dei mercenari, armati da gente interessata, lottavano contro il Governo per impossessarsi del mercato di quella preziosa risorsa. I guerriglieri per convincere i giovani, talvolta ancora bambini di pochi anni, a combattere con loro, tagliavano con un colpo di machete una mano od un piede o anche tutti e due, a chi si rifiutava di combattere con loro. Da quel momento, e lo fa ancora, don Maurizio si è dedicato a contrastare questa barbarie e ad aiutare questi bambini, che nessuno voleva più, accogliendoli in alloggi, costruiti appositamente per loro, e preparandoli a un reinserimento sociale.
Iniziativa, questa, elogiata anche dalla trasmissione ella Rai Report, che lo ha intervistato la settimana scorsa.
“Il mio grazie sentito a tutti i presenti – ha detto don Boa -: ex alunni del Turazza, amici di San Nicolò, volontari della Sierra Leone,
il gruppo missionario di Spresiano, amici e benefattori di Padova, di Venezia, di Monastier, di tanti altri paesi del Veneto, sacerdoti
concelebranti, parenti e familiari… Una grande assemblea in comunione per dire grazie al Signore insieme a me. Sono grato a Lui per i 50 di vita pastorale vissuti dal primo all’ultimo giorno in pienezza”.
Ha rievocato la sua ordinazione, avvenuta a Viterbo il 17 marzo 1973, e le tappe del suo cammino sacerdotale prima della sua
partenza per l’Africa: Montecchio Maggiore, Padova, Treviso, Viterbo, dove è stato parroco, proprio quando pensava di essere
pronto per la missione. “Ho dovuto obbedire ai miei superiori: parroco a Viterbo. Anche lì, una bella esperienza: sempre in mezzo ai giovani, alle famiglie, alla gente”. E poi, l’Africa, e la prima messa a Waterloo, tra giovani amputati. “Sono rimasto in mezzo a loro per ridare loro dignità. L’hanno riconquistata, con l’aiuto di tutti voi, che ora siete qui a ringraziare con me il Signore”, ha concluso. (B.B.)