Giuseppe prese il corpo e lo depose nel suo sepolcro nuovo

Lo sguardo del giovane che sorregge il Cristo ci interroga, sembra rivolgerci le parole del libro delle Lamentazioni: ” Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore”. Contemplando le tue ferite, o Signore, quelle piaghe dalle quali siamo stati guariti, anche noi rivolgiamo a Te la stessa domanda: “Veramente Tu hai un dolore simile al nostro? Conosci il nostro patire?”. Sotto la tua croce deponiamo ogni nostra afflizione, certi di trovare salvezza (don Luca Vialetto).

Pontormo “Deposizione” 1526-1528, Cappella Capponi chiesa di Santa Felicita, Firenze

Reliquiario della Passione sec. XI museo diocesano Treviso

Calvino ironizzerà sulle reliquie della Croce e sulla loro massiccia presenza nelle nostre comunità: “Non basterebbe una foresta per produrle…” in realtà sappiamo che non è così e che potenzialmente sarebbero compatibili con una reale autenticità, ma non è questo il punto centrale. Queste reliquie, pur con un linguaggio e una sensibilità che non sono più i nostri, ci testimoniano la fede delle generazioni che ci hanno preceduto e il bisogno – loro come nostro – di avere un contatto esistenziale e non semplicemente intellettuale e formale con la Passione di Gesù (don Luca Vialetto).

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