PER IL “POVO DA RUA” (popolo di strada ) DI MANAUS – SOSTEGNO ALLA CHIESA DI MANAUS NEL TEMPO DI COVID
“La situazione è caotica, il sistema sanitario è collassato…siamo stati abbandonati”, dice l’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Ulrick Steiner nel descrivere la situazione che si è venuta a creare nella capitale dello Stato di Amazonas.
Manaus sta vivendo giornate drammatiche: ospedali saturi, persone che muoiono in casa, o non ricevono un adeguato trattamento perché è finito l’ossigeno. Un disastro figlio, certo, di una probabile variante “brasiliana” del virus, simile a quella inglese e sudafricana, ma soprattutto dell’abbandono di cui parla l’arcivescovo.
Non c’è stata una politica chiara in relazione alla lotta alla pandemia. Molte persone vivono come se il virus colpisse solo gli altri. Il tempo delle elezioni amministrative e l’intenso movimento del commercio nel periodo natalizio, hanno fatto sì che il virus si diffondesse più intensamente.
La chiesa di Manaus è impegnata accanto a chi soffre, agli ultimi. Continua l’arcivescovo dicendo: “Mettiamo il meglio della nostra umanità al servizio dei malati, soprattutto le nostre forze spirituali. Siamo con papa Francesco, che insiste sulla necessità di renderci conto della grandezza di essere tutti figli e figlie di Dio, di appartenerci l’un l’altro come umanità. È un tempo di cura, di solidarietà, di amore misericordioso, di conforto, per far emergere il nostro essere cristiani. Ci sentiamo come una grande assemblea in cui si prega l’uno per l’altro”
Le urgenze ora sono due: ossigeno e letti di terapia intensiva. Le persone stanno morendo per mancanza di letti in terapia intensiva e per mancanza d’ossigeno. Ma l’arcidiocesi esprime anche un’altra preoccupazione, quella di “andare incontro ai fratelli e le sorelle che vivono in strada nella città di Manaus. Siamo riusciti ad alleviare un po’ la situazione offrendo un pasto. Ma dove ripararli in questa stagione delle piogge?”
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