Avvertiti in sogno 

EPIFANIA – ANNO A 
Il messaggero del cielo è già arrivato e affianca già il giaciglio dei Magi. Ha l’incarico di dire loro di non tornare da Erode il cattivo, e di far rotta verso casa percorrendo altre strade ed evitando la città del re. Ma l’angelo scolpito da Gislebertus indica la stella, mentre sveglia i Magi. Come mai? Non li invita certo a seguirla, nel viaggio di ritorno: nessun sapiente può immaginare una cometa che torna anche indietro. E poi… la stella non ha più la coda: è ferma, è un fiore. E allora? Perché l’angelo punta il dito verso di lei?
Il pensiero ancora tutto preso dalla loro avventura, i Magi riposano stesi l’uno accanto all’altro, con le tre teste sullo stesso guanciale. Un angelo dal viso efebico mostra, con l’indice alzato, la stella, e con l’altro indice sfiora appena il dito del re mago più vicino che si sveglia e si turba; il suo compagno apre appena un occhio, il terzo, sfinito dalla fatica, dorme profondamente.
La domanda dell’angelo è semplice. Chiede: “Ora che avete visto il Dio fatto uomo in un bimbo, seguirete nella vostra vita la sua stella?”. E la risposta è altrettanto chiaramente scolpita nel marmo di Autun: anche tra le teste coronate e sagge c’è chi vede e poi crede, c’è chi forse si converte solo a metà, e infine c’è chi, pur avendo visto, dimentica molto molto in fretta (don Luca Vialetto).
Gislebertus “Capitello con il sonno dei magi” sec. XII , Autun (Borgogna) Museo della Cattedrale di san Lazzaro