La chiamiamo Terra santa per il legame che da duemila anni ci tiene uniti alla Terra di Gesù, la terra che Lui ha percorso e che oggi si snoda tra Israele, la nuova Palestina e la Giordania. Parlando di cristiani in minoranza, a volte vi includiamo il Libano, la Siria, la Turchia perché pensiamo ai Luoghi santi dove, secondo la tradizione, si è stabilita nel tempo la Custodia francescana come meta dei Pellegrinaggi.
In questi due ultimi anni, tuttavia, dovendo rinunciare per necessità agli spostamenti abbiamo dovuto considerare la possibilità di trovare altri modi per avvicinare la Terra Santa e per capire come potremo essere cristiani insieme ad altri. Di recente, i riflettori sulla guerra tra Russia e Ucraina, così vicini e così drammatici, ci hanno interrogato sui tanti altri conflitti aperti che potrebbero allargarsi al Mediterraneo. La guerra è una follia ingovernabile e la si dovrebbe escludere dalle opzioni per la risoluzione di ogni pur possibile conflitto. Perciò ci siamo ritrovati a desiderare di riuscire a tenerci informati su quanto sta accadendo.
Una visione di insieme delle tre forme di società civile, quella israeliana, quella palestinese e quella giordana, è utile per comprendere la varietà delle situazioni presenti che si esprimono in tre forme di governo diverse: Un governo parlamentare di coalizione in Israele; un governo presidenziale nei territori dell’Autonomia palestinese e una Monarchia costituzionale in Giordania, retta attualmente dal re Abdallah II del regno Hashemita.
Questa complessità politica rispecchia la multiformità delle presenze in Terra Santa (cfr.: Israele, i numeri della diversità – Moked), numericamente distribuite in porzioni diverse di territorio: israeliani etiopi, yemeniti, drusi, beduini, ma anche russi, polacchi, ucraini, e palestinesi, in Israele; giordani, ma anche iracheni e siriani, per lo più in Giordania e Palestina. Ebrei, cristiani di confessioni differenti, e musulmani, in proporzioni diverse e per lo più maggioritarie in tutta la regione.
Se la complessità sostiene un equilibrio sempre precario, tuttavia è grazie alla complessità che si evitano rischi peggiori. La vita quotidiana è scandita da ritmi compatibili e da mille misure che mantengono il rispetto degli uni per gli altri. Sembra impossibile, ma dalle auto che possono circolare o meno, ai negozi che sono aperti o chiusi, in un giorno o in un altro, si apprende l’esperienza della “tempo” dello “spazio” e della “misura”. In nessun luogo si può fare tutto ciò che si vorrebbe, né in nessun giorno, né in ogni misura. Ci sono almeno tre tipi di feste, e molti più tipi di calendario, ci sono modalità differenti per recarsi in una località o in un’altra e tutto ciò implica che il visitatore esterno debba essere introdotto in qualche modo da qualcuno che vi abita stabilmente e ne conosce le regole. Può essere un limite, ma anche una modalità di convivenza.
Tenere insieme la complessità evita di essere fagocitati dal conflitto, che per ora è tenuto sotto controllo, a basso tenore di intensità, almeno fino a che non potrà essere chiarita la situazione palestinese, che a sua volta è conseguenza di mille altre questioni.
Nelle Chiese le celebrazioni quotidiane avvengono con la presenza dei fedeli e come in Italia, procede la consultazione sinodale. La risposta alla richiesta di Papa Francesco a tutti i vescovi del mondo “di intercedere presso il Principe della Pace” è avvenuta nella “Grotta del latte” a Betlemme con l’atto di affidamento a Maria del popolo russo e ucraino, e dell’umanità intera. Il 25 marzo è stata festeggiata la ricorrenza dell’Annunciazione che in Palestina coincide con la Festa della Mamma ed è stata perciò seguita da tutta la cittadinanza, laica, cristiana e musulmana.
Riporto alcune righe della lettera del 4 aprile dell’Amministratore delegato per confermarvi nella fiducia “… In questi giorni ci consola il fatto che le scuole hanno portato quasi a termine l’anno scolastico nelle loro classi, gli insegnanti sono molto motivati ad approfondire le loro competenze ed è per tutti molto incoraggiante veder tornare i pellegrini. C’è molto di cui essere grati perché in un modo bellissimo, questo mese non è solo un momento di celebrazione per la fede cristiana, ma anche per i nostri fratelli e sorelle musulmani che osservano il mese santo del Ramadan, così come per i nostri fratelli e sorelle ebrei che osservano le celebrazioni della Pasqua. Avremo con noi anche molti cristiani di Gaza e ciò è motivo di grande gioia. Gerusalemme sarà senza dubbio molto impegnata poiché ogni fede celebra secondo le proprie tradizioni, nei propri spazi designati e si spera che le celebrazioni siano osservate in pace e con dignità [tratto dalla lettera di Mrs. Sami El Yousef, Amministratore delegato del LPJ, Gerusalemme, 4 aprile 2022].
L’associazione Light for hope – luce di speranza – onlus è presente in Terra Santa dal duemila e, grazie al Patriarcato Latino e alla sua opera di qualificazione nell’educazione, ha potuto contribuire con rette di studio e programmi didattici condivisi, in alcune scuole distribuite in Israele, Palestina e Giordania. Ciò permette di tener accostate situazioni diversificate nelle città e nei villaggi, utili per noi e per loro. Le scuole sono frequentate da 20.000 studenti cristiani di diverse confessioni, e musulmani e rappresentano il futuro della regione e la possibilità di lavoro verso i Paesi arabi.
Ci sono villaggi, parrocchie e scuole da conoscere. Feste e ricorrenze che potrebbero rinvigorire la nostra fede. Ci sono almeno tre società civili che cercano faticosamente di mantenersi tali, affrontando tutte le difficoltà di una convivenza che riesce a delimitare gli spazi e sorvegliare i confini; a intrecciarsi quando serve e a mantenere le distanze, in altre occasioni, per non esporsi al pericolo.
Ed eccoci poi impegnati in questo periodo a promuovere nelle scuole un piccolo libro che reca un intenso messaggio di pace.
“La Donna dei fiori” di Laura Simeoni e le illustrazioni di Piero Sandano è un prezioso opuscolo, distribuito secondo un progetto del Centro Volontariato Treviso e Belluno. Editrice Aurelia di Asolo. Il volume pubblicato nel 2021, in occasione del Festival del Marocco in collaborazione con la cooperativa Hilal, spiega il perché della traduzione del testo in arabo. In collaborazione con l’Associazione “Luce di Speranza” – onlus è presentato in alcune classi scolastiche con alunni di nazionalità diverse, e questo suppone la mediazione culturale dei docenti rispetto ai luoghi dove avvengono i fatti e alla possibile collocazione della vicenda in altri confini. Ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione in Italia (MIUR), dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, dell’Ufficio VI – Ambito territoriale Treviso, dell’Ufficio IV – Ambito territoriale di Belluno.
Il libro, potrà essere utilizzato, con alcune attenzioni a non finire in un pacifismo generico, per una riflessione più accurata sulla pace e per avvicinare i giovani alla Terra Santa.
Per informazioni più dettagliate, per contribuire alle scuole o per richiedere le Colombe della pace realizzate nel villaggio di Taybeh, si potrà vedere il sito:
https://www.retemeta.it/
Maria Letizia Casellati Celotti
Presidente della Associazione A Light For Hope di Treviso