> Colla Monica dal Centrafrica

Mentre in tutto il mondo, ci stiamo preparando alla venuta di Gesù, che anche quest’anno ritorna bambino in mezzo a noi, vi scrivo per darvi qualche notizia sulla mia missione.
Ieri c’è stata la recita e la festa di Natale per i bambini della scuola materna di Nzila, una festa che si doveva svolgere nella gioia e nella serenità, ma nel volto di tutti gli adulti, si leggeva la paura, lo scoraggiamento per quello che potrà succedere nei prossimi giorni.
Infatti, il 27 dicembre 2020, sono previste le elezioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che governerà il Paese per i prossimi 5 anni. 17 sono i candidati alla presidenza, e il rifiuto da parte della corte costituzionale di inserire François Bozize, ex presidente, in esilio, con un mandato di cattura per crimini contro l’umanità, rientrato in Paese solo per l’elezione, ha scatenato alcune rivolte dei suoi partigiani, soprattutto a Bossangoa la sua città natale ed ora sta organizzando dei giovani per andare contro un potere che lui non accetta.
Inoltre molte bande armate di mecenari, ancora presenti al nord e all’ovest del Paese dall’ultimo colpo distato, avvenuto nel 2013, e che non sono mai rientrati nei loro rispettivi Paesi, Sudan e Thcad, nonostate la presenza dal 2014 di molti contingenti dell’ONU , che in 6 anni avrebbero dovuto proteggere la popolazione e prepara il terreno per una elezione libera (facendo rientrare del Paese tutti gli sfollati e le persone uscite, come profughi per salvare la propria vita). Una missione di pace che non ha mai fatto il suo dover di garantire la pace e la ripresa di una vita normale della popolazione centrafricana, ma che ha sempre guardato ai suoi interessi…ecco i risultati si vedono ora a 7 giorni dall’elezione.
Il Paese che si appresta all’elezione è nel caos totale, solo a Bangui la capitale c’è una parvenza di normalità, metre in tutto il resto del Paese, molti cittadini, che sono scappati all’estero non sono rientrati, il censimento e l’iscrizione alle liste per poter votare non si è svolto come si doveva e molti cittadini non hanno avuto la possibilità di andare ad iscriversia causa dell’insicurezza, scontri di ribelli che male accettano questa elezione si stanno ripetendo in questi giorni in molte città e villaggi, e a essere presa di mira è sempre la popolazione.
La gente è più che preoccupata, ha paura che si possano ripetere quelle atrocità già vissute nel 2013, le scuole si stanno svuotando piano piano, molte famiglie hanno già ritirato i loro figli da scuola ancora prima della fine del primo trimestre, per poter scappare, in previsione che la situazione si aggravi. Ma dove scappare? Dove si sarà al sicuro se è tutto il Paese a essere insicuro e lo Stato che è sotto tutela ONU non può ne fare niente ne prendere nessuna decisione? (Ad esempio solo da qualche mesi si è ricostituito un esercito nazionale che dovrebbe proteggere a popolazione, ma questi poche centrafricani, formati da potenze straniere come Francia e Russia, non possono operare nel loro territorio, se non accompagnati dai militari del’ONU, gli unici ad essere armati sino a qualche tempo fa).
In Centrafrica ad esempio vige ancora l’imbargo per le armi…le armi non dovrebbero entrare, ma come è possibile che tutte le bande di ribelli sono armate e ben armate?
Con questa forte insicurezza che regna in tutto il Paese, e l’avvicinamento delle elezioni, non sappiamo quale Natale ci aspetta tra qualche giorno, non sappiamo se avremmo la forza e il coraggio di festeggiare un Dio che si fa uomo e che ritorna ad abitare in mezzo a noi.
I motivi per essere felici, dovrebbero essere tanti, il cantire della nuova scuola elementare è quasi finito, anche se ha avuto dei ritardi, i nuovi banchi sono arrivati e i bambibi, tanti bambini erano un classe e seguivano le lezioni, sino ad una settimana fa, e per il prossimo anno avevamo il progetto di avviare anche l’alfabettizzazione e la formazione per gli adulti, che a causa di molti anni di guerra, non avevano avuto la possibilità di aver avuto un percorso scoalstico regolare…anche le speranze erano tante, per un nuovo anno migliore, ma per il momento ci stiamo un po’ scoraggiando perchè non riusciamo a intravedere le basi per un buon anno nuovo.
Qui alla missione, e li dove sono le scuole dove operiamo, siamo molto preccupati ed è con questo sentimento che vi auguriamo un buon e sereno Natale di pace e di serenità, e una preghiera per questo popolo che sta ancora soffrendo per l’ennesima volta nella storia.
Un caro saluto
Nzila, 20 dicembre 2020                                  Monica