E’ passato quasi un anno dal loro invio missionario, in cattedrale, da parte del vescovo Michele. E tra pochi giorni, finalmente, la nuova Fraternità delle Discepole del Vangelo in terra di Algeria si costituirà: le sorelle Silvia Massarotto e Pascale Barbut, infatti, venerdì 10 settembre partiranno per Algeri e raggiungeranno sorella Cristina Zaros, che vive lì da quattro mesi. Come si stanno preparando a questa nuova esperienza? “Mancano pochi giorni alla partenza – raccontano -. E’ ora di chiudere le valigie, dobbiamo scegliere cosa prendere e cosa lasciare, cominciamo a fare i conti con i necessari distacchi, ma ciò che prevale sono la gioia e la fiducia di fronte a una missione tanto attesa. A quasi un anno di distanza dalla data prevista per l’avvio della nostra fraternità ad Algeri, ecco arrivato il momento di partire anche per noi due. Potremo cosÏ finalmente raggiungere sorella Cristina che da maggio vive già nella capitale algerina. Con lei – aggiungono – in questi mesi abbiamo condiviso a distanza i primi passi della nostra presenza in questa terra, tanto cara a Charles de Foucauld; abbiamo gioito dell’accoglienza ricevuta e che ci aspetta, abbiamo intuito la vivacità della Chiesa algerina e potuto cogliere la bontà di relazioni semplici e cordiali con persone di altra cultura e religione. Ci sentiamo accompagnate e sostenute da tutte le sorelle: siamo noi che partiamo, ma insieme a noi c’è tutta la fraternità che in quest’anno, segnato da vicende di sofferenza e gioie grandi, ha continuato a credere nell’avvio di questa missione. Il Signore ha continuato a essere fedele a questa sua promessa, donandoci segni e ridestando il desiderio di missione, anche quando non si intravedevano spiragli di apertura di frontiere all’orizzonte e l’attesa diventava più impegnativa”. Uno di questi segni è la data del volo per l’Algeria. “Forse non a caso – spiegano Silvia e Pascale – il volo che ci porterà ad Algeri, dopo diversi rinvii, è previsto il 10 settembre. Proprio in quel giorno, 120 anni fa, Charles de Foucauld sbarcava ad Algeri per iniziare la sua esperienza in terra algerina. Vogliamo ringraziare tutta la nostra fraternità, insieme alla Chiesa di Treviso che ci invia in missione e alle tante persone che ci accompagnano con la preghiera e la vicinanza concreta in questo passaggio importante per noi e per il nostro Istituto”.
Dall’altra parte, nel grande Paese del Nord Africa, le aspetta suor Cristina, che in questi giorni sovrintende ai lavori di sistemazione della casa. “Sto aspettando dal 9 maggio l’arrivo di Silvia e Pascale qui ad Algeri – racconta al telefono -. Entrare in Algeria non è infatti scontato per noi missionari, ma il Signore ha voluto che, prima io, poi anche le mie sorelle, ricevessimo i visti necessari… nonostante questo tempo di pandemia che rende tutto più difficile. Lo abbiamo letto come un segno: questa fondazione è voluta e accompagnata dalla sua presenza provvidente. Ma il Signore abbonda sempre: anche due missionari del Pime, Maurizio Bezzi (di Bergamo) e Ottorino Zanatta, anche lui della diocesi di Treviso, di Povegliano, sbarcheranno in Algeria il 10 settembre. Un dono di grazia per questa chiesa, che li attende con gioia”.
Con quale spirito suor Cristina ha atteso l’arrivo delle sorelle in questi mesi? “Attenderle ha significato, anzitutto, custodire questo progetto missionario comunitario nella preghiera – racconta -, impegnarmi nella conoscenza della città e nella comprensione della cultura, stringere legami di amicizia e di collaborazione dentro la Chiesa di Algeria e con i tanti amici musulmani a cui siamo inviate. Da qualche giorno abito stabilmente nella casa che la diocesi ci ha affidato, dentro un quartiere popolare, poco lontano dal centro. Mi fa compagnia una collega di Caritas, Monia, algerina. Una squadra di operai sta mettendo a nuovo alcuni ambienti esterni che potremmo utilizzare per attività a servizio della gente del quartiere. Anche loro attendono le suore: Moussa, un commerciante nostro vicino, mi ha chiesto di far loro sapere che sono le benvenute, e che tutti sono felici di sapere che le suore sono tornate a Belcourt. Ringrazio il Signore perché la vita religiosa che ci ha preceduto in questa casa ha lasciato un segno profondo di Vangelo e di amicizia, costruendo fiducia e legami. Ora questo testimone passa a noi. Insieme lo raccogliamo con gioia e con il desiderio che il bene ricevuto e condiviso si moltiplichi e porti il suo frutto”.
(tratto da La Vita del popolo del 5 settembre 2021)