Segno della grazia del Signore Gesù

Omelia di Mons. Vescovo Andrea Bruno Mazzocato in occasione del 25° anniversario di ordinazione dei primi diaconi permanenti in diocesi, Cattedrale, il 17 maggio 2008

Cari sacerdoti, diaconi permanenti e fedeli, come abbiamo appena ascoltato, S. Paolo conclude la sua seconda lettera ai Corinzi con un augurio che è anche un inno di lode alla SS. Trinità la cui solennità stiamo celebrando: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. Nelle vicende della vita della giovanissima chiesa di Corinto, l’apostolo vede rivelarsi Dio nel suo Mistero di SS. Trinità; contempla l’opera di salvezza del Padre attuata nel suo Figlio Gesù grazie allo Spirito Santo. La Chiesa, nella sua esistenza concreta, appare come lo specchio che riflette il Volto eterno del nostro Dio Padre Figlio e Spirito Santo. Anche guardando alla nostra Chiesa diocesana possiamo, con consolazione spirituale contemplare la presenza e la rivelazione del nostro Dio. In particolare, guardando il dono, abbastanza recente, che Egli ci ha fatto con il diaconato permanente. Questa sera ricordiamo il 25° anniversario dell’ordinazione sacra dei primi tre diaconi permanenti nella nostra Diocesi. Non sarebbe esatto dire i primi perché certamente nei primissimi tempi della sua storia la Chiesa di Treviso ha avuto diaconi a servizio del Vescovo, come ci attesta anche la figura del Vescovo Teonisto, martire assieme ai suoi diaconi Tabra e Tabrata. Più precisamente, diciamo che dopo secoli essa ha riscoperto questo dono e ministero in comunione con gli orientamenti dati dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Il diaconato permanente in questi 25 anni è progressivamente cresciuto, si è consolidato e ha una sua, pur breve, tradizione, tanto che abbiamo potuto delineare la sua storia in uno scritto che verrà presentato. Consegno in questa bella occasione anche il “Direttorio”, che costituisce un segno ancor più consistente che il diaconato permanente ha maturato in Diocesi una sua fisionomia e un suo compito. Il Direttorio, infatti, attinge ai Documenti della Chiesa ma, per buona parte, è frutto dell’esperienza del diaconato permanente che abbiamo vissuto in questi anni. Esso costituisce un ministero stabile e significativo dentro la vita della Chiesa diocesana e possiamo dire, con molta più chiarezza rispetto ai primi anni, il suo valore e la sua importanza. Tante cose potremmo dire in questo momento circa il suo valore e importanza e le troveremo scritte anche nel Direttorio. Ma le prime parole che ci vengono nella mente sono quelle che Paolo esprimeva contemplando la giovane comunità cristiana di Corinto. Abbiamo davanti a noi la comunità diaconale formata da uomini che con fede e generosità hanno risposto ad una vocazione e, grazie all’ordinazione sacra, si sono messi a servizio per tutta la loro vita del Signore Gesù e della Chiesa. In profonda comunione con loro hanno accolto questa vocazione anche le mogli, per quanti sono sposati, i figli e le famiglie. In loro vediamo un segno grande della “grazia” del Signore nostro Gesù Cristo perché quello che sono, lo sono per grazia. Con l’ordinazione sacramentale il Signore Gesù li ha uniti a sé perché siano presenza viva e reale di Lui, che pur di salvare gli uomini, si è abbassato fino farsi il servo che lava i piedi agli uomini. Nel servizio che offrono e anche al di là di ciò che fanno, i diaconi sono una “grazia” di Cristo nella nostra Chiesa perché sono presenza di viva di Colui che è venuto non per farsi servire, ma per servire e dare la sua vita per la nostra salvezza. Gesù si è incarnato e si è fatto servo per obbedire a Dio Padre e al suo amore senza misura e mai stanco, che non si rassegna a vedere le sue creature perire in preda la peccato e alla morte. L’obbedienza di Gesù Servo continua nei diaconi permanenti perché si sono consacrati con Gesù a Dio Padre per collaborare con il suo amore infinito per la Chiesa e per gli uomini. La Potenza divina che li ha consacrati e che li sostiene continuamente è lo Spirito Santo, sceso su di loro nell’ordinazione sacra. Ed è lo Spirito della comunione che ha introdotto i diaconi in una nuova e vitale comunione con Gesù Servo; li ha riempiti di una nuova comunione con tutta la Chiesa a cui sono stati dedicati; nella Chiesa li ha stretti ad un particolare comunione con il Vescovo e, nel Vescovo, con i sacerdoti del presbiterio e tra di loro nella comunità diaconale. Riconosciamo in loro la grazia di Gesù, l’amore misericordioso del Padre e la forza di comunione dello Spirito Santo; sono, per questo, un segno vivente del Mistero di Dio che è Mistero di comunione trinitaria e agisce in mezzo a noi. L’eucaristia che stiamo celebrando, diventa così un inno di lode e di ringraziamento al nostro Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo che rivela il suo volto e il suo amore nella presenza e nel ministero dei diaconi permanenti. Il nostro grazia si estende, poi, ad ognuno di loro per il servizio che offrono in Diocesi e nelle parrocchie, per la testimonianza di dedizione a Cristo e alla Chiesa. Con loro, come già ho detto, abbracciamo le mogli e le famiglie. Invochiamo lo Spirito Santo perché in questo momento rinnovi nei diaconi il dono che ha posto in loro con l’imposizione delle mani del Vescovo. Imploriamo la provvidenza del Padre perché chiami altri uomini a questo ministero come è successo in questi anni e come avverrà ora con Mion che accoglieremo tra poco ufficialmente tra i candidati al diaconato permanente con il rito di ammissione.