Cari amici, noi stiamo bene, la situazione Covid qui in Ecuador è di difficile lettura a causa della mancanza di dati, sembra che le autorità governative si muovano a specchio con quelle europee, senza una logica che tenga presente delle differenze sostanziali che esistono tra le due differenti realtà, sembra quasi che ci sia un desiderio di emulazione per dimostrare di essere al passo con gli altri paesi. Ma tant’è.
Con il nostro salvacondotto possiamo ancora muoverci liberamente. A Quito tutti indossano la mascherina e in generale c’è una certa attenzione alle misure precauzionali, nel “campo” pare quasi che il Covid non esista, anche se giorno dopo giorno veniamo a sapere sempre di più di gente che si è infettata.
Il progetto della “chanchera” va abbastanza bene. La vendita dei maiali prosegue senza difficoltà e il prezzo alla libbra è buono…La parte più difficile, come al solito, è l’organizzazione della “parte umana”. I ragazzi della “chanchera” hanno sempre bisogno di essere orientati, accompagnati… è una realtà complessa che un tempo mi dava una certa apprensione, ma ultimamente sono molto più sereno anche nel vedere che alcune volte le cose non vanno come vorrei: c’è una accettazione della realtà, una calma interiore che mi permette di vedere la realtà per quello che è.
I processi di cambiamento sociale, del resto, hanno bisogno di tempo e noi siamo solamente una piccolissima parte di questo processo, ma già il fatto di esserci è per noi una grande gratificazione. Cercare di coinvolgere il più possibile le persone in ciò che facciamo è sicuramente la chiave per crescere insieme.
Un altro lavoro a cui ci stiamo dedicando ultimamente è quello di portare l’acqua in tutte le case. Anche qui riscontro comportamenti di difficile lettura. Esiste il pozzo, il collegamento alle cisterne in cima alla collina, la tuberia scende e collega tutte le case, ma mai nessuno ha mai pensato di mettere in funzione l’impianto! Tutti i giorni si continua ad andare a piedi, con il cavallo o in moto a riempire taniche di acqua al fiume: c’è la soluzione a portata di mano, ma l’abitudine, il “si è sempre fatto così!” prevale. E poi ci sia abitua a certi automatismi specie quando non si ha mai avuto, né si immagina di avere certe opportunità basilari. Cercheremo di mettere in funzione tutto l’impianto e magari se sarà possibile, anche rendere potabile l’acqua!
Qualche giorno fa ho effettuato delle interviste a varie persone della comunità, soprattutto donne, per raccogliere la loro testimonianza. La domanda posta era: “racconta un episodio, positivo o negativo, che ha influenzato in maniera determinante la tua vita“. Normalmente non è facile raccontare situazioni personali, ma, come nel film di Tornatore “l’uomo delle stelle”, molti davanti alla telecamera si sono sciolti. Ho avvertito la necessità di raccontarsi e di dire ciò che in taluni casi non si sarebbe raccontato a nessuno. È stata per me l’occasione di avvicinarmi di più alle persone, ma la cosa che mi ha colpito maggiormente è stato il fatto di cogliere il bisogno di liberarsi di un peso che tenevano dentro proprio attraverso questo raccontarsi.
Anche Cristina ha il suo bel da fare con i bambini e i ragazzi che studiano on-line. Fortunatamente abbiamo degli spazi dove si possono fare i compiti e disponiamo anche di una discreta connessione internet. Purtroppo però l’attenzione della maggior parte dei genitori verso lo studio dei propri figli è insufficiente.
Questa situazione penso sia conseguenza di un abbandono da parte delle istituzioni. Le scuole ci sono, ma il più delle volte sono fatiscenti e non sempre il livello di preparazione del corpo docenti è adeguato. Inoltre, e questo ci pare un problema consistente, gli orientamenti didattici che arrivano dal ministero sono inefficaci ad uno sviluppo scolare dello studente al passo con i tempi. Ne consegue un costante impoverimento del territorio che genera molte volte situazioni di conflitto e violenza.
Il Paese non sta sicuramente passando un bel periodo, ma c’è l’ottimismo della volontà da parte di molte persone e continuare a essere fiduciosi nell’uomo è una componente vitale in quello che stiamo facendo.
Giorgio e Cristina fidei donum in Ecuador