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RICORDIAMO Don Carlo Baggio, deceduto in Brasile, discendente di una famiglia di Ospedaletto di Istrana

Si è spento all’età di 87 anni, la notte di Natale. La notizia si diffusa nella comunità d’origine solo in questi giorni. Don Carlo nacque a Lapa di Paraná il 25 aprile 1935 da Marco Baggio e da Emilia Gemin Baggio. Era discendente di quel Bernardo Gemin che partì sul finire del 1888 con tutta la sua famiglia e con un gruppo di paesani (71 … Continua a leggere RICORDIAMO Don Carlo Baggio, deceduto in Brasile, discendente di una famiglia di Ospedaletto di Istrana »

Sabato 22 ottobre, ore 20.30, a Giavera del Montello: spettacolo teatrale IL MONSONE. Necessaria la prenotazione

Tante piccole gocce da sole non sono niente, tante piccole gocce tutte insieme fanno il monsone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casa Giavera e il Gruppo Migrando, con tanti altri compagni di viaggio, vi invitano allo spettacolo “Il Monsone : una storia di caporalato”, spettacolo di Beppe Casales per riflettere sullo sfruttamento lavorativo in occasione della giornata europea contro la tratta degli esseri umani e il grave sfruttamento.

Quando? Sabato 22 ottobre ore 20.30
Dove? Teatro Villa Wassermann a Giavera del Montello
Come? I numeri di posti sono limitati, per prenotarsi inviare una mail a fsilvestrin@laesse.org
Quanto? Ingresso a offerta libera


Dal Gruppo missionario di Loreggia: agosto, mese straordinario con sette missionari presenti in parrocchia

La nostra comunità ha avuto l’opportunità di avere nel mese di agosto la presenza di ben 7 missionari, 2 “stranieri” e 5 della nostra parrocchia. I 2 “stranieri” sono: don Claudio dell’Angola, studente a Roma e presente nella nostra parrocchia per un aiuto nelle celebrazioni; P. Jean Marie del Burundi si è fermato da noi solo tre giorni, il tempo per salutare alcuni amici vicini alla sua missione ( si prende cura dei bambini e ragazzi di strada).
La comunità parrocchiale ha vissuto due momenti importanti:
1- il 15 agosto, festa dell’Assunta, ben tre missionari, P. Adriano Pelosin (PIME – Thailandia), P. Luigi Piran e P. Riccardo Bezzegato (scalabriniani – USA) hanno celebrato, assieme a don Ruggero Gallo, diocesano, 50 anni di Ordinazione sacerdotale con gli anniversari matrimoniali di una ventina di coppie.
2- nel frattempo sono arrivati anche Sr. Rosalia Scoizzato dall’Angola e don Giuliano Vallotto dall’Ecuador e così lunedì 29 agosto si è potuto organizzare un incontro con ben 5 missionari, al quale ha partecipato un bel gruppo di persone. E’ stata anche una gioia per i missionari rivedersi dopo diversi anni. Da loro abbiamo ascoltato testimonianze molto interessanti, perché, se è
identica la missione (annuncio del Vangelo), diverse sono le modalità provenendo essi da mondi differenti: Asia, Africa e America.
P. Adriano Pelosin è in Thailandia da più di 40 anni. E’ parroco di una parrocchia alla periferia di Bankok con 400 cattolici cinesi; visita la baraccopoli vicina e si prende cura degli anziani e bambini abbandonati: questi ultimi li ha avviati alla scuola. Una sessantina di giovani, di cui una decina cristiani e 5 seminaristi, sono coinvolti nella sua missione nella cura dei deboli, degli emarginati. I cattolici cinesi faticano a capire la missione di P. Adriano.
Sr. Rosalia Scoizzato , delle Suore Salesie di Padova, alla periferia di Luanda (Angola) gestisce un ambulatorio medico frequentato ogni giorno da circa 300 adulti un centinaio di bambini denutriti. Tubercolosi e malaria sono le malattie più diffuse. In febbraio banditi armati sono entrati in parrocchia e nella casa delle suore: hanno portato via computer e il denaro che serviva per pagare il personale dell’ambulatorio (32 infermieri e 3 medici) e per acquistare le medicine. Il fatto ha suscitato una gara di solidarietà, perché nella missione non manchino i mezzi per curare gli ammalati. Il governo è assente per gli aiuti, ma Sr. Rosalia afferma: “la Provvidenza non è mai
mancata”. La nostra missionaria ha in progetto di istituire un servizio di fisioterapia per i bambini spastici a causa della malaria.
P. Luigi Piran e P. Riccardo Bezzegato, scalabriniani, hanno gestito per 30 anni una parrocchia con buona parte di italiani immigrati in Canada e da alcuni anni sono negli Stati Uniti con gli immigrati messicani. P. Luigi ora è in pensione e vive in una Casa per missionari anziani a Los Angeles. P. Riccardo collabora in una grossa parrocchia a Irving, vicino a Dallas (Texas), dove la
maggioranza è costituita da immigrati messicani, buona parte dei quali sono illegali.
I missionari hanno sottolineato la eterna difficoltà degli immigrati ad essere accettati nel nuovo paese. Anche i primi immigrati italiani non potevano entrare nelle chiese gestite dai cattolici irlandesi. Negli USA è forte la tensione tra cattolici tradizionalisti e cattolici vicini a Papa Francesco, che non è benvoluto dai primi.
La missione di don Giuliano Vallotto è stata caratterizzata dalla pendolarità tra periodi in missione e periodi in diocesi a servizio della Caritas. Ora è in Ecuador dove, dopo una bella esperienza in parrocchia, si dedica alla formazione spirituale e biblica. Don Giuliano nota nella Chiesa tre criticità: clericalismo (poco spazio ai laici), ruolo della donna ancora marginale, scarsa coscienza ecologica.
Nelle testimonianze dei nostri missionari abbiamo colto due valori comuni:
– la “gioia del Vangelo” espressa dai loro volti sereni e da ottimismo
– la cura per l’umanità ferita nelle nelle periferie della vita.
Silvano Fantinato
Gruppo missionario – Loreggia

Pasqua con uno sguardo alla Terra di Gesù, condotti dalla Associazione “A Light For Hope – Una luce di Speranza” di Treviso

La chiamiamo Terra santa per il legame che da duemila anni ci tiene uniti alla Terra di Gesù, la terra che Lui ha percorso e che oggi si snoda tra Israele, la nuova Palestina e la Giordania. Parlando di cristiani in minoranza, a volte vi includiamo il Libano, la Siria, la Turchia perché pensiamo ai Luoghi santi dove, secondo la tradizione, si è stabilita nel tempo la Custodia francescana come meta dei Pellegrinaggi.

In questi due ultimi anni, tuttavia, dovendo rinunciare per necessità agli spostamenti abbiamo dovuto considerare la possibilità di trovare altri modi per avvicinare la Terra Santa e per capire come potremo essere cristiani insieme ad altri. Di recente, i riflettori sulla guerra tra Russia e Ucraina, così vicini e così drammatici, ci hanno interrogato sui tanti altri conflitti aperti che potrebbero allargarsi al Mediterraneo. La guerra è una follia ingovernabile e la si dovrebbe escludere dalle opzioni per la risoluzione di ogni pur possibile conflitto.  Perciò ci siamo ritrovati a desiderare di riuscire a tenerci informati su quanto sta accadendo.

Una visione di insieme delle tre forme di società civile, quella israeliana, quella palestinese e quella giordana, è utile per comprendere la varietà delle situazioni presenti che si esprimono in tre forme di governo diverse: Un governo parlamentare di coalizione in Israele; un governo presidenziale nei territori dell’Autonomia palestinese e una Monarchia costituzionale in Giordania, retta attualmente dal re Abdallah II del regno Hashemita.

Questa complessità politica rispecchia la multiformità delle presenze in Terra Santa (cfr.: Israele, i numeri della diversità – Moked), numericamente distribuite in porzioni diverse di territorio: israeliani etiopi, yemeniti, drusi, beduini, ma anche russi, polacchi, ucraini, e palestinesi, in Israele; giordani, ma anche iracheni e siriani, per lo più in Giordania e Palestina. Ebrei, cristiani di confessioni differenti, e musulmani, in proporzioni diverse e per lo più maggioritarie in tutta la regione.

Se la complessità sostiene un equilibrio sempre precario, tuttavia è grazie alla complessità che si evitano rischi peggiori. La vita quotidiana è scandita da ritmi compatibili e da mille misure che mantengono il rispetto degli uni per gli altri. Sembra impossibile, ma dalle auto che possono circolare o meno, ai negozi che sono aperti o chiusi, in un giorno o in un altro, si apprende l’esperienza della “tempo” dello “spazio” e della “misura”. In nessun luogo si può fare tutto ciò che si vorrebbe, né in nessun giorno, né in ogni misura. Ci sono almeno tre tipi di feste, e molti più tipi di calendario, ci sono modalità differenti per recarsi in una località o in un’altra e tutto ciò implica che il visitatore esterno debba essere introdotto in qualche modo da qualcuno che vi abita stabilmente e ne conosce le regole. Può essere un limite, ma anche una modalità di convivenza.

Tenere insieme la complessità evita di essere fagocitati dal conflitto, che per ora è tenuto sotto controllo, a basso tenore di intensità, almeno fino a che non potrà essere chiarita la situazione palestinese, che a sua volta è conseguenza di mille altre questioni.

Nelle Chiese le celebrazioni quotidiane avvengono con la presenza dei fedeli e come in Italia, procede la consultazione sinodale. La risposta alla richiesta di Papa Francesco a tutti i vescovi del mondo “di intercedere presso il Principe della Pace” è avvenuta nella “Grotta del latte” a Betlemme con l’atto di affidamento a Maria del popolo russo e ucraino, e dell’umanità intera. Il 25 marzo è stata festeggiata la ricorrenza dell’Annunciazione che in Palestina coincide con la Festa della Mamma ed è stata perciò seguita da tutta la cittadinanza, laica, cristiana e musulmana.

Riporto alcune righe della lettera del 4 aprile dell’Amministratore delegato per confermarvi nella fiducia “… In questi giorni ci consola il fatto che le scuole hanno portato quasi a termine l’anno scolastico nelle loro classi, gli insegnanti sono molto motivati ad approfondire le loro competenze ed è per tutti molto incoraggiante veder tornare i pellegrini. C’è molto di cui essere grati perché in un modo bellissimo, questo mese non è solo un momento di celebrazione per la fede cristiana, ma anche per i nostri fratelli e sorelle musulmani che osservano il mese santo del Ramadan, così come per i nostri fratelli e sorelle ebrei che osservano le celebrazioni della Pasqua. Avremo con noi anche molti cristiani di Gaza e ciò è motivo di grande gioia. Gerusalemme sarà senza dubbio molto impegnata poiché ogni fede celebra secondo le proprie tradizioni, nei propri spazi designati e si spera che le celebrazioni siano osservate in pace e con dignità [tratto dalla lettera di Mrs. Sami El Yousef, Amministratore delegato del LPJ, Gerusalemme, 4 aprile 2022].

 L’associazione Light for hope – luce di speranza – onlus è presente in Terra Santa dal duemila e, grazie al Patriarcato Latino e alla sua opera di qualificazione nell’educazione, ha potuto contribuire con rette di studio e programmi didattici condivisi, in   alcune scuole distribuite in Israele, Palestina e Giordania. Ciò permette di tener accostate situazioni diversificate nelle città e nei villaggi, utili per noi e per loro. Le scuole sono frequentate da 20.000 studenti cristiani di diverse confessioni, e musulmani e rappresentano il futuro della regione e la possibilità di lavoro verso i Paesi arabi.

Ci sono villaggi, parrocchie e scuole da conoscere. Feste e ricorrenze che potrebbero rinvigorire la nostra fede. Ci sono almeno tre società civili che cercano faticosamente di mantenersi tali, affrontando tutte le difficoltà di una convivenza che riesce a delimitare gli spazi e sorvegliare i confini; a intrecciarsi quando serve e a mantenere le distanze, in altre occasioni, per non esporsi al pericolo.

Ed eccoci poi impegnati in questo periodo a promuovere nelle scuole un piccolo libro che reca un intenso messaggio di pace.
“La Donna dei fiori di Laura Simeoni e le illustrazioni di Piero Sandano è un prezioso opuscolo, distribuito secondo un progetto del Centro Volontariato Treviso e Belluno. Editrice Aurelia di Asolo. Il volume pubblicato nel 2021, in occasione del Festival del Marocco in collaborazione con la cooperativa Hilal, spiega il perché della traduzione del testo in arabo. In collaborazione con l’Associazione “Luce di Speranza” – onlus è presentato in alcune classi scolastiche con alunni di nazionalità diverse, e questo suppone la mediazione culturale dei docenti rispetto ai luoghi dove avvengono i fatti e alla possibile collocazione della vicenda in altri confini. Ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione in Italia (MIUR), dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, dell’Ufficio VI – Ambito territoriale Treviso, dell’Ufficio IV – Ambito territoriale di Belluno.
Il libro, potrà essere utilizzato, con alcune attenzioni a non finire in un pacifismo generico, per una riflessione più accurata sulla pace e per avvicinare i giovani alla Terra Santa.

Per informazioni più dettagliate, per contribuire alle scuole o per richiedere le Colombe della pace realizzate nel villaggio di Taybeh, si potrà vedere il sito:
https://www.retemeta.it/

Maria Letizia Casellati Celotti
Presidente della Associazione A Light For Hope di Treviso

 

 


CI SCRIVE don Silvano Perissinotto con la sua “lettre aux amis” dalla missione di Fianga, in Ciad

Carissime amiche e amici, come state? Come vanno le cose in Italia? Sono armai passati alcuni mesi dall’ultima “lettre aux amis” (maggio 2021), e in questo periodo di cose ne sono successe tante. Dal 25 giugno al 13 settembre 2021 sono stato in Italia, precisamente a Marcon, per un tempo di riposo e di vacanze anche se, di fatto, è stato un tempo contrassegnato da … Continua a leggere CI SCRIVE don Silvano Perissinotto con la sua “lettre aux amis” dalla missione di Fianga, in Ciad »