Don Canuto Toso è tornato alla Casa del Padre: una lunga vita a servizio della diocesi e nella cura dei migranti, di ieri e di oggi

Si è spento nella tarda serata di ieri, sabato 1° ottobre, don Canuto Toso, 91 anni, sacerdote diocesano, membro della comunità dei sacerdoti Oblati, fondatore e per moltissimi anni alla guida dei “Trevisani nel mondo”, direttore per più di dieci anni della Migrantes diocesana.

E proprio i vertici dell’associazione “Trevisani nel mondo” questa mattina, 2 ottobre, lo hanno ricordato nella loro pagina Facebook: “È con grande tristezza e dolore che la Trevisani nel mondo annuncia la scomparsa del suo fondatore monsignor Canuto Toso – affermano i vertici associativi -. Senza la sua idea di fondare la Trevisani nel lontano 26 aprile 1973 oggi non saremmo una grande famiglia, collegata in tutto il mondo anche dalla rivista associativa di cui era direttore. Guidato da una fede incrollabile aveva una parola di conforto per tutti quelli che si trovavano in difficoltà, compresi tutti i migranti. Ci stringiamo al dolore dei suoi parenti e di tutti quelli che gli volevano bene”.

Nato a San Martino di Lupari il 17 maggio 1931, era stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1957. Lo scorso maggio, nell’ambito della Giornata di fraternità sacerdotale diocesana, era stato ricordato anche il suo 65° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Il proprio cordoglio all’associazione, ai famigliari e al Vescovo lo hanno espresso in giornata anche il presidente della Regione, Luca Zaia e il sindaco di Treviso, Mario Conte, che nel 2019 premiò don Canuto con il “Totila d’oro”. “Se ne va una persona che ha scritto non una, ma molte pagine di questa comunità – afferma Zaia -. E’ stato lui a dar vita a un network mondiale dei Trevigiani nel mondo. E’ lui che ha capito che l’identità, la storia le tradizioni, ma soprattutto la cultura e i valori si possono tramandare anche se non si vive direttamente in Veneto. Una grande perdita di un uomo che ha scritto una pagina di storia della nostra identità e dell’epopea dell’emigrazione veneta all’estero. Ha valorizzato questo mondo anche con i suoi tanti contatti a livello internazionale. Se ne va un visionario, una persona che sapeva guardare al futuro – prosegue -, ha saputo affrontare con molta sensibilità, lucidità ed estrema obiettività temi delicati, come l’immigrazione, valorizzando l’esperienza dell’immigrazione dei nostri veneti e relazionandola alla nuova emigrazione che ha interessato molti Paesi africani, ma soprattutto valorizzando la nuova immigrazione dei nostri ragazzi che vanno in giro per il mondo a studiare e lavorare. Don Canuto resterà sempre nei nostri cuori e resterà la sua opera – conclude Zaia -. Rivolgo il mio profondo cordoglio alla famiglia, a tutta la comunità dei Trevisani nel Mondo, a Sua Eccellenza il Vescovo e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”.

“Una stella polare, al servizio della gente in ogni parte del mondo – lo definisce il sindaco Conte -. Ha portato il suo sorriso, i suoi modi gentili in tutti gli angoli della Terra con l’associazione Trevisani nel mondo, ma è stato anche una guida spirituale per la nostra comunità. Gli volevo bene: aveva sempre la parola giusta, il consiglio o l’insegnamento illuminante dispensati con quello sguardo vispo e paterno che lo caratterizzava. Grazie di tutto, don Canuto, trevigiano nel mondo per sempre“.

Un legame forte, quello con i migranti, che sottolinea anche don Bruno Baratto, che è oggi direttore di quell’ufficio “Migrantes” che ha visto per tanti anni don Canuto spendersi per tutti i migranti, di ieri e di oggi. “Nonostante avesse assolto a vari incarichi nel suo lungo ministero – scrive don Bruno in un breve ricordo -, il nome di don Canuto rimane legato soprattutto ai migranti. In primis gli emigranti italiani: cofondatore nel 1973 dell’associazione “Trevisani nel mondo”, fu loro vicino fino in tarda età. Poi gli immigrati cattolici: fu il primo ad accoglierli, come direttore per più di dieci anni della Migrantes diocesana, e a render loro possibile dapprima le celebrazioni in lingua e in seguito, sul modello delle missioni italiane presso gli emigrati, un accompagnamento da parte di preti dei paesi di provenienza. Più di qualcuno dei migranti di prima generazione ancora lo ricordava, con riconoscenza. Negli ultimi tempi, più volte mi aveva ricordato la necessità di studiare le emigrazioni dei giovani trevigiani, intuendo che era un fenomeno diverso da quello dei loro padri e dei loro nonni. Il Signore lo ha ora accolto “in patria” nel suo Regno, la patria più autentica per ogni uomo e donna che sa accogliere e riconoscere la dignità di ogni altro uomo e donna, da qualunque Paese provengano, e dovunque la vita li conduca”.

Don Canuto Toso “ha lavorato a fianco degli ultimi e si è prodigato con opere di solidarietà e di vicinanza soprattutto agli emigrati italiani”. Così la Fondazione Migrantes nazionale, appena appreso la notizia, ricorda la figura di don Tos. Tra i tanti impegni pastorali del sacerdote – ricorda la nota – la direzione, per tanti anni, dell’Ufficio diocesano Migrantes. Ha inoltre fondato, nel 1973, l’associazione “Trevisani nel Mondo” e l’omonima rivista che ancora oggi dirigeva. “Ringraziamo il Signore – scrive la Fondazione Migrantes – per aver donato alla Chiesa che cammina con i migranti un sacerdote come don Canuto. Al vescovo di Treviso, ai confratelli sacerdoti, ai familiari e amici di don Canuto giungano le più sentite condoglianze del vescovo presidente, mons. Gian Carlo Perego, del direttore Generale, mons. Pierpaolo Felicolo e degli operatori della Fondazione Migrantes, dei missionari tra gli emigranti in tutto il mondo. Preghiamo affinché la sua testimonianza di vita e di impegno non venga dimenticata”.

I funerali, presieduti dal vescovo, mons. Michele Tomasi, si svolgeranno mercoledì 5 ottobre 2022 alle ore 15 nel tempio di S. Nicolò in Treviso. La celebrazione delle esequie sarà visibile su Antenna3 (canale 10 del digitale terrestre) e in streaming nel canale Youtube della diocesi e di Antenna3 Medianordest