Archivi della categoria: Eventi arte e cultura

Molte cose ho ancora da dirvi

S. TRINITÀ
Non si può svuotare il mare con una conchiglia per metterlo in una piccola buca, né si può, con la nostra mente limitata, comprendere il mistero di Dio; ma lo Spirito ricolma il cuore più che la mente del discepolo dell’insondabile e sublime bellezza della Trinità. Ciò che riusciamo a custodire in noi è solo un frammento, di quanto della divinità è mirabile, ma è una stilla che trasfigura la nostra vita e il creato, nella sovrannaturale luce della Carità di Dio (don Luca Vialetto).
Bernardino Di Betto detto il Pinturicchio “Visione di sant’Agostino” predella della pala di santa Maria dei fossi, 1496 – 498, Galleria Nazionale Umbra, Perugia
Basilica del Concilio di Nicea
In Turchia, le vestigia di un’impressionante costruzione religiosa sono state ritrovate, nel 2014, immerse nelle acque del lago di Iznik l’antica Nicea. Secondo le ultime ipotesi, potrebbe trattarsi di una basilica strettamente legata allo storico primo concilio dell’anno 325. I resti archeologici sono del V secolo, ma la basilica sorge su di una chiesa precedente eretta a sua volta sulla tomba di un martire, nella quale i vescovi del primo concilio di Nicea avrebbero pregato nel IV secolo (don Luca Vialetto).

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

PENTECOSTE
Lo Spirito scende, nella mente e nel cuore, di questi quattro uomini, perché possano far conoscere Cristo, contemplarne la verità, gustarne la pace e vincere ogni paura. La Parola, studiata, pregata, amata, disposta sul leggio che hanno di fronte, è stata, per loro come per ciascuno noi, memoria viva di Cristo e strumento imprescindibile dell’incontro con il Paraclito, l’Amore stesso del Padre e del Figlio (don Luca Vialetto).
Michael Pacher, “Altare dei Padri della Chiesa” 1483 circa, Alte Pinakothek, Monaco
Il “Codex Purpureus Rossanensis”
Tale documento è un manoscritto greco del VI secolo, in pergamena colore porpora (da qui il nome “Purpureus”). Al suo interno contiene i testi dei vangeli di Matteo e Marco, e una serie di miniature. La sacra scrittura, scritta per ispirazione dello Spirito Santo, solo se letta guidati dal medesimo Spirito è Parola di Dio che fa abitare la Trinità nel cuore del credente (don Luca Vialetto) .

Alzate le mani, li benedisse

ASCENSIONE DI CRISTO
Cristo entra nel cielo, in una solenne liturgia che sigilla il tempo dell’incarnazione. La vita terrena di Gesù è stata l’unico ed autentico atto di culto, del quale i rituali e le cerimonie dell’antico tempio di Gerusalemme erano solo ombra e figura. La porta del cielo si è spalancata per noi, attraverso questa soglia scorre un fiume di grazia che dona ai discepoli vita nuova e perdono e fa tracimare il loro cuore di gioia (don Luca Vialetto).
Mosaicisti veneziani del XII secolo “Cupola dell’Ascensione” Basilica di san Marco – Venezia
Modellino del tempio di Gerusalemme.
Il tempio con l’insieme delle sue liturgie e dei suoi complessi rituali è l’argomento di cui si parla di più all’interno della sacra scrittura. Gesù compie il messaggio contenuto in queste parole ed ora noi, innestati in lui e diventati sue membra, siamo, con il nostro corpo il nuovo ed autentico tempio di Dio.

Osserverà la mia parola

VI DOMENICA DI PASQUA
«L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» (San Girolamo). Non si tratta di una conoscenza meramente intellettuale, ma affettiva ed esistenziale: attraverso le parole delle sacre scritture la Parola che è Cristo prende dimora nel cuore del credente e si radica nella sua esistenza. Abitati dalla Trinità veniamo progressivamente trasfigurati, istruiti dallo Spirito Santo, maestro interiore, veniamo rappacificati e la nostra vita non è più guidata dalla paura (don Luca Vialetto).
Caravaggio “San Girolamo scrivente” 1605 – 1606, Galleria Borghese, Roma.
Grotte di san Girolamo
Adiacenti alla basilica della Natività di Betlemme troviamo una rete di grotte utilizzate come rifugi naturali. Qui San Girolamo si trasferì nel 384, e vi condusse una vita ascetica dedicandosi agli studi e alle traduzioni. A lui dobbiamo il testo della Vulgata, la traduzione della Bibbia in latino che come testo ufficiale delle scritture per secoli alimentò la vita della Chiesa (don Luca Vialetto).

Che vi amiate gli uni gli altri

V DOMENICA DI PASQUA
Il Cristo in trono con accanto, Pietro, Paolo, Luca … Sono i santi che pregano per noi, ma sono anche discepoli che hanno concretamente vissuto tra loro il comandamento dell’amore: nella cura e nella dedizione fedele di Luca per Paolo, o nella tensione di visioni diverse e poi ricomposte tra Pietro e Paolo, o ancora nel lungo cammino di riconciliazione tra Paolo e Marco … un amore forte, reale capace di superare le difficoltà ad immagine di quello del Maestro (don Luca Vialetto).
Mosaicisti Veneziani del XIII sec. “Cristo Pantocratore tra santi” Catino absidale della Basilica di San Paolo fuori le mura – Roma.
Stemma dell’ordine agostiniano
Lo stemma, segno di riconoscimento di ogni Ordine religioso, descrive l’idea che guida la comunità. Quello dell’Ordine degli Agostiniani è nato da una frase di Sant’Agostino: “Folgorato al cuore da Te mediante la tua Parola, Ti amai” (Confessioni X, 6, 8). Il libro, la freccia, il cuore fiammeggiante, Il libro è la Bibbia, che, come una freccia penetra il cuore di chi cerca il Signore e lo infiamma dell’amore di Dio (don Luca Vialetto).

Nessuno le strapperà dalla mia mano

IV DOMENICA DI PASQUA
La siringa (o flauto di Pan) appesa sul ramo è lo strumento musicale del pastore, la sua dolce melodia richiama la soavità della Parola di Gesù attraverso la quale Egli guida il suo gregge con la dolcezza di chi conosce e ama le sue pecore. La mano destra del pastore accarezza delicatamente il muso di una pecora in un gesto di affetto e accoglienza: la mano di Dio che ama e protegge dalla quale nessuno potrà mai strapparci (don Luca Vialetto) .
Emblema del Buon Pastore, IV-V sec. d.C., “Domus dei tappeti di pietra”, Ravenna
kriophoros pagano
L’immagine del Buon Pastore è la più comune delle rappresentazioni simboliche di Cristo che si trovano nell’arte paleocristiana, essa deriva direttamente dal kriophoros pagano (giovane che porta un agnello al collo) che è molto più antica. I primi artisti cristiani non hanno creato una forma d’arte nuova ma hanno attinto dall’arte del loro tempo dando un nuovo significato ad immagini e simboli, realizzando così una stupenda opera di inculturazione (don Luca Vialetto).

Sala del Capitolo del Seminario vescovile di Treviso dal 24 aprile al 31 maggio mostra: "Risorgerà più bella di prima"

Festival della libertà ritrovata

Nell’ambito del “Festival della libertà ritrovata”, organizzato da associazioni, istituti scolastici e culturali trevigiani per festeggiare la liberazione dal nazifascismo, avvenuta 80 anni fa, è visitabile dal 24 aprile al 31 maggio, presso la Sala del Capitolo del Seminario vescovile trevigiano, la mostra “Risorgerà più bella di prima. I bombardamenti, la solidarietà e la ricostruzione nelle fotografie e nelle carte degli istituti culturali diocesani“, a cura dell’Archivio storico della Diocesi di Treviso e della Biblioteca diocesana del Seminario vescovile.
Lunedì 5 maggio p.v. dalle ore 17 alle ore 18 si terrà una visita guidata alla mostra, presso la stessa Sala del Capitolo, Seminario vescovile di Treviso, piazzetta Benedetto XI n. 2.

Non mi trattenere

DOMENICA DI PASQUA
Non c’è sepolcro vuoto, non ci sono angeli né aureole o simboli di vittoria. Solo mani, sguardi, una vanga e un mantello rosso, un corpo quasi nudo e un paesaggio campestre. Ed è in questa natura trasfigurata che si inaugura un nuovo tempo. In esso la vita fiorisce e traccia il percorso della Bella Notizia che raggiunge di corsa i confini della terra. Ma tu non continuare a trattenermi, non cercare di stringermi, di racchiudermi nella tua testa e nel tuo cuore ma attraversa lo spazio dell’Assenza (don Luca Vialetto).
Tiziano Vecelio “Noli me Tangere”, 1514, National Gallery, Londra.
Edicola del Santo Sepolcro
L’Edicola – dal latino aedicula che vuol dire “tempietto” – è una piccola struttura eretta all’interno della Basilica del Santo Sepolcro che racchiude i resti di una grotta venerata già dal IV secolo come la tomba di Gesù. Dentro l’attuale edicola è conservato ciò che rimane del Santo Sepolcro dopo la distruzione da parte del califfo-imam fatimide Al-Hakim, avvenuta nel 1009 (don Luca Vialetto).

Tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo se ne tornava battendosi il petto

DOMENICA DELLE PALME
Le folle, quasi in una sorta di processione, ritornano verso Gerusalemme, ferite nel cuore dalla visione di Gesù, che nella passione, si è fatto “Spettacolo” al mondo. Iniziano così, allontanandosi dal Golgota, il loro cammino di conversione. Mentre il cielo, minacciosamente, comincia ad oscurarsi, e nel Calvario si allungano le ombre delle croci, ci chiediamo, contemplando questo Crocifisso che il pittore ci fa intuire ma non ci mostra, quale volto di Cristo incontreremo quest’anno.
Jean-Léon Gérôme “Gerusalemme” o anche “Consummatum est”, 1867, Musee d’Orsay, Parigi
Muletta o Cristo sull’asina (metà del XIII secolo) Verona, Chiesa di Santa Maria in Organo
La scultura lignea della “Muletta” era usata nella processione delle Palme segno concreto di quanto nei riti della Settimana Santa anamnesi e mimesi, memoria viva e rappresentazione, si intreccino e si fondano per stimolare nel fedele una partecipazione viva che ne coinvolga il corpo, la mente ed il cuore e vivere così una adesione sempre più piena al Mistero Pasquale di Cristo (don Luca Vialetto).