La miopia dell’individualismo

Stiamo vivendo un tempo singolare che non è caratterizzato solo da alcuni cambiamenti. Siamo dentro ad un vero e proprio cambio epocale. Tutto ciò ci chiede di essere molto attenti e di saper discernere gli appelli che ci vengono dalle continue sollecitazioni della storia per fare delle scelte che sappiano valorizzare la dignità di uomo e sappiano dare sostanza ad una reale e significativa promozione della persona e del suo valore.

Per molto tempo siamo caduti nella trappola di credere che fosse possibile uno sviluppo infinito in un mondo finito. Ciò gradualmente ci ha portato ad una deriva che ci sta presentando un conto salato che nessuno vuole pagare e del quale nessuno vuole assumersi la responsabilità. Ci siamo illusi che assecondando le logiche del potere e dell’avere avremmo potuto assaporare in abbondanza giorni felici ed evitare stenti e fatiche. Strada facendo abbiamo lasciato che il virus dell’ipocrisia entrasse piano piano dentro le strutture e le relazioni fondamentali della nostra vita. Le bugie ci hanno inquinato e ci hanno portato a travisare la realtà, a ridurre la verità e la sua ricerca ad una questione individuale e comunque sempre relativa. Abbiamo smarrito l’orizzonte di senso che ci veniva dal perseguire il bene comune e abbiamo anteposto a tutto il bene individuale. Finché c’è stata la spinta propulsiva dello sviluppo, abbiamo assaporato i frutti ingannevoli di un benessere effimero. Poi tanto vuoto !!!

In tanti campi il progresso ha regalato all’uomo conquiste straordinarie, ma in alcune realtà, abbagliati dalle logiche del potere e dell’avere, ci siamo lasciati abbindolare e abbiamo tradito la verità dell’uomo, abbiamo lasciato in disparte la carta dei valori che è scritta nella coscienza di ciascuno. Abbiamo conquistato tanto e forse abbiamo perso tutto, abbiamo perso l’amore ed il fremito per la vita, per ogni vita. Abbiamo smarrito il senso della solidarietà e della comunione. I segni della solitudine, della tristezza, del malessere di vivere che scolpiscono il volto di molte persone non ci possono lasciare indifferenti. È necessario che ascoltiamo il grido di questa umanità, che sappiamo condividere le gioie e i dolori dell’uomo del nostro tempo. Con molta umiltà e semplicità dobbiamo ripartire da dove abbiamo smarrito la via, dobbiamo recuperare la sacralità della vita e la bellezza di riconoscerci unica famiglia umana fondata sulla pari dignità, sull’equità e sulla giustizia.

Le fatiche economiche accanto alle problematiche del nostro tempo ci schiacciano e ci portano a perdere la speranza. Credo sia importante che ciascuno sappia vivere un cammino di purificazione e di conversione. Siamo chiamati a saper stare e dimorare dentro ai cambiamenti e alle fatiche di oggi. È necessario che abbandoniamo la strategia deleteria di anestetizzare ogni difficoltà. Siamo una società drogata che si trova a muovere i passi sul pericoloso crinale di un individualismo indifferente che rischia di farci sprofondare nel baratro di una guerra tra poveri. Continuiamo a pompare la realtà con cifre false, con fughe virtuali, con prospettive illusorie fuggendo l’appello a lasciare che muoia in noi l’uomo vecchio e con lui tutti quegli aspetti di negatività che si sono accumulati in questi anni di deriva. È necessaria una cura disintossicante per riaffermare che la vita è un dono e non una proprietà privata, per declinare nelle scelte di vita la certezza che senza giustizia non c’è futuro per l’uomo. Si tratta di ritrovare il desiderio profondo della verità e della libertà.

Dinanzi alla nuova situazione economico – finanziaria mondiale, al fenomeno delle migrazioni, alla sofferenza e alla difficoltà di molte persone e famiglie, al malessere di vivere e alla solitudine che attanaglia il cuore di molte persone siamo chiamati tutti a maturare scelte di grande responsabilità e di autentica lungimiranza. Dinanzi a cambiamenti epocali è necessario che superiamo quella miopia che porta a rinchiuderci in noi stessi, che ci porta a credere che la cosa più importante sia salvare il proprio orticello. Non è così !!! Se non abbiamo la capacità di guardare più in profondità continueremo a sbattere il naso contro il muro della nostra autoreferenzialità, senza accorgerci che la nostra forza sta nella fiducia in noi stessi e negli altri. La miopia con la quale si sta affrontando il nuovo scenario economico e sociale a livello mondiale, compreso l’imponente fenomeno delle migrazioni, sta seminando scie di disperazione di morte. Come ricorda papa Francesco “non possiamo dormire tranquilli, finché l’ingiustizia e l’inequità saranno motivo di sofferenza anche per una sola persona”.

Assumiamoci la responsabilità del cambiamento, decliniamo in maniera concreta e seria l’appello a maturare nuovi stili di vita e a promuovere un modello di sviluppo sostenibile. Non abdichiamo alla libertà di pensare con la nostra testa e non lasciamo che la miopia ideologica e individualista, sbandierata da tante parti, ci faccia scivolare verso una esistenza mediocre e incagliata nei bassifondi del non senso e della sopravvivenza. Dinanzi alle difficoltà e ai problemi di oggi promuoviamo la cultura della solidarietà e del bene comune. Cominciamo, partendo dal nostro piccolo, prendendo consapevolezza che ogni situazione ci riguarda, che è affare nostro. Diamo corpo all’I care di don Lorenzo Milani per debellare l’epidemia dell’individualismo e costruire un mondo nuovo. Abbandoniamo la logica dei “muri” per abbracciare quella dei ponti … ponti di riconciliazione e di pace. Seminiamo a piene mani fiducia e speranza per l’oggi e anche per il domani, perché se lasciamo spazio a chi semina vento raccoglieremo solo tempesta. Il Signore ci doni l’intelletto e la sapienza per cogliere come chi ci spinge ad arroccarci sulla difensiva sta facendo del male alla nostra terra, si sta collocando fuori della storia e sta ponendo le basi per nuove e gravi difficoltà per l’uomo d’oggi e per le nuove generazioni di domani.

Il cammino di questa quaresima tocchi i nostri cuori e ci renda capaci di superare la miopia del piccolo orizzonte, delle rotte di piccolo cabotaggio per prendere in largo nel mare della speranza e della gioia.