Ciao a tutti! Sono Elena, ho 25 anni, sono originaria di Spineda di Riese Pio X, ma da qualche anno vivo a Castelfranco V.to, perché sono in formazione dalle Discepole del Vangelo, un istituto religioso che si ispira alla figura di Charles de Foucauld. Per alcuni anni, prima di entrare in fraternità, ho cantato con un’orchestra. Nonostante mi piacesse (e mi piaccia ancora oggi) molto cantare, vivevo sempre un po’ di emozione mista a timore quando dovevo iniziare a cantare. Salivo sul palco, tutti i musicisti erano pronti per partire, il direttore dava l’attacco e la musica iniziava. Tra l’introduzione musicale e l’inizio del canto vero e proprio c’era un tempo… un tempo di attesa, dove metterci una cosa: il coraggio (almeno un po’), il coraggio della prima nota. Se avevo il coraggio di dar voce alla prima nota, il più era fatto, ero in scena per dare la mia parte a ciò che l’orchestra stava suonando.
Coraggio… coraggio è una parola che, nella mia esperienza di ricerca e scoperta della mia vocazione, lego alla parola “fiducia”. Di carattere non sono una persona coraggiosa, ma ho sperimentato che si può imparare ad avere coraggio, proprio a partire dal desiderio di fare un passo nella vita. Questo è stato possibile non perché tutto davanti a me era certo e sicuro… anzi! , ma perché non volevo lasciarmi “ingabbiare” dalle mie paure e insicurezze, che poi sono quelle che abbiamo tutti. Se nella mia vita, quindi, sono stata in qualche modo “coraggiosa” non è perché ho dato fiducia solo a me stessa, ma perché ho dato fiducia a qualcuno o a qualcosa. L’esempio più chiaro è la scelta di entrare in fraternità, subito dopo le superiori. Pensandoci e facendo memoria, questa scelta è stata preceduta da tante piccole scelte che hanno richiesto fiducia e la loro dose (più o meno) di coraggio, come il “coraggio della prima nota” ad ogni concerto: coraggio nell’affidare a un sacerdote, a una sorella Discepola del Vangelo e a una mia professoressa l’insoddisfazione e la pesantezza di ciò che stavo vivendo durante gli ultimi anni delle superiori (in particolare la scuola, le lezioni di canto, l’orchestra…); coraggio nel dire a me stessa e a confidare a queste persone che forse il Signore mi chiedeva qualcosa che non avevo mai immaginato (che pensavo fosse per qualcun altro e non per me!), cioè di donare la mia vita totalmente a Lui; coraggio nell’iniziare un cammino di discernimento vocazionale con le Discepole del Vangelo, sorelle che avevo conosciuto da poco, con cui però stavo bene, mi sentivo accolta e voluta bene, ma soprattutto in loro vedevo vivere una vita “silenziosamente evangelica” e questo mi affascinava; coraggio nel decidere di iniziare un cammino di formazione alla vita religiosa; coraggio, in questo tempo, nel prepararmi a donare la mia vita al Signore attraverso la prima professione religiosa che farò a fine maggio.
Riconosco che in tutti questi passaggi ho lasciato il controllo della mia vita, perché la mia vita fosse tenuta in mano solo dal Signore. Solo la fiducia in Lui e nelle persone che mi hanno accompagnata mi hanno fatto fare passi verso una vita che sento per me piena e di felicità (altrimenti non ce l’avrei mai fatta!): riprendendo la metafora musicale, non c’è stato solo il coraggio di iniziare a cantare, ma c’era una musica che suonava e sosteneva la voce.
Poco fa, con Agnès, originaria dalla Francia, anche lei in formazione nella nostra fraternità, abbiamo pregato, grazie alla musica, con le parole di Charles de Foucauld: “Più si ama, più si stabilisce la propria vita fuori di sé, più si ama, più si stabilisce la propria vita in colui che si ama”. Vi auguriamo di avere il “coraggio della prima nota” per conoscere e vivere come stabilire la vostra vita nell’amore di Dio, con la fiducia di non essere soli.
Testimonianza di sorella Elena
Veglia per le vocazioni 2021
