La preghiera del Vescovo in cimitero: per i defunti e per quanti restano nel pianto

agenzia foto film treviso vescovo cimitero san lazzaro

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Una preghiera. Un Rosario meditando la morte in croce e la risurrezione di Cristo. L’affidamento al Padre di tutti coloro che ci hanno lasciato senza che i propri cari e la comunità tutta potesse accompagnarli con la preghiera e la vicinanza. L’invocazione allo Spirito perché porti consolazione a quanti restano nel pianto e nel dolore. Infine, la benedizione delle tombe. Sono questi i contenuti del gesto di pietà e di preghiera che il vescovo Michele Tomasi ha compiuto, come molti altri Vescovi, questa mattina al cimitero di Treviso, così come aveva chiesto di fare la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana il 19 marzo scorso.

Un gesto silenzioso, compiuto da solo. “Esprime la fragilità e la debolezza che sento in modo particolare di fronte al mistero della vita umana, all’interno del quale è iscritto anche il momento della morte – sottolinea il Vescovo -. È così per ogni vita, sempre, in questo tempo di prova in maniera particolare, in cui i gesti della pietà umana e cristiana ci vengono a mancare”.

“La preghiera nel nostro “venerdì della misericordia” voluto da papa Francesco e in comunione con lui è un segno della preghiera costante e corale di tutta la Diocesi, e di tutta la Chiesa italiana – aggiunge -. Quanto sono vere le parole dell’apostolo Paolo: “quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10). Siamo forti, perché sperimentiamo la misericordia di Dio che non ci lascia soli, la sua forza che ci sostiene, il suo amore che ci consola e ci rinnova. Siamo oggi in particolare comunione di fede e di preghiera con la Diocesi di Bergamo, tanto colpita da questo male; siamo in comunione con tutta la Chiesa, in tutto il mondo, in particolare con i più poveri tra i poveri”.

“Continuo – assicura mons. Tomasi – la preghiera al Signore Dio, per intercessione di Maria Santissima, perché ci aiuti, consoli il pianto di chi è nel lutto, accolga nella sua pace i fratelli e le sorelle defunti”.