Nel giorno in cui le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – hanno lanciato la campagna di tesseramento 2022, domenica 16 gennaio, le associazioni provinciali di Treviso e di Venezia si sono ritrovate a Roncade per la celebrazione della messa presieduta dal vescovo di Treviso, Michele Tomasi, e delegato per la Pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale del Triveneto. Alla messa, animata dai due circoli Acli di Roncade, era presente anche il sindaco, Pieranna Zottarelli.
All’inizio della celebrazione il presidente provinciale di Treviso, Alessandro Pierobon, anche a nome del collega di Venezia, Paolo Grigolato, ha rinnovato l’impegno “per la promozione di una società più giusta che da quasi ottant’anni anima la nostra associazione e la rete di progetti e servizi ad essa collegata. Questo impegno riecheggia nel tema guida della campagna 2022, “Un posto per tutti”, e risuona quanto mai attuale in questo momento storico così particolare, in cui l’emergenza sanitaria si è saldata con un’emergenza economica e sociale. Un momento in cui, come laici cristiani, siamo chiamati ad operare per ritessere il tessuto delle nostre comunità, fatalmente indebolito e sfilacciato dalla pandemia”.
Un impegno particolarmente volto a “costruire una nuova qualità del lavoro e del vivere civile, nella convivenza e cooperazione fra culture ed etnie diverse, nella costruzione della pace, nella salvaguardia del creato. Nella convinzione che solo dando a tutti la possibilità di far valere appieno i propri diritti e di sviluppare integralmente la propria persona sia possibile migliorare la qualità della vita dei singoli e, di conseguenza, il benessere dell’intera comunità”.
Il Vescovo Tomasi nella sua omelia ha sottolineato la felice coincidenza della giornata del tesseramento delle Acli con la liturgia che presenta il brano che narra l’esordio dell’attività pubblica di Gesù nel Vangelo di Giovanni, l’episodio della trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana. Citando papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ha sottolineato che “il Papa ci insegna che il nostro stare assieme in società deve essere tutto toccato dall’annuncio del Vangelo, e che tutta la nostra vita, che è sempre in relazione con gli altri e con Dio, è chiamata a crescere e a fiorire, proprio nella prospettiva che viene dischiusa nelle nozze a Cana. Ecco la gioia dello stare insieme come persone accolte ed amate; la vita come convivio di relazioni, come partecipazione di tutti ad un banchetto di festa, di gioia; la bellezza di incontri in cui regni la reciprocità e la sovrabbondanza, l’eccedenza dell’amore, al di là di ogni calcolo, meschino o grandioso che sia: tutto questo è il senso profondo che dovrebbe avere per noi l’esistenza, la relazione, la vita. E non solamente per noi, ma per tutta l’umanità, per ogni uomo ed ogni donna, sempre e ovunque”. Ma questo rimane un sogno se non si è disposti all’impegno, al dono di sé senza riserve, quello che Maria ci insegna – ha ricordato il Vescovo -, provocando la reazione del Figlio e anche “affrettando” il cammino del Figlio verso la croce. Nell’impegno e nel dono di sé senza riserve sta, infatti, il fondamento di ogni impegno dei cristiani per il bene della società – ha sottolineato il Vescovo – il motivo forte di ogni partecipazione, il fine ultimo di ogni forma di cittadinanza attiva da parte dei cristiani.
In questa prospettiva, dunque, cresce “la speranza che muove le ACLI e tutti i suoi membri, e con loro tutta la comunità cristiana, a prendersi cura delle persone che lavorano, di quante sono alla ricerca di un lavoro o che vivono situazioni di crisi, e all’impegno a collocare questa responsabilità all’interno della più generale cura della terra, nostra casa comune, secondo l’insegnamento dell’enciclica Laudato Si’. Ecco il fondamento sicuro della promessa di giustizia che il Signore vuole compiere per noi con il nostro aiuto, il nostro impegno, il dono della nostra vita. La gioia piena può essere raggiunta solamente assieme, nelle relazioni interpersonali ma anche nelle strutture economiche, sociali e politiche. Il vino buono della gioia può essere consumato solamente da persone che siano riunite nella giustizia, che deve essere in primo luogo giustizia sociale – ha ricordato mons. Tomasi -. Non può esistere vera gioia di incontro in un mondo dominato dall’ingiustizia, dalla precarietà delle tutele, dall’insicurezza delle garanzie di vita, o fintantoché il lavoro non sia donato a tutti nella dignità”.
“Il Signore vuole donarci una vita dignitosa, buona e bella, da sperimentare tutti assieme, senza esclusione o distinzioni. Ci dona il vino buono, quello dell’Eucaristia e dell’amore reciproco, quello della condivisione dei beni e dell’impegno per una società giusta e vivibile. Accogliamo questo dono, accogliamolo insieme e, insieme, mettiamoci in cammino, anche se c’è da portare una croce e da sporcarsi le mani, e da cambiare magari stili di vita. Il principio – ha concluso il Vescovo – sono le nozze, a Cana, la meta è la Risurrezione e la vita, il premio, la vita in pienezza”.
Al termine della celebrazione, i presidenti provinciali hanno donato al Vescovo e al parroco di Roncade, don Marcello Miele, la tessera dell’associazione e due pubblicazioni.