CI SCRIVE: Suor Rina Montagner, missionaria del Pime in Camerun, originaria di Silea, festeggia il 50° anniversario di vita religiosa.

Guardare, ascoltare, condividere: ecco la sua testimonianza.
A 5 anni si è acceso il fuoco nel mio cuore per diventare missionaria. Dopo avere ascoltato una testimonianza di un padre del Pime appena rientrato dalla Cina, ho deciso che quella sarebbe diventata la mia meta: aiutare i bambini e la povera gente sottoposti a un continuo martirio… ma come? Crescendo mi sono impegnata in parrocchia e continuavo a pregare, volevo raggiungere quella meta.
Finalmente decisa, entrai nella congregazione delle missionarie dell’Immacolata del Pime e iniziai la formazione. Arrivò il giorno in cui la Madre generale mi convocò. Ero a Monza e dovevo recarmi a Milano.
Non conoscevo il motivo ed ero molto agitata. Quando mi chiese dove avrei desiderato andate in missione, ho risposto che sin da piccola pensavo alla Cina, poi ho scoperto che tutto il mondo è missione, se porti la Parola di Gesù e aiuti il tuo prossimo. Lei, allora, mi disse che la mia destinazione era il Camerun.
Il 25 settembre di 39 anni fa sono arrivata a Bibemi, nel nord del Paese: una marea di bambini e di persone mi hanno accolta con grande gioia. Guardare, ascoltare, condividere, tre parole importanti che mi hanno aiutata a camminare insieme e a vivere quella gioia che è il Vangelo di Gesù, a portare a Lui le sofferenze, le difficoltà dei fratelli e sorelle che nel quotidiano incontravo.
Il sogno era diventato realtà. La preghiera è per me un’arma potente che mi dà l’energia e la forza per camminare sulle strade periferiche che Lui mi indica ogni giorno, senza paura, mettendo umilmente i miei piedi dietro a Lui, ed essere una piccola semente di gioia: “La sua – per l’umanità”.
(articolo pubblicato in “Terre & Missioni” di settembre, inserto missionario del settimanale diocesano La Vita del Popolo)