Nel condividere alcune notizie dal Brasile e della nostra vita, ecco un piccolo scritto, con messaggi sia di tristezza e amarezza, che di speranza e conforto.
Dietro ai numeri ci sono persone umane e molta sofferenza. Ci sono già 12 milioni di covid-19 infetti. Sono 290.000 morti, ultimamente abbiamo avuto 3.000 morti al giorno. Sono venuti a mancare anche cinque vescovi e 65 sacerdoti.
Il governo negazionista vuole aprire le attività, mentre i governatori regionali vogliono determinare restrizioni: un collasso sanitario e il caos politico. Molti stanno perdendo fiducia nel futuro e anche nel presente.
Un Brasile alla deriva, isolato dal mondo dall’incompetenza delle autorità nel condurre la lotta contro il virus. Possiamo viaggiare solo in Afghanistan e in Albania!
Quando prego la Preghiera del Signore, insisto sulle ultime parole…”Padre… non cadiamo in tentazione, ma liberaci dal male”; tentazione di scoraggiamento, panico e disperazione.
Una speranza per il Brasile e per i poveri è ancora una volta il ritorno del vecchio Lula. Dopo 580 giorni di prigione, uscì meglio di quando vi entrò. Giorni fa la Corte Suprema ha ordinato la cancellazione delle condanne e Lula ha ripreso i suoi diritti politici. La settimana scorsa ha pronunciato un discorso considerato storico come un grande statista e di grande ripercussione, con proposte concrete per la ripresa dell’economia e l’autostima del popolo brasiliano. Ora chiede ai potenti del mondo, Biden, Putin, Xi Ping e agli altri di fissare un incontro urgente per distribuire meglio il vaccino; ci sono troppi Paesi ricchi di vaccini quando altri Paesi non lo hanno.
Nei sondaggi Lula è già davanti agli altri possibili candidati e allo stesso Bolsonaro. Si terranno le elezioni nell’ottobre 2022. Ma penso che la persecuzione verso Lula continuerà.
Con la Commissione per la Pastorale della Terra e altri operatori pastorali abbiamo avuto un ritiro in presenza: il rischio di contaminazione è molto elevato, ma l’abbiamo vissuto nella prospettiva di prenderci cura della vita degli altri e anche della nostra. Nei casi di emergenza, di gravi conflitti o situazioni estreme di povertà e fame, siamo ancora disposti a correre dei rischi pur di aiutare le famiglie; ci siamo impegnati a monitorare più da vicino il grave conflitto e le minacce di sfratto violento di molte famiglie contadine nelle comunità di Palmares. Qui in Paraíba, le donne contadine si stanno organizzando per la raccolta di cibo per darle alle donne povere della periferia di João Pessoa.
Abbiamo anche molti incontri virtuali di analisi e formazione. E di notte, stanco e preoccupato, entro nella cappella virtuale per pregare l’Ufficio Divino delle comunità, insieme agli studenti e agli studenti della Scuola di Formazione Missionaria. È un sollievo per questo povero sacerdote pellegrino!
Poche notizie, forse le più importanti. Pregate per noi e per il Brasile.
don Erminio Canova
> Don Erminio Canova dal Brasile
