Parafrasando e adattando un noto adagio al tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno, si potrebbe dire che “la gentilezza paga sempre”. La veglia ecumenica diocesana, celebrata la sera del 23 gennaio, nel cuore dell’ottavario di preghiera per l’unità della Chiesa, ne è stata infatti una prova. Il momento di preghiera, iniziato lungo la riva del fiume Sile e continuato all’interno della chiesa parrocchiale di Cendon di Silea, presieduto dal vescovo Tomasi, ha visto una nuova partecipazione delle Comunità Ortodosse e la presenza per la prima volta della Chiesa Battista «Agape» di Treviso, oltre che di altre Comunità evangeliche presenti come “osservatrici” all’evento liturgico.
Il carattere maggiormente ecumenico della celebrazione di quest’anno è stato frutto di una rinnovata “gentilezza” da parte delle diverse Comunità: da parte cattolica è stato preparato ed esteso l’invito a pregare insieme, mentre da parte degli ortodossi e dei battisti si è risposto calorosamente con la partecipazione e la disponibilità ad animare diverse parti della celebrazione. Pr. Marius Kociorva, parroco della Comunità ortodossa romena di Treviso, e il pastore battista responsabile J. Caio Bottega, assieme al vescovo Michele hanno, infatti, commentato le diverse parti del brano guida della celebrazione: il travagliato approdo di Paolo all’isola di Malta (cfr. At 27,18-28,10). Alle singole meditazioni pr. Ioan Ciobanu, parroco della Comunità ortodossa moldava di Treviso e il coro battista hanno fatto seguire inni e canti propri di ciascuna Chiesa, che hanno aiutato la meditazione. All’incontro erano presenti anche i parroci delle parrocchie ortodosse romene di Mirano, pr. Pr. Dumitru Cretan, e di Asolo, pr. Iulian Munteanu, nelle cui zone non sono stati celebrati particolari incontri ecumenici. Significativa è stata anche la presenza della Comunità parrocchiale di Cendon sia partecipando alla celebrazione, sia offrendo supporto organizzativo.
La gentilezza con cui gli abitanti di Malta hanno trattato non solo Paolo ma anche l’eterogenea ciurma naufragata con lui al centro del Mediterraneo (cfr. At 28,2) e che la Settimana di preghiera metteva al centro della riflessione di quest’anno, è stata, quindi, non solo oggetto di riflessione ma in qualche modo vissuta e sperimenta in tutto il suo spessore e complessità.
Essere gentili, infatti, non è solamente un atteggiamento morale – tutt’altro che scontato nel nostro contesto sociale – ma ha un valore ecumenico perché porta con sé l’accoglienza dell’altro, che viene o è venuto a vivere stabilmente nelle nostre terre, facendoci scoprire fratelli nella fede, perché discepoli dell’unico Signore Gesù. Il tema offerto ha provocato, così, a cercare di scoprire un tratto diverso del fenomeno migratorio e dei processi d’integrazione che interessano il nostro territorio.
In questo senso sono state eloquenti anche le altre sei celebrazioni (a Camposampiero, Castelfranco, Cornuda, Noale, Paese, S. Giuseppe di Treviso) che nella Settimana hanno fatto incontrare e pregare insieme a livello locale, parrocchie, collaborazioni e vicariati della nostra diocesi con le rispettive parrocchie ortodosse là presenti. Sono espressione sia di una gentilezza vissuta nella prossimità, sia di un’azione ecumenica che a livello diocesano si rinnova per tessere nuove relazioni fraterne di conoscenza e di collaborazione, di cui le veglie sono l’espressione più visibile. Si tratta di un lavoro complesso che è solo all’inizio e che deve essere condotto con intelligenza, ma che i tempi in cui viviamo ci impongono di svolgere alacremente per raccogliere tutti – cattolici, ortodossi e comunità evangeliche – i frutti che il Signore ha pensato di donarci. Momenti come quelli vissuti sostengono e incoraggiano il cammino. (Commissione ecumenica diocesana)