Archivi della categoria: News Vescovo

Venerdì 25 marzo due nuovi lettori e un accolito: i ministeri conferiti dal Vescovo

Venerdì 25 marzo, alle 19, nella chiesa Immacolata del Seminario, il Vescovo presiederà la celebrazione eucaristica con il conferimento del ministero del lettorato e dell’accolitato ad alcuni seminaristi del Seminario diocesano. Si tratta di Luca Fecchio, originario della parrocchia di Santa Maria di Sala, e in servizio pastorale a Montebelluna, che riceverà il ministero di lettore; di Matteo Mason, della parrocchia di Loreggia, attualmente in servizio pastorale a Postioma e Porcellengo, che riceverà il ministero di lettore; e di Luca Volpato, originario di Ballò di Mirano, in servizio pastorale a Scorzè, che riceverà dal Vescovo il ministero dell’accolitato. Siamo chiamati ad accompagnare nella preghiera questi giovani e tutti i seminaristi.


“Nel Natale di Gesù la radice di ogni nostro rinascere”

Per il Natale 2021, vi auguro di diventare voi stessi un augurio di Natale. Un augurio è l’espressione del desiderio che alla persona a cui viene rivolto accada qualcosa di bello (non voglio nemmeno prendere in considerazione auguri di male…). Ci auguriamo, quindi, semplicemente di passare bene la festa del Natale. È già molto, ci sembra quasi difficile da esprimere in tempi così complicati come i nostri, soprattutto se incontriamo persone che in vario modo vivono la precarietà dell’esistenza a causa della malattia, della solitudine, di qualche difficoltà o crisi familiare, sociale, economica. Sentiamo, a partire dalla nostra fede, che quello che si festeggia è veramente importante, e quindi desideriamo che il contenuto celebrato possa riverberarsi sull’esistenza di chi lo festeggia. A volte ci basterebbe un po’ di serenità e di quiete. Ma no, non basta ancora. Allora desideriamo per gli altri che i loro desideri più cari possano realizzarsi in quel giorno. Auguriamo in fondo che accada qualcosa che scaldi il cuore, che dia luce e calore, che regali alla vita un colore e una musica carichi di affetti, di pace, che aprano al sorriso le persone care, soprattutto quelle più provate dalla vita. Poi ci diciamo subito che la pace e la gioia non possono limitarsi ad un giorno solo.

Qualcuno ne trae la conseguenza di rinunciare del tutto agli auguri.

Andiamo invece avanti. Andiamo in profondità del nostro desiderio di bene, per noi e per gli altri. Andiamo alle radici della possibilità di questo bene: il Signore Dio prende parte alla nostra vita, diventa uno di noi, il bambino Gesù, l’uomo vero. Lui prende le nostre parti. Quelle dello scartato, del debole, del piccolo. Quelle di ciascuno di noi, di tutti. Non ci lascia più da soli, ci sostiene, ci accompagna, ci guida. Si dona. Diventa dono. Abbandonato in croce, abbraccia tutti. Risorto è veramente presente, per sempre, e apre la vita all’eternità. Lui si fa Natale, Lui si fa dono, Lui assume e realizza ogni desiderio. Lui è garanzia, fonte e meta di ogni augurio. Se metto il mio desidero di bene per chi riceve i miei auguri nel cuore del Signore Gesù, Lui è caparra di ogni mio augurio. Ed è Lui che raggiunge l’altro nel mio augurio, che non è più soltanto una formula consueta, ma diventa parola vera, che sgorga dal cuore.

E l’augurio non è più nemmeno soltanto parola, ma respiro dell’anima che mette in moto la mia disponibilità, il mio cuore e le mie mani, la mia fantasia e tutto il mio desiderio per vedere realizzato il tuo desiderio di bene.

E troverò il modo, magari semplice e discreto per farmi presente, veramente persona con te, con tutti, affinché ti possa accadere davvero qualcosa di bello, un’emozione, una luce calda, un sorriso nuovo ed insperato.

 

Nel Natale di Gesù di Nazareth, il Cristo, vero Dio e vero uomo, ci sia la radice di ogni nostro rinascere, ci sia il motivo di ogni sorriso, di ogni aiuto, di ogni gesto piccolo o grande di fraternità, ci sia il desiderio che si realizzi ogni desiderio di bene.

Auguro a noi tutti che possiamo diventare un augurio vero, incarnato.

Buon Natale!


Messaggio: gli auguri del Vescovo

“Nel Natale di Gesù la radice di ogni nostro rinascere”

Per il Natale 2021, vi auguro di diventare voi stessi un augurio di Natale. Un augurio è l’espressione del desiderio che alla persona a cui viene rivolto accada qualcosa di bello (non voglio nemmeno prendere in considerazione auguri di male…). Ci auguriamo, quindi, semplicemente di passare bene la festa del Natale. È già molto, ci sembra quasi difficile da esprimere in tempi così complicati come i nostri, soprattutto se incontriamo persone che in vario modo vivono la precarietà dell’esistenza a causa della malattia, della solitudine, di qualche difficoltà o crisi familiare, sociale, economica. Sentiamo, a partire dalla nostra fede, che quello che si festeggia è veramente importante, e quindi desideriamo che il contenuto celebrato possa riverberarsi sull’esistenza di chi lo festeggia. A volte ci basterebbe un po’ di serenità e di quiete. Ma no, non basta ancora. Allora desideriamo per gli altri che i loro desideri più cari possano realizzarsi in quel giorno. Auguriamo in fondo che accada qualcosa che scaldi il cuore, che dia luce e calore, che regali alla vita un colore e una musica carichi di affetti, di pace, che aprano al sorriso le persone care, soprattutto quelle più provate dalla vita. Poi ci diciamo subito che la pace e la gioia non possono limitarsi ad un giorno solo.

Qualcuno ne trae la conseguenza di rinunciare del tutto agli auguri.

Andiamo invece avanti. Andiamo in profondità del nostro desiderio di bene, per noi e per gli altri. Andiamo alle radici della possibilità di questo bene: il Signore Dio prende parte alla nostra vita, diventa uno di noi, il bambino Gesù, l’uomo vero. Lui prende le nostre parti. Quelle dello scartato, del debole, del piccolo. Quelle di ciascuno di noi, di tutti. Non ci lascia più da soli, ci sostiene, ci accompagna, ci guida. Si dona. Diventa dono. Abbandonato in croce, abbraccia tutti. Risorto è veramente presente, per sempre, e apre la vita all’eternità. Lui si fa Natale, Lui si fa dono, Lui assume e realizza ogni desiderio. Lui è garanzia, fonte e meta di ogni augurio. Se metto il mio desidero di bene per chi riceve i miei auguri nel cuore del Signore Gesù, Lui è caparra di ogni mio augurio. Ed è Lui che raggiunge l’altro nel mio augurio, che non è più soltanto una formula consueta, ma diventa parola vera, che sgorga dal cuore.

E l’augurio non è più nemmeno soltanto parola, ma respiro dell’anima che mette in moto la mia disponibilità, il mio cuore e le mie mani, la mia fantasia e tutto il mio desiderio per vedere realizzato il tuo desiderio di bene.

E troverò il modo, magari semplice e discreto per farmi presente, veramente persona con te, con tutti, affinché ti possa accadere davvero qualcosa di bello, un’emozione, una luce calda, un sorriso nuovo ed insperato.

 

Nel Natale di Gesù di Nazareth, il Cristo, vero Dio e vero uomo, ci sia la radice di ogni nostro rinascere, ci sia il motivo di ogni sorriso, di ogni aiuto, di ogni gesto piccolo o grande di fraternità, ci sia il desiderio che si realizzi ogni desiderio di bene.

Auguro a noi tutti che possiamo diventare un augurio vero, incarnato.

Buon Natale!

Gli auguri del Vescovo per la festa musulmana di ‘Id al Fitr

Oggi, giornata di festa per i fedeli musulmani, per la fine del Ramadan, il vescovo Michele ha fatto giungere alle comunità islamiche un messaggio di auguri. Ecco il testo:

Carissimi, carissime,

‘Id al-Fitr mubarak!

è il mio augurio a voi come Vescovo di Treviso a nome di tutta la nostra Chiesa. A me si unisce anche don Bruno Baratto, incaricato di curare i rapporti tra cristiani e musulmani.

L’anno scorso ci auguravamo che la festa di fine Ramadan aprisse alla fine dell’emergenza della pandemia. Abbiamo dovuto in quest’ultimo tempo accettare che servirà un lungo cammino per affrontarne le conseguenze non solo per la salute fisica, ma anche per la salute della società, del lavoro, delle relazioni, per la salute delle nostre comunità e della nostra vita quotidiana… È un cammino che ci chiede di prenderci cura delle relazioni che viviamo, perché si tratta di un impegno grande, che non possiamo compiere da soli, né come singole persone né come singole comunità nazionali o religiose. Si tratta di mettere insieme il meglio che tutti e tutte possiamo fare, secondo quella grande indicazione del Corano: «Gareggiate nel bene» (Sura II, 148). Anche papa Francesco continua ad invitare tutti gli uomini e le donne di buona volontà a prendersi cura del bene comune, del bene di tutti, ancor più in questo tempo di grande incertezza, in cui crescono ancora le fatiche di molti: «i credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei più poveri (…) Tutti possono dare un singolare apporto al bene comune» (Fratelli tutti, 98; 282). Come credenti, possiamo farlo con speranza, perché sappiamo che Dio non ci abbandona mai. «Noi, cristiani e musulmani, siamo chiamati a essere portatori di speranza per la vita presente e futura, e testimoni, costruttori e riparatori di questa speranza specialmente per coloro che vivono difficoltà e disperazione, soprattutto in questo tempo» (Messaggio per il Ramadan 2021).

Auguriamo così a voi e a noi di poter trovare sempre più occasioni per incontrarci e impegnarci per il bene di tutti, in questo tempo in cui l’umanità ha bisogno davvero dell’intelligenza e della creatività di tutti per superare le grandi sfide che ci stanno davanti.

Ricordiamoci a vicenda nella preghiera, e ancora buona festa a tutti voi.

Michele Tomasi,

vescovo di Treviso

don Bruno Baratto,

incaricato per le relazioni tra cristiani e musulmani

Treviso, 13.5.2021