I verbi della missione: partire, imparare, narrare

Si rinnova anche quest’anno il tradizionale incontro estivo del nostro Vescovo con i missionari e le missionarie originari delle parrocchie della diocesi di Treviso a casa per le vacanze. L’appuntamento è in Seminario vescovile, martedì 11 luglio a partire dalle ore 9. Di fronte ad un mondo in perenne cambiamento e movimento, dove è sempre più difficile capire dove stiamo andando e dove sta andando la Chiesa di Gesù, mi sembra importante riaffermare l’importanza della missione ad gentes, che rimane sempre il paradigma della missione della Chiesa, suo orizzonte e punto di riferimento. Desidero fare questa riflessione a partire da qualche verbo tipicamente missionario così come è stato e viene vissuto da tanti missionari e missionarie che sono partiti dalle nostre terre per andare verso altre parti del mondo.
Partire: il missionario è qualcuno che parte e quindi è qualcuno che lascia. La dinamica missionaria è una dinamica di movimento, di cammino. Si lascia ciò che si conosce per andare verso altri mondi e altre culture e popoli. Il missionario è esperto della partenza e forse ci aiuta a capire quanti oggi per i più svariati motivi sono costretti a lasciare la propria casa e la propria terra: basti pensare ai giovani che cercano lavoro in giro per il mondo e a quanti sono costretti ad emigrare a causa della guerra, della violenza e alla ricerca di un futuro migliore.
Imparare: il missionario ad gentes non termina la sua preparazione missionaria una volta arrivato a destinazione. Spesso deve imparare una nuova lingua, approcciarsi a una nuova cultura, conoscere un modo nuovo di essere Chiesa e di annunciare il Vangelo. Egli vive in sé la prima “inculturazione” per poter andare e incontrare realtà diverse da quelle che ha lasciato alle sue spalle. Questo passaggio è essenziale per non vivere la missione come un peso e accoglierla invece come un dono che viene fatto al missionario stesso. Quanti patrimoni di conoscenza, di saggezza e di novità nell’esperienza dei nostri missionari e missionarie che vanno riconosciuti e valorizzati.
Narrare: si parte e poi si torna. E tornando si narrano le meraviglie che Dio continua a realizzare nel mondo. E’ importante ascoltare quanto i missionari hanno da dirci e vedere il mondo anche attraverso i loro occhi e la loro riflessione. Spesso noi lasciamo narrare il mondo solo ad alcune fonti. Ma anche i missionari sono “competenti” di tante realtà. Sediamoci con loro, impariamo ad aprire il libro della missione. Però prendiamoci il nostro tempo anche per narrare a loro le nostre storie e le nostre realtà per poter vivere lo scambio di esperienze. Questo farà bene a noi e farà sicuramente del bene anche a loro.
Sollecito tutti i parroci e i gruppi missionari a farsi portavoce dell’invito del nostro Vescovo per l’incontro dell’11 luglio. Se conoscete missionari e missionarie originari delle vostre parrocchie che si trovano in Italia in questo periodo, comunicate loro la possibilità di questo incontro e fatecelo sapere telefonando al Centro missionario.

(don Silvano Perissinotto, direttore Cmd)