L’ultima giornata del Festival biblico a Treviso, domenica 20 giugno 2021, è iniziata all’auditorium di Ca’ dei Carraresi, nel pomeriggio, con l’incontro su “Abramo e i suoi figli”. “La categoria della fraternità ci convoca e ci sfida a essere capaci di ascolto, mettendoci dal punto di vista dell’altro, per vivere relazioni umane vere, sincere, costruttive di pace”: così il vescovo di Treviso Michele Tomasi ha introdotto il dialogo tra il rabbino capo di Venezia Rav Daniel Touitou, don Marco Settembrini, biblista, e Adnane Mokrani, docente alla Pontificia Università Gregoriana, collegato a distanza.
“Elevare la Parola con arte – La cantillazione nelle tre religioni abramitiche”, a seguire, all’auditorium Santa Croce con il coro Ethos Ensemble diretto da Michele Pozzobon. L’atto musicale per eccellenza, attraverso il quale nelle tre confessioni abramitiche viene innalzata la Parola sacra, è ciò che si definisce col termine “cantillazione”, una modalità di declamazione del testo che si pone a metà tra la recitazione parlata e il canto melodico vero e proprio.
“Settanta volte sette” racconta la vita di due famiglie i cui destini s’incrociano in una sera. Racconta del rimorso che consuma, della rabbia che divora, del dolore che lascia fermi, del tempo che sembra scorrere invano. Eppure, racconta anche la possibilità che il dolore inflitto e il dolore subito parlino una lingua comune, che l’empatia non sia solo un’iperbole astratta e che l’essere umano, che conosce il contagio del riso e del pianto, dietro la colpa possa ancora riconoscere l’uomo. Perché dentro la ferita, inferta e subita, esiste la possibilità di un incontro che apre a cammini nuovi.
Tutti esauriti i posti, con molte autorità civili e militari presenti. Tra il pubblico anche alcuni detenuti della Casa circondariale di Santa Bona, con il direttore della Casa.