Un richiamo alla nostra conversione, ad un cammino, da vivere in comunità, in cui lasciarci condurre e rinnovare, rigenerare, dallo Spirito di Gesù.
I Vescovi italiani in occasione della Giornata Nazionale di Ringraziamento per i frutti della Terra, ricordavano come Papa Francesco, rileggendo la parabola del Buon Samaritano, ci aiutasse a riscoprire il senso dell’essere fratelli, di costruire legami di fraternità tra persone e popoli. L’interrogativo che per secoli ci accompagna e ci raggiunge è quello rivolto a Caino (Gn 4,9): “dov’è Abele, tuo fratello?”, un interrogativo che dice come la Parola di Dio invita alla fraternità e chiede, ai credenti in primo luogo, di “creare una cultura diversa, che orienti a superare inimicizie e a prenderci cura gli uni degli altri” (FT 57).
Anche la colletta di Avvento-Natale può essere vissuta con questo spirito, quello di chi condivide, non solo i frutti della terra e del nostro lavoro, ma anche l’aspirazione alla pace tra persone, popoli e nazioni, lo spirito di chi sparge semi di una cultura diversa, capace oggi di creare ponti che uniscono e abbattere muri che separano, escludono, umiliano e impoveriscono la dignità umana.
Un posto a tavola dunque non può esaurirsi alla sola “colletta” (a sostegno delle iniziative caritative delle missioni diocesane). In questo tempo natalizio è un richiamo alla nostra conversione, ad un cammino, da vivere in comunità, in cui lasciarci condurre e rinnovare, rigenerare, dallo Spirito di Gesù, quello che lo portava, Lui, Maestro e Signore, a sedere a tavola con tutti, uomini e donne, sani e malati, “giusti” e peccatori…, perché inviato come nostro Fratello, sorgente di comunione, di fraternità e pace.
(d. Gianfranco)