Presenza vivente di Gesu’ servo

Omelia di Mons. Vescovo Andrea Bruno Mazzocato in occasione dell’Ordinazione di un Diacono permanente, in Cattedrale, il 13 settembre 2008

Care sorelle e fratelli, nelle letture della Parola di Dio di questa ordinazione a diacono permanente di Giampietro Danieli torna con insistenza la parola “servizio”. Nel libro dei Numeri si parla di una delle dodici tribù del popolo di Dio che era consacrata al servizio della Dimora di Dio e dei sacerdoti che offrivano i sacrifici a Dio a nome e a favore di tutti il popolo. Nel brano del Vangelo ci è stato narrato che Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e spiegò che cosa avrebbe distinto il loro modo di vivere assieme nella Chiesa rispetto al modo di tutte le società umane. In queste, chi arriva al potere si fa servire dai sudditi perché proprio il farsi servire è segno del loro potere, del loro essere primi. Nella Chiesa, invece, chi vuol essere il primo e il più grande si mette a servizio di tutti come un servo, anzi, uno schiavo. Il servizio è segno distintivo dei rapporti fraterni che i discepoli di Gesù vivono tra loro. Esso è una novità assoluta perché sconvolge completamente quello che è quasi un istinto che ogni uomo porta dentro di sé, potremmo dire dalla nascita: la tendenza a sentirsi più importante se riesce ad essere un po’ più sopra degli altri ed essere da loro riverito e servito. Tutti i cristiani sono chiamati a farsi servi dei fratelli che hanno accanto. Nella Chiesa, però, alcuni vengono consacrati per mostrare pubblicamente quello che ho chiamato il segno distintivo dei rapporti dentro la Chiesa. Essi sono i diaconi che, come dice la liturgia di ordinazione, vengono “consacrati per il servizio”. Esercitano questo servizio dentro la Chiesa in vari modi: prima di tutto, a favore del Vescovo, poi dei sacerdoti e delle necessità della Diocesi e delle parrocchie. Ricevono, però, l’ordinazione sacra non principalmente per esercitare certi servizi. Vengono consacrati con un dono speciale dello Spirito Santo non per “fare” dei servizi, ma per “essere” con tutta la loro persona e la loro vita il segno pubblico della legge che fa vivere la Chiesa: chi vuol essere il primo si faccia servo di tutti. In questo modo, essi mantengono vivo tra i cristiani l’esempio di Gesù “che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti”. Nell’ordinazione, a cui stiamo partecipando, lo Spirito Santo rende il diacono presenza vivente di Gesù servo. Questa è la grazia sacramentale che riceve: essere figura, manifestazione nella Chiesa di Gesù, che è nostro Signore perché si è inginocchiato a lavare i piedi di tutti e ha dato la vita per non perdere nessuno. Questo è il valore del diaconato permanente dentro la Chiesa, un dono di cui anche la nostra Diocesi gode da 25 anni. Ed è cresciuta in Diocesi la coscienza dell’importanza dei diaconi permanenti: ce ne siamo resi conto alcuni mesi fa vedendo la partecipazione numerosa e coinvolta di tanti cristiani alla celebrazione del 25° anniversario delle prime ordinazioni diaconali a Treviso. Questa sera il dono del diaconato si arricchisce grazie alla consacrazione di Giampietro Danieli che, dopo anni di seria e verificata formazione, giunge all’ordinazione accompagnato dalla moglie e dai figli che hanno condiviso il suo cammino. Entrerà a far parte della comunità dei diaconi permanenti rendendosi disponibile al Vescovo per quelle presenze e quei servizi di cui la Diocesi potrà avere bisogno. In essi, Giampietro potrà rendere presente e testimoniare Gesù servo e ricordare a tutti noi che siamo Chiesa del Signore nella misura in cui ci trattiamo reciprocamente come fratelli, pronti a farci servi gli uni degli altri. Offrirà la sua testimonianza nei servizi che gli saranno chiesti ma anche negli ambienti della sua professione, che continuerà ad esercitare, in famiglia, che è l’altra vocazione a cui è stato chiamato, e in tutti i rapporti che vivrà. Uniamoci, allora, in preghiera attorno a Giampietro partecipando all’invocazione dello Spirito Santo che tra poco il Vescovo farà dopo il segno sacramentale dell’imposizione delle mani. Chiediamo per lui tutte le grazie necessarie per essere nella Chiesa segno vivente di Gesù servo. Preghiamo anche per tutti gli altri diaconi permanenti perché con la loro testimonianza ci aiutino a vivere il segno che distingue i discepoli di Gesù dal mondo: il segno del servizio. Preghiamo per la moglie e i figli di Giampietro e per le famiglie degli altri diaconi permanenti perché partecipino della grazia ricevuta dal marito e dal papà. Chiediamo anche che il dono del diaconato permanente continui nella nostra Diocesi con nuovi chiamati, assieme a nuovi chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata