Author: giovannazzola

Lampada che brilla in un luogo oscuro

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TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
San Pietro tiene di fronte a sé un libro aperto; la Parola di Dio, testimonianza migliore per interpretare, comprendere, conoscere la straordinaria esperienza vissuta sul Tabor. La Parola rende salda l’esperienza di un incontro altrimenti indicibile, che trasforma lo sguardo del discepolo capace di non vedere nient’altro se non Gesù solo, perché riconosce il riflesso del volto luminoso di Cristo che brilla in tutte la creazione (don Luca Vialetto).
Pittore Veneto Cretese, “Trasfigurazione”, Sec. XVI, Museo Diocesano, Treviso.
Iconografo al lavoro.
Tradizionalmente l’icona della Trasfigurazione era proprio la prima icona che l’iconografo scriveva (l’icona non si dipinge si scrive), dopo essersi preparato con il digiuno e la preghiera. Questo perché l’icona era per la trasfigurazione del mondo. Non soltanto contemplazione, per alimentare la propria spiritualità, certamente anche questo, ma anche nello stesso tempo per far risplendere la luce del volto di Cristo nel mondo per trasfigurarlo (don Luca Vialetto).

Trovata una perla di grande valore

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XVII DOMENICA T.O. – ANNO A
Trovata una perla di grande valore
Lo sguardo attento e i gesti lenti e misurati, una piccola bilancia tra le sue mani, di cui si serve per conoscere l’autentico valore delle cose, dei preziosi posti sul suo tavolo. È un tempo di studio e di indagine che le permetterà di riconoscere, quando la incontrerà, la perla dal grande valore per la quale varrà la pena spendere tutti i propri beni: così questa donna si prepara ad affrontare il giorno del “Grande Giudizio” monito costante che tiene appeso come quadro sulla parete di fondo della sua stanza.
Jan Vermeer “La Pesatrice di perle (o Donna con una bilancia)” 1664, National Gallery of Art – Washington.

I “tesoretti” archeologici

Capita agli archeologi di ritrovare anfore sepolte piene di monete, vasellame prezioso meticolosamente raccolto e interrato… Sono i cosiddetti “tesoretti”, beni preziosi che il proprietario aveva sepolto per proteggerli dal passaggio degli eserciti o dai ladri, e che poi non ha più recuperato. Tesori nascosti in un campo che hanno dato vita a numerose leggende e che ci ricordano la parabola di Gesù.


Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme

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XVI DOMENICA T.O. – ANNO A
In una torrida giornata estiva, uomini e donne lavorano alla mietitura falciando e raccogliendo covoni di grano, ma la parabola della zizzania ci ricorda che a noi non è richiesto questo… La presenza della zizzania nel mondo ci interroga e ci provoca ma non spetta a noi estirparla: di un Altro è il giudizio, in un altro tempo avverrà il raccolto, altri lo faranno, a noi spetta il perseverare nella cura del campo del mondo (don Luca Vialetto).
Pieter Bruegel il Vecchio “La Mietitura” 1565, Metropolitan Museum – New York
Gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami
Dare credito ai semi del Regno, per quanto piccoli ed apparentemente insignificanti, come il granello di senape, produce un dono sovrabbondante. Così l’albero della vita cresce, all’interno di una tensione dinamica tra attesa (la danzatrice sulla sinistra) e compimento (l’abbraccio a destra), ma i suoi rami si espandono forti e ospitali e accolgono tra le loro fronde la straordinaria varietà della vita (don Luca Vialetto).
Gustav Klimt “Fregio di Palazzo Stoclet” 1905 – 1909, Palazzo Stoclet, Bruxelles.
Area Megalitica di Aosta, Saint-Martin de Corléans
Un’aratura rituale, eccezionalmente ben conservata, che ha delimitato l’area sacra è la traccia umana più antica dell’area megalitica di Saint- Martin. Gli archeologi lo fanno risalire al 4.200 a.C. L’uomo da sempre ha vissuto come sacre la semina e il raccolto, una sacralità naturale che Gesù rilegge come parabola del Regno (don Luca Vialetto).

Il seminatore uscì a seminare

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XV DOMENICA T.O. – ANNO A
Il sole, basso sull’orizzonte, come una sorta di grande aureola sottolinea la sacralità di quella vita semplice e quotidiana dalla quale Gesù parte per parlarci in parabole. Il seminatore raccoglie dal suo cuore semi di luce che lascia cadere nei solchi di una terra color turchese, ormai ricolma di cielo, mentre il grano, già maturo e abbondante, ha riempito il cielo completamente giallo; saturo del frutto della terra (don Luca Vialetto).
Vincent van Gogh “Seminatore al tramonto” – 1888 – Museo Kröller-Müller – Otterlo (Paesi Bassi).
Il paesaggio della Galilea.
Quando visitiamo la Terra Santa, spesso, è proprio il paesaggio che ci riporta di più al Vangelo, soprattutto quando è meno segnato dalla presenza dell’uomo. Questa terra nella quale Gesù si è immerso per trent’anni, contemplando la vita degli uomini, per leggervi il mistero di Dio e riconoscervi la parabola del Regno (don Luca Vialetto).

Io vi darò ristoro

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Ferri arrugginiti, attrezzi abbandonati, materiale da discarica giudicato inutile e scartato che l’artista ha raccolto, ha saputo vedere con uno sguardo diverso e al quale ha donato una nuova vita riscoprendone e ridonandogli poesia e bellezza. L’artista fa con le cose ciò che Dio fa con la nostra vite, trasfigurando quella parte di esistenza che giudichiamo di scarto che sentiamo come una sorta di giogo pesante che opprime le spalle, perché diventi un peso leggero carico di luce 8don Luca Vialetto).
Ciro (Roberto Cipollone) “i Grandi cuori”
Casa delle stole sacerdotali
La stola di un prete, giogo leggero, di stoffa, che a volte diventa carico pesante, paramento portato da uomini, santi e peccatori, che attraverso la loro vita hanno testimoniato molteplici volti di Chiesa e si sono fatti strumento perché la Parola di Dio tornasse ad incarnarsi nella vita dei fratelli. Una raccolta anomala, questa delle stole di “Villa San Francesco” che attraverso semplici tessuti rivela e al tempo stesso nasconde la perenne creatività dello Spirito (don Luca Vialetto).

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Chi avrà perduto la propria vita la troverà

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XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Il crocifisso dolcemente abbracciato e la corona dei principi Gonzaga ormai definitivamente abbandonata con la consapevolezza di aver trovato un tesoro più abbondante, un amore più grande. Una vita non più trattenuta ma consumata, in una manciata d’anni, nel servizio e per questo pronta a ricevere la propria ricompensa nell’eternità (don Luca Vialetto).
Gian Domenico Tiepolo “San Luigi Gonzaga” 1760, pinacoteca di Brera – Milano.
Crocifisso di Madre Teresa
Per chi è familiare con le Missionarie della Carità (suore di Madre Teresa) sa che in ogni loro cappella, ovunque si trovino nel mondo, accanto al Crocifisso, campeggia la scritta “I thirst”, ho sete. Con quanta acqua fresca, fatta di carità, di servizio, di fede … è stata dissetata questa sete del Signore (don Luca Vialetto).

Solennità dei Santi Pietro e Paolo Apostoli

Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli (Mt 16,13-19)
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia (2Tm 4,6-8.17-18)
Le mani stringono le spalle del compagno in un abbraccio sincero e virile, lo sguardo fisso negli occhi del fratello espressione di una conoscenza reciproca intensa ed intima, Pietro e Paolo esprimono unità e comunione la loro comune intercessione faccia crescere nella Chiesa relazioni autenticamente fraterne (don Luca Vialetto).
Rilievo incompiuto con l’abbraccio tra Pietro e Paolo, Museo Paleocristiano – Aquileia

Non abbiate paura

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XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Il sangue di tutte le vittime del mondo grida a Dio dalla terra: “chi ci vendicherà? quando il nostro Redentore si alzerà?”. Come è possibile, straziati dalla tortura, non temere il carnefice, continuare a confidare in Dio e sentirsi ancora custoditi dalle sue mani? Paradosso della Croce di Cristo. Il carnefice che lascia che il proprio cuore sia abitato da violenza e crudeltà, distrugge la sua stessa anima e viene ucciso molto più profondamente della sua stessa vittima.
Fernando Botero “Abu Ghraib 60”, 2005, (dalla serie di dipinti e disegni realizzati dall’artista colombiano per esprimere l’indignazione di fronte alle sevizie inflitte nel carcere di Abu Ghraib.
Risiera di San Sabba – Trieste
Ci sono dei luoghi (la risiera di san Sabba a Trieste è uno di questi) che conservano la memoria di un abisso di malvagità e crudeltà, luoghi in cui è difficile credere in Dio e ancor più e difficile continuare a credere nell’uomo. Tra quelle mura, mantenere ferma la fede nell’amore provvidente del Padre sembra un gesto folle, ma assume la forza di un atto rivoluzionario capace di trasformare il mondo (don Luca Vialetto).

Guarite gli infermi

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XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Un medico e una suora al capezzale di una donna gravemente ammalata a cui prestano le loro cure; scienza e carità atteggiamenti da non vivere come contrapposti, ma espressioni complementari di quel mandato ad evangelizzare e a guarire che il Signore dà ai suoi discepoli. Invio che spinge il discepolo a prendersi cura dei fratelli e delle sorelle spendendo gratuitamente sé stesso per condurre all’incontro con Dio che salva tutta la persona; spirito, anima e corpo (don Luca Vialetto).
Pablo Picasso “Scienza e carità”, 1897, Museo Picasso, Barcellona.
Le dodici colonne della chiesa di San Nicolò
Dodici colonne come dodici sono gli apostoli, un simbolo che ritroviamo in molte chiese, per ricordarci che la comunità dei credenti parte dall’esperienza vissuta da queste persone (delle quali conosciamo pochissimo) attorno a Gesù di Nazaret; inizio di quel legame fondamentale che da loro arriva ininterrottamente fino a noi e che congiunge la Chiesa a Cristo (don Luca Vialetto).

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio

CORPUS DOMINI – ANNO A
San Bernardo è nutrito da Cristo con il suo stesso sangue, il realismo con cui il pittore descrive la scena può apparire eccessivo ed anche infastidire, ma ci interroga su cosa realmente nutra la nostra vita. Ciò che ci nutre ci trasforma; Bernardo allarga le braccia e il suo corpo assume la forma del Crocifisso, schiaccia un diavolo sotto i suoi piedi la forza di questo nutrimento lo rende capace di vincere il male.
Giovanni Benedetto Castiglione (il Grechetto) “Visione mistica di san Bernardo” 1642, chiesa di S. Maria della Cella Genova
Altare del Miracolo Eucaristico di Bolsena
Nelle catacombe di S. Cristina di Bolsena è custodito l’altare dell’ VIII secolo dove nel 1263 avvenne il prodigio eucaristico che tradizionalmente leghiamo all’istituzione della festa del Corpus Domini. Molti nel mondo sono i luoghi legati ai “Miracoli Eucaristici” segni che ci invitano a ravvivare la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.