Care sorelle e cari fratelli,
in questo momento così tragico, in cui la guerra sta colpendo persone a voi care, le vostre famiglie, il vostro popolo, il vostro Paese, vogliamo dirvi la nostra disarmata vicinanza. I nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone, di fratelli e sorelle nella fede.
Come ha detto ieri papa Francesco, nel suo appello per l’Ucraina, «Dio è Dio della pace, e non della guerra, è Padre di tutti, non solo di qualcuno, ci vuole fratelli e non nemici». A lui chiediamo con forza insieme con voi: si fermi questa follìa di una guerra che ha già iniziato a fare vittime, e troppe ancora rischia di farne. Una guerra che già sta uccidendo la possibilità della pace, e di tutto il bene che nella pace può essere coltivato, e fatto crescere fino a portare frutto. Il bene che voi, con sacrificio e con amore, state cercando di costruire con tanto impegno in emigrazione per i vostri cari. Invitiamo tutte le comunità cristiane della nostra Diocesi ad unirsi nella preghiera in questi giorni e in particolare mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, con un digiuno che invoca pace, come ha chiesto papa Francesco. E questo sia solo un primo segno per una vicinanza che possa continuare nella solidarietà e nella preghiera.
Michele Tomasi
vescovo di Treviso