Incontro del Vescovo con i missionari

Strade di missione e di sinodalità che si intrecciano

La sinodalità si coniuga con la missionarietà. È il messaggio arrivato dall’annuale incontro del Vescovo di Treviso con i missionari, quest’anno tornato a svolgersi interamente in presenza, mercoledì 13 luglio, a Morgano, nell’accogliente cornice di Casa Respiro, la struttura d’accoglienza creata da don Mario Vanin nella campagna del paese.

Oltre una trentina i partecipanti, oltre al Vescovo, al vicario generale, mons. Giuliano Brugnotto, al direttore del Centro missionario don Gianfranco Pegoraro: c’era chi sta trascorrendo un periodo di riposo per tornare in terra di missione e chi, invece, ha già concluso la propria esperienza: sacerdoti fidei donum, religiosi e religiose, laici, famiglie, anche i genitori di qualche missionario. Tutti accomunati dalla vocazione a testimoniare la novità del Vangelo, in tanti contesti e soprattutto in quelle periferie geografiche ed esistenziali che sono care a papa Francesco.

Tra i Paesi “rappresentati” c’erano il Brasile, il Paraguay, Haiti, il Perù, l’Ecuador, l’Albania, la Francia, il Camerun.

Il vescovo Michele ha raccontato ai missionari l’esperienza sinodale, per come è stata vissuta nella nostra diocesi: l’importanza del “camminare insieme”, dell’ascoltare tutti, lo stupore di molte persone per essersi sentite interpellate dalla Chiesa, anche se in situazioni di ‘dubbio’ o ‘lontananza’, a partire dai giovani. “La sinodalità – ha aggiunto il Vescovo – deve scardinare l’idea della Chiesa che va avanti sulle scelte di chi comanda, senza però entrare nella logica delle decisioni a maggioranza. Dev’esser vista come un servizio nella comunione”. In questa prospettiva di sguardo ampio e di ascolto, ben si inserisce “l’apertura missionaria, una delle cose che fanno bella la nostra diocesi, un’apertura che ci fa essere Chiesa”.

La conferma è venuta dagli echi dei presenti, che hanno spiegato come la sinodalità viene vissuta nei vari contesti. “In Paraguay – ha spiegato don Claudio Sartor, missionario fidei donum – sinodalità vuol dire spiegare ai campesinos, che mai nessuno ha tenuto in considerazione, che ‘loro valgono’. Questa è la parola che sintetizza la sinodalità: ‘Tu vali’, in un contesto in cui i piccoli agricoltori, e ancora di più le donne, da sempre non contano nulla”.

Non mancano le fatiche a dare ai laici il giusto protagonismo, per esempio in Ecuador, mentre nella Chiesa francese rischiano di vincere “solitudine e individualismo”. Nelle Filippine, ha spiegato padre Fernando Milani, nuovo direttore della comunità trevigiana del Pime, dopo essere stato a lungo nel Paese asiatico, “è fondamentale il tema delle relazioni personali”. A Manaus, ha spiegato don Roberto Bovolenta, che da poco ha concluso il suo servizio in Brasile, “si è lavorato per gruppi di persone e non per zone, con libertà e senza censure”.

Ha portato il suo saluto don Lucio Nicoletto, missionario fidei donum della diocesi di Padova a Roraima, meta della prossima missione di Treviso, in collaborazione, appunto, con le diocesi di Padova e di Vicenza. Don Lucio, che era accompagnato da un altro missionario padovano in servizio nella diocesi brasiliana, è attualmente amministratore diocesano di Roraima, dopo essere stato vicario generale. In pratica, sta guidando la diocesi in attesa della nomina del nuovo vescovo.

Dopo l’incontro, e prima della cena fraterna, mons. Tomasi ha presieduto la celebrazione, assieme ai missionari e al parroco, nella chiesa parrocchiale di Morgano. “Ciascuno di voi – ha detto nell’omelia – è una missione, possibile anche solo vivendo una parola del Vangelo, se si riconosce che il Signore è davvero il Signore della vita, se accettiamo di essere ‘piccoli’, nella consapevolezza che lui guida la storia”. (B.D)