> Don Lorenzo Tasca nostro fidei donum nella parrocchia di Laureles – Ñeembucú, in Paraguay

“Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!” (Fil 4,4). Con queste parole di San Paolo, ascoltate anche nella III domenica di Avvento, vorrei inviare a tutti, i più cari auguri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo. Essere lieti… e amabili cioè l’essere amati per la letizia che trasborda dal nostro cuore illuminato dalla luce di “un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”, Gesù, “la Parola che si è fatta Carne e che venne ad abitare in mezzo a noi”. Il Natale dovrebbe essere, in ogni parte del mondo, questo annuncio della letizia e dell’amore che “fanno nuove tutte le cose”.
Dopo due anni di pandemia c’è tanto bisogno di speranza, di luce che illumina il futuro, di letizia per essere portatori della gioia che mai terminerà perché nasce dalla fonte dell’amore, che è Dio stesso. Sono comunque sempre tante le situazioni che sembrano così distanti dall’essere “fonti di gioia e di letizia”. Qui in Paraguay, in queste ultime settimane si sono verificati vari episodi di violenza contro le
popolazioni indigene, espulsioni dalle proprie terre native avvenute in modo “violento e inumano”, con hanno sottolineato i vescovi durante le omelie presso il santuario della Madonna di Caacupé (durante la novena di preparazione alla festa dell’8 dicembre). Il tutto per opera dei ricchi proprietari terrieri, con il beneplacito delle autorità e della polizia locale, i moderni “Re Erode” che, pur di mantenere il loro potere diabolico, non si fanno tanti problemi quando si tratta di “eliminare” gli innocenti” che non chiedono altro se non di vivere in pace nelle loro terre!
Un altro fatto triste avvenuto qui, nel nostro paesetto di Laureles, è l’assassinio di un giovane papà, al termine della festa di fine anno scolastico, con causa scatenante l’alcol (di fatto la festa era terminata già da un po’ e il fatto tragico è avvenuto alle 6 del mattino). L’alcolismo è una vera e propria piaga, che rende molto difficile la vita in molte famiglie.
La pandemia, anche se ha fatto le sue vittime anche nelle nostre parrocchie, ha comunque messo in moto tanti gesti di solidarietà, soprattutto verso le famiglie che hanno visto ammalarsi gravemente un familiare e questo è stato molto bello e edificante.
Un’altra dimensione importante è la spiritualità e la religiosità popolare che aiuta le singole persone e le famiglie ad alimentare la fede, ad affidarsi a Dio, a chiedere a Lui (anche se in forma spesso fatalista) la soluzione dei vari problemi, come può essere in questo tempo la richiesta della pioggia dopo due anni durante i quali ha piovuto molto poco. La siccità crea problemi soprattutto per l’allevamento degli animali, una delle principali fonti di reddito: poca acqua vuol dire poca erba da mangiare e gli animali (soprattutto le mucche) che rimangono magri… e difficilmente vendibili!
Il Natale qui è vissuto con una grande festa di famiglia, soprattutto perché, durante le feste natalizie, molti parenti che vivono distante per lavoro ritornano ai propri luoghi natali. Questo, se da un lato è una realtà molto bella, dall’altro mette in secondo piano la dimensione religiosa e la partecipazione alla S. Messa.
Sembra strano… ma è così!
Alcune notizie descritte un po’ superficialmente… ma per dire che la vita continua sempre e comunque! Speriamo che il Natale porti comunque il dono della speranza, della pace, della fiducia nel futuro per vivere con lo sguardo – in particolare lo “sguardo del cuore” – rivolto in avanti, capace di riconoscere i segni, a volte piccoli (come del resto lo è stato anche Gesù nei giorni della sua nascita a Betlemme), della presenza di Dio che fa cantare di gioia tutti coloro che sanno credere nell’adempimento delle sue promesse!
Dio, che si è fatto uno di noi incarnandosi in questo “bambino avvolto in fasce e posto in una mangiatoia”, porti a tutti speranza di vita nuova, sia a chi soffre a causa della pandemia, oppure a causa della cupidigia umana, o per altri frutti dell’egoismo umano, per un lutto, per un tradimento…
Il cuore di ciascuno sia la piccola mangiatoia dove il bambino Gesù trovi accoglienza per portare, nella piccola parte di mondo dove viviamo, l’annuncio che ha cambiato le sorti del mondo: “Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,10-11).
Buon Natale!
Don Lorenzo