Nella Samaritana possiamo scorgere tutta l’umanità assetata, in attesa, desiderosa di incontrare la fonte di Acqua Viva. Ci appare al tempo stesso familiare, conosciuta, per cui ci ritroviamo nelle sue domande e attese, quanto “estranea”, diversa, legata ad “altra cultura, altre tradizioni religiose…”. Così vediamo in lei, come in una unica persona, tutta l’umanità, con tutte le sue domande e attese, con tutte le sue speranze e delusioni, ci richiama ad “una sete” che ci accomuna tutti, ma che non può essere appagata da nessuna acqua, non può essere contenuta in alcun recipiente…
In questa quaresima saremo anche provocati a confrontarci con le attese, grida di redenzione, appelli alla conversione e cambiamento, come ci ricorda la lettera del Vescovo “Saldi nella Speranza”; sono attese e appelli di conversione che avvertiamo in noi, e che pure sono di tutta l’umanità, di ogni essere umano appartenente a diversi popoli, culture o religioni…
Sono quelle attese e speranze che forse, in “questo nostro tempo”, abbiamo avvertito in modo più forte e che abbiamo vissuto insieme. In “un mondo in cui tutto è collegato con tutto”, in cui anche il mio desiderio di vita, di vita in abbondanza…, è un desiderio condiviso, possiamo avvertire che non può che essere condivisa pure la ricerca della Sorgente di Acqua Viva.
Per andare verso tale Sorgente Gesù invita la donna a scavare il proprio pozzo, approfondire, andare alla causa, alle ragioni di una umanità assetata, senza accontentarsi di “attingere ognuno con la propria brocca”, se ce l’hai, o di chiedere in elemosina “dammi da bere” un sorso d’acqua, o cercando di arrivare al pozzo, prima degli altri o quando gli altri non ci sono…. È importante approfondire le cause e le ragioni di tanta umanità assetata, le cause e ragioni di un “mondo malato”, ingiusto…
Ci sentiamo chiamati, in questa quaresima di conversine e redenzione, come la donna-umanità di Samaria, a cercare la “Via” perché la Sorgente di Vita sia per tutti, superando quelle umane strategie di potere che porteranno inevitabilmente “ad aver ancora sete”, o a lasciare molti popoli assetati di amore, vita, relazioni, di verità, di pace, di Dio…
“Se l’umanità conoscesse il dono di Dio, che è Gesù!! È quel dono capace di offrire all’umanità il Soffio vitale, di rigenerare la vita, di riaccendere speranza; è il dono capace di farci tutti uscire da quel torpore, da quel lungo sonno che ci assopisce in un mondo malato.
Non solo confrontarci con le attese, grida di redenzione, speranze che sono di tutta l’umanità, non solo vivere quegli stili di vita evangelici che rimuovono strutture di peccato e che generano morte ed esclusione, ma pure far conoscere il dono di Dio, Gesù, capace di sanare e curare ferite, rigenerare speranze assopita…
L’umanità, continua ad aver sete di Dio, attende di conoscere Gesù per passare dalla morte alla vita, dalla rassegnazione alla speranza…
In questo cammino quaresimale che ci porta alla Pasqua di Resurrezione sosteniamo e incoraggiamo nelle nostre comunità cristiane lo spirito missionario che caratterizza ogni cristiano testimone del Dono di Dio.
Sosteniamo anche, con la colletta “un pane per amor di Dio”, le iniziative diocesane per l’animazione e le iniziative missionarie diocesane. don Gianfranco






