Diaconi: chiamati a essere uomini di comunione, ponte tra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli

Dal Giubileo, testimonianza di un diacono permanente della nostra diocesi

Da venerdì 21 a domenica 23 sono convenute a Roma alcune migliaia di diaconi permanenti, molti dei quali accompagnati dalle proprie mogli e dai propri figli: più di mille dagli Stati Uniti e diverse centinaia da Francia, Spagna, Brasile, Germania, Messico oltre che da diverse diocesi italiane e da moltissime altre diocesi di tutto il mondo, in diversi casi assieme ai loro presbiteri e vescovi, interessati ad approfondire la riscoperta di questo ministero, ripristinato dal Concilio Vaticano II, ma non ancora radicato e pienamente compreso. La giornata di venerdì è stata dedicata alla catechesi nelle varie chiese di Roma dove i diaconi, divisi per gruppi linguistici, si sono confrontati sulle varie esperienze e prassi e hanno ascoltato le riflessioni preparate dai vescovi e formatori. La novità di questo giubileo è stata l’iniziativa che per la prima volta ha assunto il Dicastero per il Clero, ossia di organizzare un incontro internazionale di confronto e analisi dello stato del Diaconato permanente nei 5 continenti, e di offrire alcune riflessioni con interventi di teologi e studiosi di massimo livello. Nell’Auditorio romano di via della Conciliazione, sabato mattina, si sono dati appuntamento circa 1.500 diaconi rappresentativi della realtà variegata del diaconato in ogni angolo dei continenti, dimostrando con le loro testimonianze la straordinaria vitalità di questo ministero che si mette non solo a servizio della Chiesa, ma anche delle diverse necessità della società moderna, soprattutto negli ambiti in cui emergono le più disparate fragilità e povertà.
L’incontro dal titolo “Diaconi in una Chiesa sinodale e missionaria per essere testimoni di speranza” è stato l’occasione per approfondire il ruolo e la missione diaconale nello spazio di condivisione della corresponsabilità del servizio non solo con i presbiteri, con i vescovi e i referenti delle Conferenze episcopali e delle diocesi, ma anche con le spose dei diaconi che in questa occasione hanno dimostrato di voler essere sempre più coinvolte.
Nella relazione di apertura, il card. Lazarus You Heung Sik, prefetto del Dicastero per il clero, ha sottolineato come il dono del ministero dei diaconi sia una opportunità che è sempre più urgente cogliere e valorizzare. Ha, quindi, ribadito, rivolgendosi alla platea, che “la vostra è una vocazione specifica nella Chiesa, che non si può confondere con la vocazione e missione di altre figure altrettanto importanti come i presbiteri, i consacrati e i fedeli laici” mettendo anche in evidenza che chi si è preso cura di custodire per secoli il ministero diaconale è stato lo Spirito Santo e ora il percorso Sinodale ci ha fatto capire che lo Spirito Santo ha piani ancora più ampi per la riforma e il rinnovamento della Chiesa. Le testimonianze provenienti dai diversi continenti hanno messo in evidenza il comune denominatore delle diverse realtà locali: l’amore e la dedizione per la Chiesa, i fratelli, i più poveri.
Così è stato reso noto che nel mondo ci sono più di 47.000 diaconi permanenti, quasi la metà negli Stati Uniti dove la crescita è costante, poi l’Europa e l’America Latina, dove i diaconi sono i veri attori del rinnovamento anche sociale, quindi in Asia e Oceania dove il loro numero è esiguo, ma ha assunto un ruolo importante nel dialogo interreligioso. In Africa, infine, il diaconato è ancora meno numeroso per l’instabilità economica e sociale, che impedisce, ad esempio, a un padre di famiglia di dedicarsi al servizio gratuito. Bella la testimonianza della rappresentante della Rete internazionale delle spose dei diaconi, che ha messo in evidenza la necessità che ci sia “più formazione e coinvolgimento delle donne”.
Il cardinale ha auspicato la costituzione di un gruppo di lavoro internazionale per l’aggiornamento del Direttorio e rafforzare la rete che si sta creando per preparare un grande convegno internazionale nel 2026. Il Dicastero ha, poi, animato il pellegrinaggio alla porta santa della Basilica di S. Pietro.
In aula Paolo VI si è tenuta la Veglia di preghiera guidata dal cardinale, il quale ha descritto il ruolo del diacono come colui che “è chiamato a essere uomo di comunione, ponte tra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli, con lo stile di Gesù che è venuto per servire e non per essere servito. La Chiesa ha bisogno di uomini che sappiano servire senza cercare i primi posti”.
Il giubileo si è, infine, concluso con la celebrazione della messa in S. Pietro, nella quale sono stati ordinati nuovi diaconi. Nell’omelia, letta da mons. Fisichella, il Santo Padre ha mandato a dire con forza a tutti i diaconi, e non solo, che la dimensione fondamentale della vita cristiana è la gratuità. Gratuità che nasce dal perdono e si fa servizio disinteressato per creare comunione. (diacono Giampietro Danieli)