E’ questo il titolo del documento che il vescovo ha promulgato e affidato a tutta la comunità diocesana, ai sacerdoti e ai fedeli laici, e in modo particolare ai diaconi, ai candidati e agli aspiranti al diaconato.
C’è inoltre un sottotitolo che specifica il carattere del documento: “Direttorio” sulla vita, ministero e formazione dei diaconi permanenti della Diocesi di Treviso.
Con la qualifica di “direttorio” dato al documento, viene indicato che il suo contenuto è finalizzato a dare senso e orientamento a questa figura ecclesiale qual è appunto il diaconato.
La giovinezza, quando si affaccia responsabilmente all’esistenza, avverte ergersi all’interno di sé domande fondamentali: chi sono, da dove vengo, dove sono diretto …Le risposte le sono necessarie per non perdere la giusta direzione. La mancanza di senso, infatti, produce disorientamento e dispersione. Proprio da queste considerazioni comprendiamo l’importanza e la preziosità che il direttorio acquista per questa giovane (venticinquenne) figura ecclesiale.
In questa prospettiva, il direttorio è da considerare uno strumento pratico e immediato che il vescovo offre anzitutto ai suoi diaconi per accompagnarli ed aiutarli a radicare sempre più la loro vita nel dono di grazia ricevuto con l’imposizione delle mani; e inoltre a maturare ed esprimere questo dono in quell’autentico servizio ecclesiale che in Gesù inginocchiato a lavare i piedi ai discepoli trova la sua forma e compimento.
LE MOTIVAZIONI DI UNA SCELTA
Le motivazioni che hanno sostenuto la necessità del direttorio sono molteplici.
- Anzitutto quelle derivanti dai documenti magisteriali:
– le indicazioni contenute nei due documenti delle Congregazioni Romane, quelle PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA e PER IL CLERO “Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti” e “Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti”, 22 febbraio 1998;
– CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, I diaconi permanenti nella chiesa in Italia. Orientamenti e norme, 1 giugno 1993;
– CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETA, Diaconato permanente nelle Chiese del Triveneto, 6 gennaio 2008;
- La necessità di valorizzare e rendere sempre più efficace il dono del diaconato che lo Spirito S. ha suscitato e donato alla nostra Chiesa diocesana;
- La crescita seppur moderata ma costante del numero dei diaconi (22), dei candidati (3), degli aspiranti (3);
- L’esperienza specifica di vita e di ministero diaconale maturata in Diocesi in questi 25 anni, esperienza che confermava e consolidava alcune intuizioni, che nello stesso tempo però suscitava nuove questioni che attendevano risposta puntuale e autorevole.
Tutto ciò ha motivato il vescovo a delineare e precisare, attraverso appunto il Direttorio, le direzioni più opportune attraverso le quali si potessero:
- determinare un minimo di obiettivi da perseguire per quanto concerne la figura del diacono, il discernimento della vocazione e la qualificazione del ministero diaconale;
- definire la formazione complessiva ponendo particolare attenzione ad una solida base teologica, pur rimanendo flessibili per gli altri aspetti culturali e curricolari;
- giungere ad una maggior maturazione dei rapporti negli ambiti di presenza del diacono con particolare riguardo ai rapporti diacono/vescovo, diacono/presbitero, diacono e fedeli laici. Precisare il rapporto di responsabilità con l’ambito di servizio pastorale, assunto per specifico mandato del vescovo; e anche i rapporti con la famiglia, il lavoro, la società civile.
La struttura del direttorio è semplice e lineare, è articolata su quattro aspetti.
- La figura del diacono. In questa parte è delineato il suo volto con riferimento alla realtà del ministero ordinato e il suo legame con il mistero di Cristo. In questo modo sono messi in risalto il suo profilo sacramentale, il rapporto con il vescovo e il presbitero e la sua posizione ecclesiale.
- Il ministero del diacono. Questo capitolo da una risposta alla domanda “quali sono le forme secondo le quali la grazia del diaconato si esprime nella Chiesa arricchendo le nostre comunità”? Attraverso la diaconia della Liturgia, della Parola e della Carità i diaconi santificano, istruiscono e amano coloro che il vescovo affida loro. Ma il diacono è chiamato a vivere la propria diaconia anche nei confronti della propria famiglia, del lavoro e della società civile.
- Lo stato ecclesiale del diacono. In questa parte sono precisati gli effetti canonici dell’ordinazione, il mandato pastorale, il sostentamento e la previdenza.
- Discernimento vocazionale e formazione. E’ il capitolo più nutrito.
Sono precisati: i criteri e i modi per accedere all’itinerario di discernimento. La formazione degli aspiranti e dei candidati nei suoi tempi e contenuti: spirituale, culturale-teologica e ministeriale. Sono inoltre definiti i tempi e le modalità della formazione permanente. Infine sono presentate le due commissioni di cui il vescovo si serve per programmare, coordinare, verificare e promuovere il ministero diaconale: la commissione “de promovendis ad ordines” e quella “per il diaconato permanente”.
La promulgazione del Direttorio da parte del vescovo implica l’acquisizione, non tanto dell’ovvia presenza dei diaconi, ma piuttosto dell’esordire di una tradizione diaconale dentro la storia della nostra Chiesa diocesana. La tradizione è importantissima per la vita e il futuro del diaconato. Essa, infatti, veicola il superamento di acerbità di stili di vita ministeriali, consolidamento d’itinerari formativi, purificazione della sua figura e delle virtù diaconali, plasmate a poco a poco dalla grazia dello Spirito nella concreta esperienza ecclesiale della prima generazione di diaconi. Questo “patrimonio” non può andar perduto nella tradizione orale, oggi assai labile. Il patrimonio, piuttosto, va “fissato” e tramandato alla nuova generazione di diaconi, non solo perché ne possano beneficiare, ma anche perché lo possano superare nel senso di arricchirlo di ulteriore Sapienza diaconale.
Il Direttorio è anche tutto questo.