Archivi della categoria: Eventi arte e cultura

Fa udire i sordi e fa parlare i muti

XXIII domenica del tempo ordinario B
L’incontro con Dio avviene attraverso i sensi (soprattutto nella liturgia), gustiamo, ascoltiamo, vediamo … Dio, e trasforma i nostri sensi. L’Effatà pronunciato su ciascuno di noi, nel giorno del nostro battesimo, si rinnova continuamente, apre, cura e trasfigura lo sguardo, la parola, l’ascolto, rendendoli progressivamente sempre più simili a quelli dell’umanità del Cristo (don Luca Vialetto).
Keith Haring “See No Evil Hear No Evil Speak No Evil” 1989, litografia.
Stele di Baal proveniente da Ugarit – Museo del Louvre
Baal era la principale divinità delle popolazioni cananee, nella bibbia è l’idolo per antonomasia, il falso dio, capiamo così che i territori pagani, citati nel vangelo di questa domenica, danno alla guarigione del sordomuto una valenza di tipo simbolico che riguarda la relazione con Dio (don Luca Vialetto).

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

XXII domenica del tempo ordinario 
Due cuori di cui uno profondamente ferito, due vite di una stessa persona che fanno fatica a ritrovare unità. Quando ci illudiamo che il male sia solo fuori di noi e pensiamo di esorcizzarlo con semplici gesti, donaci Signore, la consapevolezza che la malvagità abita il nostro intimo ed insegnaci l’arte di purificare il cuore così da custodire con ogni cura il nostro cuore perché a sua volta sia il custode della luce delle cose (don Luca Vialetto).
Frida Kahlo, Le due Frida, 1939, Museo de Arte Moderno, Città del Messico

 

Vasi e suppellettili in pietra. 

Blocchi di pietra semilavorata provenienti da un raro laboratorio per la produzione di vasi in pietra calcarea, risalente all’epoca romana, ritrovato nella Bassa Galilea. Questo ritrovamento archeologico fornisce prove sul ruolo centrale della purezza rituale nella vita quotidiana degli ebrei al tempo di Gesù, Infatti, secondo le regole del tempo, i vasi di pietra non si contaminavano né diventavano impuri (don Luca Vialetto).


Io sono il pane vivo, disceso dal cielo

XIX domenica del tempo ordinario domenica 11 agosto 2024
Un pane spezzato e del vino versato, e attorno mani, si riconosce chi condivide, chi attende ed osserva, chi prega, chi tradisce, chi accusa e chi si difende, chi conta denari, chi ama e chi semplicemente mangia. Ma tutti condividono questo pane in cui Gesù non dice: prendete su di voi la mia sapienza, mangiate la mia santità, il sublime che è in me, ci offre invece invece la sua umanità, il suo modo di abitare la terra e di vivere le relazioni; lievito per le nostre vite (don Luca Vialetto).
Tommaso Pensa “Ultima Cena” 2016, collezione privata.
L’Italia dei Miracoli Eucaristici
Sono molti nel mondo i prodigi legati all’Eucaristia, solo in Italia se ne contano 22, segni dati in diversi tempi e luoghi che indicano una realtà che supera i nostri sensi e ci invitano a fermarci e riflettere per riconoscere l’unico vero prodigio: la presenza reale di Gesù che si dona a noi come cibo in ogni Eucaristia.

Io sono il pane della vita

XVIII domenica del tempo ordinario domenica 4 agosto 2024
Mosè versa il grano nel mulino, Paolo ne raccoglie la farina, la macina segnata dalla Croce è Cristo. Macinata, attraverso la passione di Gesù, l’esperienza della legge della prima alleanza, si trasforma nel dono della grazia della nuova. Come il grano per diventare farina e pane da mangiare deve essere macinato; così è necessario che Cristo sia crocifisso perché la sua carne e il suo sangue diventino cibo di eterna salvezza (don Luca Vialetto).
Capitello istoriato metà del sec. XII detto del “Mulino mistico”, basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay, Borgogna.
Sinagoga di Cafarnao
I resti della sinagoga, che i pellegrini vanno a Cafarnao visitano, sono del IV – V secolo D.C., ma ad un livello inferiore si trova il pavimento della sinagoga primitiva. In questo edificio il vangelo di Giovanni ambienta il discorso di Gesù sul Pane di Vita che ascolteremo in questa e nelle prossime domeniche.

Ma che cos’è questo per tanta gente?

XVII domenica del tempo ordinario domenica 28 luglio 2024
Solo l’ingenuità e l’audacia di un ragazzo potevano mettere davanti all’immensità della folla il nulla della propria insufficienza, ma senza i pani d’orzo della nostra inadeguatezza non può manifestarsi l’onnipotenza di Dio, e l’incontro, desiderato e atteso, tra l’immensa compassione del Cuore di Gesù e la profonda fame esistenziale dell’umanità di oggi rimane incompiuto (don Luca Vialetto).
Bernardo Strozzi “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” 1640, Museo Pushkin – Mosca
Tabgha: chiesa della moltiplicazione dei pani
I Vangeli raccontano che Gesù amava ritirarsi in un luogo solitario per pregare, incontrare la gente e insegnare. La tradizione ha identificato questo luogo con Tabgha, località situata sulla riva settentrionale del lago di Galilea: sotto l’altare della chiesa è custodita la roccia dove Gesù si sarebbe appoggiato e il celebre mosaico che ricorda questo miracolo (don Luca Vialetto).

Ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Un gregge in fila, una pecora dietro l’altra, procedono in attesa di un pastore che sappia condurle. Nel loro procedere insicuro, queste pecore, potrebbero cadere sotto la guida “dell’uomo forte” dal momento che conducendole anche le manipolerebbe. Lo sguardo compassionevole di Gesù saprà, invece, donare loro un altro pastore, che ne abbia cura, le istruisca e le fortifichi (don Luca Vialetto).
Giuseppe Pellizza da Volpedo “Lo specchio della vita (E ciò che l’una fa, e le altre fanno)” 1895-1898, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Torino.
La Divina Commedia come fonte di ispirazione.
Nel realizzare questo dipinto, Giuseppe Pellizza da Volpedo racconta di essersi ispirato ad un passo della Divina Commedia, precisamente Purgatorio canto III versi 79-84, nel quale dante descrive l’immagine delle anime che si avviano ad iniziare il loro percorso di purificazione. nell’immagine descritta da questi versi il pittore vede lo “specchio della vita” (titolo che dà all’opera)
«Come le pecorelle escon del chiuso
a una, a due, a tre, e l’altre stanno
timidette atterrando l’occhio e ’l muso;
e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,
addossandosi a lei, s’ella s’arresta,
semplici e quete, e lo ’mperché non sanno…»

Prese a mandarli a due a due

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

Il Vangelo, buona notizia e Parola di vita per il mondo, è affidato alla fragilità degli apostoli. Gesù li invia in coppia perché possano sostenersi l’un l’altro, insieme per custodire reciprocamente la verità dell’annuncio affinché possa essere sempre una parola che cura e guarisce e mai che ferisca o condanna, insieme perché la comunione che vivono tra loro sia già evangelizzazione (don Luca Vialetto).
Francesco Hayez “Gli apostoli Giacomo e Filippo in viaggio per le loro predicazioni” 1827, collezione privata – Torino.
Le reliquie dei SS. Filippo e Giacomo
Roma custodisce molte testimonianze dei primissimi tempi del cristianesimo che sono state raccolte lì da altri luoghi. Ad esempio nella “confessione” della basilica dei dodici Apostoli troviamo le reliquie dei SS. Filippo e Giacomo, traslate da Ierapoli e Gerusalemme nel VII secolo, riscoperte nuovamente nel 1873 e successivamente collocate nella disposizione attuale (don Luca Vialetto).

Non è costui il falegname?

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

Al temine di una giornata di lavoro, Gesù: già adulto ma ancora nella casa paterna; solleva le mani per la preghiera della sera. L’ombra, che la luce vespertina proietta su un asse di legno dove sono riposti gli attrezzi da falegname, preannuncia il mistero della croce. Maria volge lo sguardo verso quest’ombra presagio del destino del Figlio … lo stesso destino che le era stato annunciato dai doni de Magi: custoditi nella cassa che sta aprendo.
È troppo umano questo Dio, che si nasconde in una quotidianità di periferia, in una vita di lavoro, semplice e nascosta, ci scandalizza la sua eccessiva vicinanza. Eppure questa è la buona notizia del Vangelo: Dio si incarna, abita l’ordinarietà di ogni vita, assume l’imperfezione del mondo, quell’imperfezione che noi fatichiamo a comprendere, ma che Dio sceglie costantemente di abbracciare e di trasfigurare nella Pasqua (don Luca Vialetto).

William Holman Hunt “The Shadow of Death” 1873, Manchester Art Gallery.

La Chiesa di Giuseppe a Nazareth
La chiesa di San Giuseppe è stata costruita nel 1914 sulle rovine di una chiesa di epoca crociata. È probabile che il sito sia lo stesso della cosiddetta “chiesa della Nutrizione” citata da un pellegrino del VII sec. In questo luogo, secondo la tradizione, sorgeva la casa nella quale Gesù è stato “nutrito” e cresciuto, cioè presumibilmente la casa e il laboratorio artigianale di san Giuseppe (don Luca Vialetto).

Toccò il suo mantello

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

Una mano si allunga in una strada di passi, piegata sotto una folla anonima che stringe il Signore senza incontrarlo; desidera raggiungere il mantello di Gesù per toccarne il cuore, chiede guarigione per ottenere misericordia: Mistero di un incontro di salvezza dove solo una donna impura, e perciò intoccabile, in mezzo ad una folla di giusti entrerà in comunione con il Santo (don Luca Vialetto).
Daniel Cariola “L’emorroissa tocca l’orlo della veste di Gesù” 2017, Magdala, Chiesa “Duc in Altum”. (N.B. non si tratta di un dettaglio ma dell’intera immagine che copre l’abside della chiesa)
Le frange del mantello
Tra gli elementi che caratterizzano il vestiario tradizionale ebraico, ci sono dei fili annodati che spesso si notano pendere dalle vesti queste cordicelle, chiamate tzitzìt, hanno origine da un preciso comandamento biblico (Numeri 15:37-40) ed hanno lo scopo di riportare alla mente “tutti i precetti di Dio”, come una sorta di richiamo alla necessità di osservare le leggi divine.

Passiamo all’altra riva

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

La perizia degli apostoli, pescatori esperti nel solcare le acque, è vanificata dalla furia del lago e mentre essi sono costretti a combattere contro la loro più grande paura il Signore sembra, invece, dormire indifferente. Solo l’invocazione di salvezza, lasciata emergere dall’angoscia che abita nell’intimo questi uomini, sveglierà il Maestro e li condurrà verso lo squarcio di Luce che illumina le tenebre di questa tempesta (Don Luca Vialetto).
Rembrandt van Rijn “Cristo nella tempesta sul mare di Galilea” 1633, custodito nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston fino al suo furto, avvenuto il 18 marzo 1990.
Il lago di Galilea
Per il pellegrino che visita la Terra Santa il lago di Genezaret è forse il luogo che più lo riporta ai tempi di Gesù. Qui il Signore ha vissuto molta parte del suo ministero pubblico. Sulle sue sponde molti dei discepoli hanno vissuto l’esperienza di un incontro che cambia la vita. Il lago, per la sua posizione sotto il livello del mare e le sue alte sponde, è soggetto a fenomeni meteorologici improvvisi: le sue tempeste sono brevi ma violente (Don Luca Vialetto).