Archivio Tag: don Luca Vialetto

Presero una quantità enorme di pesci.

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V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dodici amorini pescatori (gli apostoli), con quattro barche (i Vangeli), su di un immenso mare nel quale nuota una sterminata quantità e varietà di pesci, simbolo di una missione chiamata ad abbracciare tutto il mondo nella sua vastità e diversità. “Mentre i pesci muoiono nel momento in cui sono catturati, gli uomini, invece, vengono chiamati perché vivano; coloro che sono pescati non vanno verso la morte, ma incontro alla vita” (Cromazio di Aquileia).
don Luca Vialetto
Mosaico pavimentale della basilica di Aquileia “ IV campata con storie di Giona (dettaglio)” 313-350 d.C.

Qual è il grande comandamento?

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Domenica 25 Ottobre 2020
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Ciò che fa grande il gesto di Enrico non è, tanto, il pane che dona, quanto, la sua vita trasformata da quel dono. Come Gesù, da lui contemplato ed amato, Enrico ha saputo spogliarsi, abbassarsi, per farsi simile ai poveri, oggetto della sua carità. Povero tra i poveri, privo di ogni potere, e diventato una viva immagine di Cristo: Unico autentico compimento della legge (don Luca Vialetto).
Ludovico Seitz “Il Beato Enrico da Bolzano” 1888, Cattedrale, Treviso

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo

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XII DOMENICA T.O. ANNO A
Come può essere trionfante chi ha perso perfino la sua stessa vita: guardato dalla prospettiva di Dio il mondo si trasforma, cambiano i significati, muta l’importanza delle cose, perciò l’angelo dal cielo porge la palma della vittoria a Teonisto e ai suoi compagni, rivestiti dei paramenti sacri, non perché viaggiassero in piviale e dalmatica al momento del loro martirio, ma perché per loro la liturgia si è riversata nella vita e con la loro esistenza celebrano l’autentico atto di culto (don Luca Vialetto).
Antonio Zanchi “Martirio dei santi Teonisto, Tabra e Tabrata” sec. XVII, Cattedrale – Treviso

Soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo”

PENTECOSTE – ANNO A
Al primo uomo, tratto dalla terra, Dio soffia nel corpo un alito di vita, nel cenacolo, il Risorto spira sulla sua Chiesa lo Spirito stesso della Vita. Il respiro di Cristo ci appartiene; un vento che entra nelle nostre gole e dilata i nostri polmoni, liberandoli dal peccato che soffoca l’esistenza, per donarci una vita sospinta dalla brezza del perdono (don Luca Vialetto).
“Cristo soffia lo Spirito Santo” sec. XIV, Cripta della Cattedrale – Treviso

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Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo

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ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO A

Seguendo un’antica tradizione di Gerusalemme, il pittore ci mostra, che mentre Gesù sale al cielo, l’impronta dei suoi piedi si imprime profondamente nella roccia. Orme che diventano un simbolo ed un invito: cercare le tracce del passaggio di Dio incise dentro l’esistenza degli uomini e nella storia del mondo e non pregare un Dio, astratto e disincarnato, fissando ingenuamente le nuvole (don Luca Vialetto).
Pietro Muttoni detto della Vecchia “Ascensione di Cristo” 1653, Chiesa di San Teonisto – Treviso

Il Padre vi darà un altro Paràclito

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VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO A
La mano del vescovo imposta sul capo del principe richiama il dono del Paràclito. Dono promesso da Gesù nel Vangelo, che si è già realizzato per noi nel Battesimo: da allora lo Spirito abita in noi stabilmente e ci custodisce nella comunione d’amore con il Padre. Tornando ad attingere a quella fonte di grazia, resi figli nel Figlio, non resteremo mai orfani (don Luca Vialetto).
Tomaso da Modena “Battesimo del principe d’Inghilterra” (dal ciclo con le storie di sant’Orsola) sec. XIV, Museo di Santa Caterina – Treviso

Chi ha visto me, ha visto il Padre

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V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A
La rappresentazione della Trinità che c’è in questa tela può apparire banale, o non sufficientemente ortodossa. Eppure, questo ingenuo ripetersi per tre volte dello stesso Gesù, ci ricorda che Lui è l’unica immagine autentica del Padre, e solo ascoltandolo e contemplandolo possiamo scacciare dal nostro cuore quel idolo, falso e pagano, che spesso rischiamo di confondere con il vero volto di Dio (don Luca Vialetto).
José López de los Ríos (maestro del Carabuco) “Incoronazione della Madonna santi Gioacchino e Anna” sec. XVII, Museo Diocesano – Treviso

Noli me tangere.

DOMENICA DI PASQUA – ANNO A

Giovanni 20:1-18

La tomba vuota

20 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10 I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

L’apparizione a Maria di Magdala

11 Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».16 Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». 18 Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

COMMENTO AL VANGELO (don Luca Vialetto)

 Quante volte Maddalena è tornata al sepolcro, in quell’alba di Pasqua: cercando un cadavere, interrogando uno sconosciuto, infine sentendo e trovando l’Amato. Ora però non lo può abbracciare, stringere, trattenere, ma deve andare a raccontare ai fratelli che il Signore della vita, era morto, ma ora vivo trionfa, mentre tutt’attorno, nel giardino, la natura fiorisce e risplende.
Scuola del Veronese “Noli me tangere” sec. XVI, chiesa di Santa Maria Maddalena, Treviso

Lascia lì il tuo dono davanti all’altare.

VI DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Abele, il primo giusto, presenta la sua offerta all’altare, che sarà gradita al Signore mentre quella di Caino segnerà l’inizio del conflitto tra gli uomini. Da allora la relazione con mio fratello rivelerà la verità della mia offerta, e molto più i discepoli del Regno, portatori di una giustizia più grande dove già il desiderio vale come l’atto e l’ira pesa quanto il delitto (don Luca Vialetto).
Wiligelmo “Caino e Abele offrono il sacrificio a Dio Padre”, inizi XII secolo, Modena, Duomo.