In questo tempo, segnato ancora dalla fatica della pandemia, siamo chiamati – come cristiani – a riconoscere il Signore presente nel nostro tempo e nella nostra realtà. Egli è il Vivente, «via, verità e vita» (Gv 14, 6). Questa consapevolezza di fede è propria sia dei fratelli Ortodossi sia delle diverse Chiese evangeliche.
Questa comunanza offre così alle nostre comunità parrocchiali e a ciascuno di noi la possibilità di vivere e rinnovare la cura delle relazioni interpersonali, attenzione che ci permette di essere umani e di rendere più umana la nostra vita.
In questa prospettiva l’Ufficio per l’Ecumenismo propone un semplice gesto che può aiutare a creare o a rafforzare una conoscenza e un’attenzione verso fratelli e sorelle cristiani non cattolici con i quali condividiamo già molti momenti della nostra vita (scuola, studio, lavoro, relazione di vicinato e di aiuto reciproco, i servizi di pubblica utilità, ecc …) ma nei quali l’aspetto religioso passa o viene tenuto in secondo piano. La comune fede in Cristo Gesù, invece, dovrebbe essere ciò che ci aiuta a superare e a comprendere meglio le differenze linguistiche e culturali, che esistono.
La comune celebrazione del Natale del Signore costituisce la prima occasione offerta dall’Anno liturgico per rinnovare e sviluppare la comune fede in Cristo Gesù, Salvatore delle genti.
- CON I FRATELLI ORTODOSSI
Come gesto di vicinanza i fratelli ortodossi (famiglie o singoli), suggeriamo di stampare o d’inviare (vedi allegato Ortodossi) il biglietto di auguri con l’icona della Natività, accompagnata da una preghiera tratta dalla Liturgia Bizantina e se possibile di condividerla.
Loro conoscono e comprendono molto meglio di noi cattolici latini il linguaggio delle icone, pertanto la consegna del biglietto di auguri potrebbe diventare l’occasione per “farsi spiegare” il significato proprio della sacra raffigurazione.
Nota sulla data della celebrazione del Natale
È opportuno ricordare che non tutte le Chiese Ortodosse celebrano il Natale nello stesso giorno. Le date variano per effetto dell’avvenuta o non avvenuta adozione del Calendario Gregoriano. Nel 1582 papa Gregorio XIII, allo scopo di far aderire con maggior precisione il calendario civile all’anno solare, decise di modificare il calendario introdotto da Giulio Cesare nel 45/46 a.C. e fino ad allora in uso, introducendo con la bolla papale Inter gravissimas il calendario che da lui prende il nome e attualmente in uso nella Chiesa Cattolica. L’orologio della storia venne così “portato in avanti” di 13 giorni. Pertanto:
- le Chiese Ortodosse di Costantinopoli, Romania, Grecia, Cipro, Polonia, Georgia, Alessandria, Antiochia e Bulgaria che hanno assunto il Calendario gregoriano (Calendario neo-ortodosso) celebrano il Natale il 25 dicembre come la Chiesa cattolica.
- il Patriarcato di Mosca (e quindi anche la Chiesa di Moldavia, che da esso dipende) e la Chiesa serba rimaste fedeli al Calendario giuliano celebrano il Natale il “nostro” 7 gennaio.
Per la determinazione delle feste mobili tutte le Chiese Ortodosse seguono il Calendario giuliano e pertanto la Pasqua viene celebrata nella stessa domenica (ma sempre “dopo” la Pasqua celebrata dai cattolici).
- CON I FRATELLIEVANGELICI
La celebrazione del Natale ha un’importanza diversa a seconda delle Chiese e Comunità di origine evangelica. Pertanto la possibilità di condividere o d’inviare il biglietto augurale (vedi allegato Evangelici) che riporta un canto natalizio della tradizione riformata (calvinista) può diventare occasione per comprendere il significato e il modo in cui essi celebrano il Natale.
In Allegato i biglietti augurali da condividere