Author: giovannazzola

Preparate la via del Signore

II Domenica di Avvento – Anno B
Il deserto è una terra fertile. Fertile perché riconduce al silenzio, perché costringe all’essenziale ed è capace di rinnovare la vita. In questo “paese fertile” si erge come un monumento l’amico dello Sposo: Giovanni il Battista, ascetico e radicale, ormai la sua vita è solo voce: voce che mostra la via, voce che indica la strada da costruire nel deserto … voce capace di annunciare la Parola.
Paul Klee “Monumento sul confine del Paese Fertile – Monument im Fruchtland”, Zentrum Paul Klee, Berna
Il Labirinto della Cattedrale di Chartres
Sul pavimento della cattedrale gotica di Chartres, in Francia, è disegnato il labirinto di forma circolare. Non è un vero e proprio labirinto, ma un unico percorso, che rappresenta idealmente il pellegrinaggio e il cammino spirituale della persona: la Strada che l’avvento ci invita a preparare nel deserto.

Io porrò inimicizia fra te e la donna.

IMMACOLATA CONCEZIONE
Una iconografia decisamente inconsueta questa di Maria che colpisce in faccia il demonio, con un pugno. Con quella libertà di espressione che spesso troviamo solo nei codici miniati, l’autore ci presenta la Vergine come una donna tenace e forte, capace di vincere il male, che difende e protegge i suoi figli dal peccato: il quale è il vero pericolo del mondo.
William de Brailes “La Vergine Maria colpisce il diavolo in faccia” ca. 1240, miniatura dal Libro d’ore (‘The De Brailes Hours’), Oxford

Fate attenzione, vegliate

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I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B Mc 13,33-37
La sentinella si è addormentata, stremata e accasciata non ha saputo reggere le lunghe ore di veglia della notte, ed ora la casa è rimasta incustodita, a nulla può più servire l’archibugio che trattiene in grembo ed invano il cagnolino vigile fa la guardia al suo posto. Da sotto l’arco si scorgono, lontani, i passi di qualcuno che sta arrivando ma non troverà nessuno che lo riconosca ad accoglierlo.
Carel Fabritius “La sentinella” 1654, Museo Statale – Schwerin.

L’avete fatto a me

CRISTO RE – ANNO A
Un vicolo stretto e buio dove si assiepano uomini e donne in un caotico darsi da fare che sembra privo di un ordine, di un senso. Ma uno sguardo più attento sa riconosce, nei gesti di queste persone, i segni della carità: “Signore quando mai ti abbiamo servito?”. Ogni volta che gli intrecci della vita assumono la forma dell’amore, anche se noi non siamo stati capaci di riconoscerti, Tu, Signore, ci hai incontrato (don Luca Vialetto).
Caravaggio “Le Sette opere della Misericordia” 1606-1607,Pio Monte della Misericordia – Napoli
 
Valle di Giosafat
Secondo un passo del profeta Gioele la valle di Giosafat è dove avrà luogo il giudizio finale di tutte le nazioni. Il nome ebraico (Jo-shafat), che significa “il Signore giudica”, ne rivela il valore simbolico, la tradizione ebraica, e poi quella cristiana e musulmana, l’ha identificata con la valle del Cedron, che si trova sul lato est del tempio di Gerusalemme, sotto il monte degli Ulivi (don Luca Vialetto).

Ho avuto paura

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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Lo sguardo fisso sui talenti che ha appena ricevuto (raffigurati come due monete d’oro nel palmo della sua mano), l’espressione pensosa di chi si chiede: “Che ne farò ora di questo dono?”. Quel servo è consapevole di trovarsi di fronte ad un bivio. Se sarà la paura a condurre le sue scelte, quei talenti andranno sprecati, sepolti. Ma una luce, per quanto debole e fioca, squarcia l’oscurità di quel momento: “La tua Parola è lampada ai miei passi”, sarà lei a indicarmi la strada e a moltiplicare il tuo dono (don Luca Vialetto).
Andrei Mironov “Parabola dei talenti” 2013
Peso sumero in pietra
Un talento era un’antica unità di misura della massa. Era un peso di riferimento per il commercio, nonché una misura di valore pari alla corrispondente quantità di metallo prezioso. La quantità di massa di un talento era diversa tra i diversi popoli e modificata nel tempo: all’epoca del Nuovo Testamento il peso del talento era di circa 34 kg (don Luca Vialetto).

Presero anche l’olio in piccoli vasi

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XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Alla mezzanotte dell’esistenza, quell’ora cruciale che segna il passaggio verso un nuovo giorno, i riferimenti della vita cambiano. Ciò che prima era importante ora non lo è più, e quei piccoli vasi, inutili scorte d’olio, diventano, alla fine, la cosa realmente essenziale: è arrivato lo Sposo che ci risveglia dal sonno, e a chi ha tenuto acceso il proprio fuoco, spalanca la porta del suo Regno (don Luca Vialetto).
Scultore romanico “Parabola delle dieci vergini” Portale di San Gallo, Cattedrale di Basilea, Svizzera.
Balsamario
Piccoli vasi, contenitori per oli e profumi, oggetti preziosi di marmo o di vetro, che gli archeologi trovano con abbondanza nei corredi funerari. Un vasetto simile a questi poteva garantire quella scorta d’olio che manteneva viva la fiamma in attesa dello Sposo (don Luca Vialetto).

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo

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XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
L’asciugatoio cinto intorno ai fianchi e il catino d’acqua davanti a sé, Gesù di fronte a Pietro, Dio inginocchiato davanti all’uomo. Gesù ci mostra il linguaggio dell’amore autentico e ci dona la capacità di vivere relazioni tra fratelli in modo nuovo: non più rapporti di potere o dinamiche di prestigio, ma un autentico ed umile servizio preoccupato unicamente della cura dell’altro (don Luca Vialetto).
Cattedra di Mosè
“La «cattedra di Mosè» designa un seggio distinto nelle sinagoghe, posto di fronte agli altri scranni” (A. Poppi). Un posto che sta innanzi agli altri, perché chi vi sedeva doveva essere un rabbino, un maestro della Torah. Particolarmente suggestiva è quella ritrovata nella sinagoga del sito archeologico di Corazin (in foto).

Con tutto il tuo cuore

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
La Carità con la destra sorregge un paniere ricolmo dei frutti di ogni stagione, simbolo dei beni condivisi con i fratelli: il dono è gratuito, per cui l’occhio non guarda da questa parte, ma lo sguardo si alza verso Dio al quale, questa virtù, dona il cuore e dal quale, allo stesso tempo, ne riceve uno nuovo. Il nimbo è segnato da una croce di fuoco: l’amore di Cristo infiamma il credente che vive il “grande comandamento” (don Luca Vialetto).
Giotto “La Carità (Karitas)” 1306, Cappella degli Scrovegni – Padova
RICORRENZA DEI SANTI E DEI DEFUNTI
Tombe e teschi, simboli di morte, disposti ai piedi di questo Crocifisso, eretto nel cortile di un cimitero. Ma il dono d’amore di Cristo trasfigura quello spazio e lo trasforma in un giardino dove nascono e fioriscono erbe e piante, segni di speranza, anticipi di resurrezione, e la vita trionferà sulla morte: sullo sfondo una città già annuncia la nuova Gerusalemme che scenderà dal Cielo, dimora dei Santi (don Luca Vialetto).
Giovanni Bellini “Crocifisso in un cimitero ebraico” 1501-1503 Prato – Galleria di Palazzo Alberti

Rendete a Dio quello che è di Dio

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
C’è una tensione che si percepisce negli sguardi degli astanti fissi sul Cristo: il tranello è ben congegnato, la moneta, che l’uomo porge a Gesù, è l’esca ora basta che scatti la trappola. Ma il Signore non si fa imprigionare e sembra rilanciare la provocazione: avete trovato l’immagine di Cesare imparate ora a riconoscere l’immagine di Dio (presente in ogni uomo) per restituire e non pagare, a Lui ciò che gli appartiene (don Luca Vialetto).
Bernardo Strozzi “La moneta del tributo”, 1630 ca., episcopio, Treviso.
Moneta romana con l’effige di Tiberio
Per gli imperatori romani, le monete oltre ad essere un importante strumento economico, furono anche un potente mezzo di propaganda per promuovere l’immagine dell’imperatore in un tempo in cui i mezzi di comunicazione non esistevano e la tradizione orale faticava a stare al passo con tempi e distanze. (P.S. Tiberio è l’imperatore degli anni del ministero pubblico di Gesù)

La sala delle nozze si riempì di commensali

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
La sala delle nozze si riempì di commensali.
Veramente tutti sono entrati in questo “banchetto nuziale”; al centro è raffigurato il classico “scemo del villaggio” e, in un angolo, si sta confessando da un frate un signore elegante che probabilmente si è infiltrato alla festa. Riconosciamo facilmente la sposa, un drappo verde alle sue spalle ce la indica, ma dov’è lo sposo? Probabilmente, seguendo le usanze del tempo, è uno degli uomini intenti a servire a tavola … come il Cristo che chiama tutti, buoni e cattivi, al banchetto del Regno e dopo averli fatti sedere a tavola passa a servirli (don Luca Vialetto).
Pieter Bruegel il Vecchio “Banchetto nuziale”, 1568 circa, Kunsthistorisches Museum – Vienna.
Ketubah romana del diciottesimo secolo.
La ketubah (letteralmente documento”; plur. ketubot) è l’accordo nuziale ebraico. È considerato parte integrante del matrimonio ebraico tradizionale e illustra i diritti e le responsabilità dello sposo, in relazione alla sposa. Il Cristo sposo ha sancito sulla Croce il patto nuziale con la Chiesa sua sposa (don Luca Vialetto).