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2 giugno. Il Vescovo: “Oggi è la festa della nostra cittadinanza, dei legami che ci uniscono, legami di solidarietà, di inclusione e di pace”

“Vi porto oggi, festa della nostra Repubblica, il saluto mio e di tutta la comunità cristiana”: così il vescovo Michele Tomasi in piazza dei Signori questa mattina, durante le celebrazioni per il 2 giugno. La giornata era iniziata in piazza Vittoria, con l’alzabandiera, la deposizione delle corone d’alloro e gli onori ai caduti. E’ seguito lo sfilamento per il centro cittadino di una Unità interforze accompagnata dalla Banda Musicale “D. Visentin”.

All’arrivo in Piazza dei Signori, il suggestivo sfilamento di un drappo tricolore sulla Facciata di Palazzo dei Trecento a cura del personale del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco. Dopo la lettura del Messaggio del presidente della Repubblica, si sono susseguiti gli interventi delle istituzioni: dal sindaco di Treviso, Mario Conte, al presidente della Provincia, Stefano Marcon, al Prefetto, Angelo Sidoti. Al termine della cerimonia, il concerto della Banda musicale cittadina “D. Visentin” sotto la Loggia dei Trecento.

“Oggi è la festa della Repubblica, festa della nostra cittadinanza, dei legami che ci uniscono al di là di ogni differenza – ha ricordato il Vescovo nel suo intervento -, nell’impegno comune di tutti, indipendentemente dalla propria ispirazione religiosa, intellettuale, spirituale, per il bene di tutti, per il bene comune e il bene di ciascuno. Abbiamo iniziato questa giornata così intensa dando il saluto, il ricordo commosso e il nostro segno di gratitudine a coloro che sono caduti per donare a noi questo spazio di libertà, di convivenza, di inclusione e di pace. L’augurio che faccio a me e a tutti voi, a tutti noi insieme, è di poter essere degni di quell’impegno, di quel sacrificio, di riuscire a vivere con speranza, con impegno e con gioia il nostro essere insieme cittadinanza: cittadini insieme, che hanno ricevuto in dono la bellezza grande di questi legami di solidarietà, di inclusione e di pace e sono disposti a dare molto di sé perché tutto il mondo e questo nostro contesto possa essere strumento, modello e segno reale di collaborazione, di solidarietà e di pace. Grazie, e buona festa della Repubblica!”.