Celebrazione della Passione del Signore – Venerdì Santo
“Il racconto della passione e morte di Gesù, che, come ben sappiamo, prosegue poi nei vangeli nel racconto della risurrezione, è il tesoro più prezioso che la comunità cristiana custodisce fin dall’inizio”: lo ha ricordato il vescovo Gardin venerdì santo, 14 aprile, durante la celebrazione della Passione del Signore in Cattedrale.
“Non è un caso che il racconto della passione occupi, in tutti quattro i vangeli, uno spazio assai ampio, che sembrerebbe quasi spropositato rispetto al resto dei vangeli – ha spiegato -. Ma non è difficile comprenderne il perché. La passione fu vista, fin dall’inizio, come il momento privilegiato della manifestazione dell’amore di Dio. Ascoltandola, comprendiamo come davvero Gesù, secondo le parole dell’evangelista Giovanni, «avendo amato i suoi, li amò fino alla fine».
“Fino alla fine”. Le ultime parole di Gesù, nel racconto di Giovanni che abbiamo appena ascoltato sono: «Tutto è compiuto» (Gv 19,30). Non significano semplicemente che la fine è giunta, ma che Gesù ha condotto fino al limite estremo il suo donarsi. Il Figlio di Dio non poteva compiere un gesto più pieno di amore di questo. Niente poteva rivelare maggiormente l’amore del Padre. La storia d’amore tra Dio e l’umanità raggiunge qui il suo vertice. E così nel racconto di Giovanni l’apparente fallimento della vita di Cristo diventa un momento glorioso. Perché, come ci verrà dato di comprendere nella veglia pasquale, in quella sua morte si attua la morte della morte. Per questo la Liturgia non ci fa vivere questa celebrazione come un lutto, ma come una serena, commossa, grata contemplazione dell’amore di Dio”.
In allegato l’omelia integrale