La comunità energetica diocesana si fa conoscere a tappeto e si allarga ad altre diocesi  

Incontri nelle parrocchie, pagine informative sui quotidiani locali, dépliant illustrativi, interventi in televisione: la campagna di sensibilizzazione sulla Comunità energetica della Diocesi di Treviso è a pieno regime. “E’ partita sotto il sole dell’estate, perché è solo di sole, energia pulita e sostenibile, che si alimenta la Cer”. Sergio Criveller, economo della Diocesi e presidente della Fondazione Diocesi Energy ets, fa così il punto sulla Comunità energetica diocesana nata pochi mesi fa che, non solo sta raccogliendo interesse e adesioni in diocesi, ma è pronta ad allargarsi oltre i confini.

“Abbiamo caricato in questi giorni nella piattaforma del Gestore dei servizi energetici, Gse, i primi impianti fotovoltaici – spiega Criveller -. La macchina, quindi, è partita. Ora è in atto una campagna di sensibilizzazione per raccogliere il maggior numero di manifestazioni di interesse sia di produttori che di consumatori. A settembre, oltre a riprendere le assemblee pubbliche nel territorio, arriveremo con un dépliant illustrativo in tutte le famiglie della Diocesi”.

La Diocesi di Treviso è stata protagonista con il progetto Cer alla Settimana sociale dei cattolici in Italia, tenutasi a inizio luglio a Trieste sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. La Comunità energetica della Diocesi ha avuto spazio in una tavola rotonda, ed era presente tra le buone pratiche in uno stand espositivo tra i più visitati.

La Comunità energetica – è stato ribadito in questi mesi – è una grande opportunità, per promuovere dal basso la transizione ecologica, è un’occasione di rafforzamento dei legami comunitari, di scelte concrete in direzione del bene comune, è uno strumento di partecipazione democratica al cambiamento. Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile, le comunità energetiche possono diventare anche uno strumento di creazione di reddito aggiuntivo a favore di famiglie e comunità locali, soprattutto di chi vive la fragilità energetica.

Da più parti viene riconosciuto alla Diocesi di Treviso di essere il punto di riferimento anche nazionale su questo tema, grazie alla scelta di costituire una Comunità energetica rinnovabile che copra tutto il territorio della Diocesi, coinvolgendo le 263 parrocchie, una Comunità di piccole comunità, tante quante sono in Diocesi le Cabine primarie.

“In questo cammino di coinvolgimento si è capito che è “piccola” anche la Diocesi – spiega Criveller -.Perché il progetto abbia un senso forte è necessaria la massima partecipazione. In ogni Cabina primaria l’obiettivo è quello di raggiungere almeno la produzione di 1 megawatt (mille kw). Abbiamo capito che gestire le dinamiche all’interno della Cabina primaria ha costi importanti, soprattutto legati alla tecnologia. A Trieste, di fronte a Vescovi e a molte persone interessate, abbiamo detto che forse è bene lavorare a una grande Cer per ogni area di mercato, ad esempio, per l’area del nord Italia, potrebbero essere: Triveneto, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta. Per questo, nei giorni scorsi siamo tornati dal Notaio e abbiamo cambiato lo statuto. Abbiamo tolto “Treviso” dal nome della Cer e stabilito la possibilità di attribuire la qualifica di socio fondatore ad altre Diocesi o Enti ecclesiastici indicati dalle Diocesi dell’Ambito territoriale di attività che chiedano di aderire alla Fondazione, nata a Treviso, ma che ora può diventare di tutti. Il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, vuole che questa idea, questo modo di lavorare, questo progetto e gli obiettivi siano condivisi con tutte le diocesi che ne fanno richiesta. E queste, aderendo, possono incidere sul governo e sul regolamento di ripartizione degli incentivi, in pratica su chi guida la macchina e su come vengono distribuiti i soldi. Senza contare che così possiamo abbattere i costi generali e di gestione tecnologica della Cer ed evitare la confusione ai confini delle Diocesi, in quanto la Cabina primaria non rispetta i confini geografici di parrocchie, comuni, regioni. E comunque gli incentivi maturati all’interno della Cabina primaria rimangono all’interno della stessa Cabina, perché vengono distribuiti a chi consuma (45%, + un ulteriore 12% in base Isee), e a chi produce”.

Con le ultime modifiche allo statuto, poi, sono state istituite le assemblee dei partecipanti alla Comunità energetica all’interno delle Cabine primarie: una promozione ulteriore della partecipazione dal basso, per essere parte, insieme, di un cambiamento vero.

 

Treviso, 26 luglio 2024

Fonte: comunicato stampa