Author: giovannazzola

Può forse un cieco guidare un altro cieco?

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Cappello, mantello e bordone, i ciechi raffigurati da Bruegel sono chiaramente dei pellegrini, ci ricordano che il cammino fondamentale della vita, ma per certi versi anche quello più difficile, è il cammino spirituale. Le loro orbite vuote ci fissano e ci interrogano costringendoci a chiederci: “Noi verso dove stiamo andando?”. Anche la ghironda (lo strumento musicale) si e rovesciata e rotta nella caduta, per la mancanza di una guida che sappia davvero far risuonare l’armonia della vita (don Luca Vialetto).
Pieter Bruegel il vecchio, “La parabola dei ciechi”, 1568, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli
L’abito fa il monaco, e non solo.
Bruegel veste i ciechi della parabola come dei pellegrini. Nei secoli passati, per tutti e non solo per i religiosi, l’abito era una sorta di divisa che indicava molti aspetti dell’identità della persona: professione, status sociale … In particolare i pellegrini vestivano con un cappello a tesa larga, il bordone (bastone) e la mantella che avevano certo anche una funzione pratica ma allo stesso tempo li rendeva immediatamente riconoscibili (don Luca Vialetto).

Amate i vostri nemici

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La carne nuda e fragile del Signore, contrapposta all’acciaio freddo e tagliente dell’armatura del capo delle guardie. La debolezza è l’apparente fallimento di Dio, contro la violenza dei suoi aguzzini. Un manto scarlatto avvolge il corpo di Cristo, richiama il suo sangue, la sua vita donata, ma anche la sua regalità, il suo trionfo, perché solo l’amore è più forte della morte, e l’amore per i nemici è la via alla risurrezione (don Luca Vialetto).
Caravaggio “Incoronazione di spine” 1603, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Colonna della flagellazione
Nella basilica romana paleocristiana di Santa Prassede, dentro un reliquiario a forma di tempietto dorato, è esposta una colonnina di pietra bianca e nera. In essa sarebbe stata riconosciuta la colonna alla quale fu legato Cristo per la flagellazione (don Luca Vialetto).

Beati voi

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Uomini, donne, bambini, giovani e vecchi, gli occhi fissi sul Maestro, attenti a non perdere nessuna delle sue parole. Gesù li coinvolge in modo diretto: “Beati voi”, ma racconta le beatitudini senza quei segni magniloquenti delle epifanie antiche. Usa, invece, il tono semplice e famigliare di un Dio che si fa prossimo, e in questo contesto, fin troppo umano, viene donata una legge nuova, straordinariamente divina, che trasforma povertà, fame, pianto e persecuzione da strada di dolore e di morte a via di Resurrezione (don Luca Vialetto).
Károly Ferenczy, “Discorso della montagna”, 1896, Galleria nazionale Magiara, Budapest.
Il monte delle Beatitudini
Un paesaggio ondulato di colline sull’azzurro increspato del Lago di Tiberiade: qui, nel 1936, iniziò lo scavo dell’antico santuario delle Beatitudini. Vennero trovati la grotta, un’elegante chiesa bizantina, e i ruderi di un edificio che si identificò come un monastero. Il santuario moderno, ottagonale per ricordare le otto beatitudini, non è stato elevato sui resti di quello antico, ma in una posizione più elevata sulla costa della montagna prospiciente al lago. (don Luca Vialetto)

D’ora in poi sarai pescatore di uomini

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Nel Paesaggio, sullo sfondo, Tiziano dipinge un lago e la scena della pesca miracolosa. È il passato che sta alle spalle dei due apostoli, ma che ancora li sostiene nel loro presente. Pietro non lo ha capito subito, ma quel primo incontro con Gesù racchiudeva già dentro di sé il mistero di tutta la sua vita: un seme posto all’inizio del suo percorso che si svilupperà e porterà frutto, una chiamata che darà forma alla vita, un evento di cui fare memoria ogni volta in cui c’è bisogno di tornare ad orientare il cammino (don Luca Vialetto).
Tiziano Vecellio, “Madonna con Bambino in gloria e santi Andrea e Pietro” detta anche “pala di Serravalle”, 1542, chiesa di Santa Maria Nova, nel quartiere di Serravalle a Vittorio Veneto.
“La Barca di Pietro” nei Musei Vaticani
Dal marzo 2023 un’imbarcazione, fedele riproduzione dell’antica e originale Navicella di Pietro ritrovata nel 1986 sul fondo del lago di Tiberiade, è custodita all’ingresso dei Musei Vaticani. Adagiata alla base della moderna rampa elicoidale “La Barca di Pietro” accoglie, con la sua forte carica simbolica e spirituale, tutti i pellegrini e i turisti (don Luca Vialetto).

I miei occhi hanno visto la tua salvezza

PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO
Non al centro della scena, né tanto meno circondati dallo splendore degli arredi e dei paramenti del tempio: è così che il vecchio Simeone incontra la santa famiglia, in un angolo appartato, quasi intimo. La gente che frequentava il tempio quel giorno probabilmente non si è accorta di nulla, ma il cuore di Simeone e Anna è un cuore che cerca, nutrito della Parola di Dio. Per questo i loro occhi possono vedere, nascosta nell’ombra, la luce di un Dio che continua a visitare il suo popolo (don Luca Vialetto).
Rembrandt Harmenszoon van Rijn “Simeone e Anna riconoscono in Gesù il Signore” 1629 circa, Kunsthalle, Amburgo.
Ipapanté, è il nome più antico di questa festa, la Presentazione di Gesù al tempio, e significa “incontro”. Da Gerusalemme la festa si diffuse in tutto l’Oriente e poi, per volontà di papa Sergio, fu introdotta a Roma e collocata il 2 febbraio. Questa festa chiude le celebrazioni natalizie (per questo, per tradizione, solo dopo la festa della presentazione di Gesù viene tolto il presepe). Il rito della processione con le candele benedette esprime l’incontro di ciascuno di noi con Gesù, Luce del mondo (don Luca Vialetto).

In modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
L’evangelista, che ci accompagnerà lungo tutto il cammino di quest’anno liturgico, presenta sé stesso e la sua opera. Il Verbo eterno del Padre, attraverso la mediazione dei testimoni oculari della sua incarnazione, diventa Parola scritta: un lavoro minuzioso e attento, compiuto affinché la fede di chi ama Dio possa trovare un fondamento stabile e solido, e ogni generazione riconosca che in Gesù la scrittura continua a compiersi nella storia (don Luca Vialetto).
Andrea Mantegna “Polittico di San Luca – scomparto centrale con San Luca allo scrittoio” 1453 – 1454, Pinacoteca di Brera, Milano.
Il Papiro Hanna 1 (Mater Verbi)
Nel gennaio 2007, la famiglia Hanna e la Solidarity Association donarono, alla Biblioteca Apostolica Vaticana, uno fra i più importanti e preziosi manoscritti dei Vangeli, il Papiro Hanna 1 (Mater Verbi). Vergato agli inizi del III secolo d.C., è uno dei più antichi testimoni superstiti del testo del Nuovo Testamento. Originariamente conteneva per intero i Vangeli di Luca e di Giovanni, in questo ordine; oggi, circa 1.800 anni dopo, conserva ancora circa la metà di entrambi i Vangeli. Noto agli studiosi come P75 questo papiro è una delle fonti più importanti per la ricostruzione del testo dei Vangeli (don Luca Vialetto).

Hai tenuto da parte il vino buono finora

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
(Paolo Veronese, l’autore del dipinto, ritrae sé stesso, insieme a maggiori pittori di Venezia, nel gruppo di musicisti al centro della scena). Un concerto per ravvivare la festa di nozze del Cristo, unico vero sposo dell’umanità; L’arte, la creatività, insieme a tutti gli altri doni che ciascuno di noi possiede, messe a servizio della gioia degli uomini. Un dono gratuito che solo chi sa bene da dove proviene quel vino nuovo, unica fonte della vera gioia, può fare a chi, avendo consumato il proprio banchetto, è già ubriaco (don Luca Vialetto).
Paolo Caliari detto il Veronese “Le nozze di Cana” 1563, Parigi – Louvre.

Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento

BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO C
Battezzarsi significa immergersi, tuffarsi: tuffarsi dentro la vita degli uomini, in maniera totalmente anonima. Lui, che è senza peccato, è lì dove non dovrebbe esserci e si mette in fila con i peccatori, condividendo il loro cammino: è questo ciò di cui il Padre si compiace: ama questo Figlio che si lascia sommergere dall’umanità affinché l’uomo possa a sua volta tuffarsi nell’immenso oceano di Dio (don Luca Vialetto).
Arte greca “Tomba del tuffatore” 480/70 a.C, Museo archeologico nazionale di Paestum
Battistero di Aquileia
I battisteri paleocristiani ci testimoniano l’importanza e il valore dato al sacramento del battesimo nella chiesa antica, tanto da riservargli edifici e luoghi ad uso esclusivo. Spesso, come nel caso di quello di Aquileia, è già l’architettura (forma e orientamento dell’edificio e della vasca, numero e posizione dei gradini…) che, anche senza il bisogno di immagini, esprime il significato del rito che veniva lì compiuto (don Luca Vialetto).

Giubileo

Entrando nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma e spostandoci verso il primo pilastro della navata destra, possiamo vedere un frammento staccato di un affresco, attribuito a Giotto di Bondone. Il dipinto, probabilmente eseguito nel 1300, proveniente dalla loggia delle benedizioni della medesima chiesa e trasferito all’interno della basilica dopo che la loggia fu demolita.
L’immagine è tradizionalmente nota con il titolo: “Papa Bonifacio VIII indice il Giubileo del 1300” e raffigura il Papa, con sul capo la tiara, che si affaccia alla loggia alzando la mano destra nell’atto di benedire la folla. A sinistra vediamo un Cardinale, vestito di bianco, e a destra un giovane chierico, vestito di bianco, che tiene in mano un lungo cartiglio. Il dipinto originariamente era molto più grande, possiamo conoscere il suo aspetto iniziale grazie ad un disegno contenuto in un esemplare degli Instrumenta translationis (1622) di Giacomo Grimaldi, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, che presenta nel registro superiore, il pontefice circondato da numerosi curiali, prelati e canonici, tra i quali si scorgono anche figure di laici e nel registro inferiore, la folla accorsa e stante rivolta all’intera corte papale.
A quale episodio del pontificato di Bonifacio VIII si riferisce questo frammento di dipinto, e quindi il disegno che ce lo restituisce nella sua interezza? Gli storici dell’arte si sono divisi su tre ipotesi principali. Nella prima, quelle tradizionale, l’opera è ritenuta la descrizione per immagini del rito con la quale il papa Bonifacio VIII aprì il primo Giubileo, ipotesi rafforzata sulla base dell’iscrizione contenuta nel cartiglio, e in particolare per le parole Ad perpetuam rei memoriam, che farebbe riferimento alla seconda bolla giubilare del pontefice.
La seconda ipotesi, che all’iscrizione ugualmente si lega, ritiene che la scena richiamerebbe la cerimonia inaugurale dei processi ecclesiastici.
Una terza lettura reputa che la scena raffiguri papa Bonifacio VIII che si mostra alla folla al termine della cerimonia della presa di possesso del Patriarchium.
L’ipotesi tradizionale resta quella più accreditata e per il pellegrino che varca la porta santa della Basilica del Laterano, questo affresco resta un’importante testimonianza che idealmente lo ricollega, attraverso i secoli, con il primo giubileo.