Nell’anniversario della Dedicazione della Cattedrale questa mattina, alle 8.30, il vescovo Michele ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa cattedrale, a Treviso, concelebrata dai canonici del Capitolo.
“Qui ci ritroviamo per pregare, celebrare, lodare, incontrare il Signore nei sacramenti che egli dona alla sua Chiesa. Qui siamo costituiti assemblea del Signore, e rappresentiamo in un certo senso tutta la Diocesi” ha ricordato il Vescovo nell’omelia.
“È un dono poter avere una relazione di consuetudine, anche affettiva, con questo edificio – ha sottolineato mons. Tomasi -, ed è giusto ed opportuno prendersene cura con rispetto, impegno e dedizione, e possiamo essere contenti, e valorizzare quanto questa Chiesa custodisce al suo interno – la Cattedra, segno della sede della successione apostolica, della storia della trasmissione della fede fino a noi, le reliquie dei nostri santi: san Liberale, san Parisio, il Beato Erico, il Beato vescovo Longhin; i resti mortali dei pastori, opere che invitano alla devozione, opere d’arte che elevano lo spirito. La Scrittura ci ricorda sempre, però, che l’edificio autentico di Dio siamo noi, suo popolo santo. E, ancora più importante, che il fondamento è Gesù Cristo. Su di lui fondiamo tutta la nostra vita, a Lui dobbiamo sempre di nuovo ritornare, soprattutto nei momenti di svolta della nostra vita, ma anche di giorno in giorno, per orientare la nostra vita verso il bene, verso la felicità”.
E ricordando l’atto di fede di Pietro («Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»), il Vescovo ha ricordato come Gesù si faccia “pane spezzato e vino versato, nutrimento e servo”. “Che sublime e supremo servizio, che scandalosa presenza di Dio in una casa, su di un altare, nella nostra storia, nella nostra carne ferita. È presenza che santifica questo luogo, ogni luogo in cui si celebrano i misteri, ogni spazio e tempo dove si riconosce all’opera il Signore Crocifisso e Risorto. Che sublime annuncio nella vita di un tempo che sembra rifiutare ogni consolazione perché non sembra più capace di accogliere un amore che si dona infinito e gratuito, potentissimo ed umile”.
“«Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa». Quest’atto di fede è donato a Pietro, e fino a noi nella successione degli apostoli. È donato al di là di ogni merito, non è scoperto, non è inventato: è vero ed è rivelato da Dio, ed è soltanto dall’accoglienza dell’inaudito, ma vero, annuncio di salvezza che si fonda ogni autorità, che può essere solamente, totalmente e definitivamente servizio e dono: dono di sé, dono della vita”.
“Anche il segno dell’atto di fede del giuramento di fedeltà del nuovo Vicario Generale in questa festa significa che ogni autorità è servizio, ed ogni dignità ha bisogno della fedeltà e del dono di Dio: non delle capacità umane, per quanto grandi, non della fedeltà nostra, per quanto ambita e desiderata, ma della forza di Dio e dalla fedeltà di Dio, l’unico vero, l’unico necessario” ha sottolineato il Vescovo.
Al termine, dunque, mons. Mauro Motterlini, nuovo vicario generale della Diocesi, ha pronunciato il suo giuramento. Mons. Motterlini, come previsto dalla normativa, ha fatto la propria professione di fede ed ha giurato fedeltà ai doveri previsti dal suo nuovo incarico. Il Vescovo ha ringraziato lui e ha ringraziato e salutato mons. Giuliano Brugnotto, vicario generale uscente, augurandogli buon lavoro pastorale nella sua nuova diocesi di Vicenza, dove vivrà l’ordinazione episcopale e l’ingresso il prossimo 11 dicembre.