Se muore, produce molto frutto

V DOMENICA QUARESIMA – ANNO B
«Quel quadro!», esclamò il principe, colpito da un’idea subitanea. «Osservando quel quadro c’è da perdere ogni fede». «E infatti si perde», confermò Rogožin. (dal romanzo “L’idiota” di Dostoevskij)… La rigidità dei muscoli, il pallore cadaverico del corpo e i lineamenti del volto, ancora contratti dalle sofferenze della croce, ci trasmettono tutta la tragicità della morte. Gesù deposto nella terra sperimenta veramente la morte, il suo corpo è seme destinato a produrre molto frutto, in lui l’enigma della morte diventa promessa di resurrezione (don Luca Vialetto).
Hans Holbein il Giovane “Corpo di Cristo morto nella tomba”, 1521, Kunstmuseum, Basilea.

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Iscrizione di Teodoto rivolta agli ebrei di lingua greca
L’iscrizione, ritenuta anteriore alla distruzione di Gerusalemme del 70, conferma la presenza di ebrei di lingua greca a Gerusalemme nel I secolo. L’iscrizione ricorda varie opere di Teodoto, tra le quali che edificò alloggi per coloro che arrivavano in città da altri luoghi. Probabilmente ci si riferisce agli alloggi usati dagli ebrei che giungevano a Gerusalemme da fuori città, in particolare in occasione delle feste annuali.