Dal 14 al 21 luglio, nella Casa di Spiritualità Santa Dorotea di Asolo, si sono svolti i lavori della Scuola nazionale per formatori all’evangelizzazione e alla catechesi, sostenuta dall’Ufficio Catechistico nazionale. E’ una scuola rivolta ai coordinatori di gruppi di catechisti in diocesi, a quanti sono impegnati nel cammino sinodale, ai catechisti, a chi desidera confrontarsi con nuovi modelli e proposte di annuncio. E’ una settimana che si ripete da più di 30 anni, prima a Susi, oggi tra le colline asolane; una scuola che anche in questa edizione ha contato quasi 70 iscritti, tra laici, religiosi, presbiteri, giunti da tutta Italia. Uomini e donne in cammino, che hanno scelto di condividere progetti, attività, percorsi di catechesi, tutti accomunati dal desiderio profondo di essere testimoni autentici, di una fede viva, attuale, vicina, credibile al mondo e nel mondo, frutto di un incontro personale e intimo con Cristo. Quanta ricchezza, quanta preziosa umanità! Sette giorni di studio, di riflessioni, di laboratori, di fratellanza, di festa, costruiti attorno a un grande tema, quest’anno dal titolo “Arazzo: nodi e intrecci nell’annuncio”.
Fin dalla prima sera, abbiamo intrecciato i fili delle nostre esperienze, simbolicamente ma anche concretamente, tra giochi e attività di tessitura, di parola e di ascolto, mescolando spaghi, nastri e cordoni colorati e di materiali diversi, ma unici negli intrecci, perché unico è l’individuo. Ci siamo immersi in proposte e racconti che, illuminati dai testi biblici, ci hanno aiutato a interpretare e a riconoscere nei nodi e nelle vicende personali e del mondo, disegni via via più complessi, ricchi di senso, perché creati direttamente da Dio, il vero, grande tessitore. “La vita è un arazzo che si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, tutti i fili servono” (I.Allende, e solo chi ha il coraggio di superare le proprie paure è capace di tessere davvero il filo della vita. Il Cristiano è per il farsi del mondo, filo in azione, che consapevolmente, con pazienza e cura, costruisce la sua trama, tra un ordito fatto di Provvidenza divina, ma persuaso dalla bellezza del capolavoro finale. Fili che si intrecciano, che diventano “strade”, piazze, incroci, capaci di sostenere, di connettere tempi e luoghi, facilitando incontri e relazioni, offrendo nuove possibilità di umanizzazione. Abbiamo girato per i vicoli di Asolo, siamo entrati in alcuni negozi…merceria, libreria, laboratorio tessile, abbiamo parlato con negozianti e artigiani appassionati, abbiamo fatto domande, ascoltato storie, perché è dall’esperienza concreta del territorio nel quale abitiamo che ci è chiesto di operare. Abbiamo compreso l’importanza di scoprire insieme il progetto che Dio ha riservato per ciascuno, perché noi siamo davvero il sogno di Dio e ci viene chiesto di coniugare il nostro quotidiano, fatto di strappi e cadute con lo sguardo fiducioso di chi sa, che se giri il groviglio caotico di fili dietro al tessuto, sul davanti, si crea un disegno prezioso… perché è così che sono fatti gli arazzi, no?! Ma bisogna mettersi in gioco, per permettere a Dio di agire nelle nostre vite! Un’intensa mattinata ha aperto il secondo giorno di formazione. E’ stato un momento particolarmente significativo, perché abbiamo avuto la possibilità di incontrare il prof. Romano Prodi, che per quasi tre ore ci ha accompagnato in un interessante percorso di riflessione ed approfondimento dal titolo: “Nel groviglio delle relazioni. So-stare nella realtà”.
Oggi, più che in passato, è necessario che impariamo a leggere gli intrecci del nostro tempo, spesso problematici e difficili; ci viene chiesto di coglierne i segni, le dinamiche, i nuovi interrogativi, le sfide ancora aperte. Il prof. Prodi, con tutta la saggezza e l’esperienza di uomo politico ma anche di fede, ci ha aiutati a entrare nella realtà che ci circonda, per comprendere sempre meglio la complessità del mondo, le sfumature, gli aspetti apparentemente secondari, ma spesso determinanti nelle scelte di potere. Con semplicità e chiarezza, ci ha fornito chiavi di lettura e punti di riferimento più adeguati, per interpretare le vicende tra Stati e Nazioni, caratterizzate da cambiamenti veloci, equilibri precari ed evidenti disuguaglianze economiche, sociali e di potere, che stanno determinando profonde trasformazioni sulla vita delle persone e dei Popoli e di cui non si possono prevedere completamente tutte le conseguenze. Prodi ha sottolineato più volte come i cambiamenti degli ultimi decenni stanno amplificato paure ed incertezze, rendendo le società più fragili, dipendenti, manipolabili nelle relazioni, negli accordi, nella capacità di dialogo e confronto. Toccando temi di grande attualità, dalle diverse guerre presenti, alle politiche di welfare attive nel mondo incapaci di garantire i diritti fondamentali agli individui, dal ruolo delle grandi potenze americane e cinesi, ai Paesi emergenti, che costringeranno un riassetto economico e sociale globale, è evidente che ciò di cui oggi abbiamo bisogno, è una interpretazione diversa della realtà, che tenga conto della pluralità – complessità-mutevolezza del mondo, insistendo sul grande valore dei giovani e sulla costruzione di una visione europea più forte, sistemica, più integrata e democratica, capace di superare le frammentarietà delle posizioni, raggiungendo una unità di intenti, scelte ed azioni, nel rispetto delle differenze, con percorsi di solidarietà e fratellanza. La formazione politica dovrebbe essere per questo, sempre collettiva, partecipata, in continuo dialogo, finalizzata alla costruzione di relazioni significative e non all’individualismo, che a tutti i livelli, innalza muri ed incomprensioni. Al termine dell’incontro, oltre che ai contenuti e alla profondità delle analisi, questo instancabile uomo di quasi 85 anni, ci ha trasmesso una grande umanità e ci ha affascinati con una passione, sincera ed autentica per i valori etici e morali, di solidarietà e giustizia, facendoci gustare una modalità di fare politica come la intendevano gli antichi greci, più come arte del dialogo e dell’incontro, che come affermazione di profitto e potere. La nostra settimana di formazione è continuata con altri momenti forti e significativi.
Ci siamo soffermati sul significato e sulle caratteristiche delle relazioni generative, sui metodi e modalità nuove ed efficaci di annuncio e catechesi, sul significato della festa, che non è solo divertimento, ma possibilità di inclusione e accoglienza, sul senso della libertà e della responsabilità, che come un aquilone, ci deve far volare e spingere verso l’alto, avendo sempre come filo conduttore la Parola, da cui ispirarsi, a cui rimanere saldamente legati, a cui approdare. Credo che gli ingredienti che hanno dato qualità al percorso, siano riassumibili nell’alto livello professionale ed umano dei membri dell’equipe organizzativa, che ci ha guidato, accompagnato e supportato nel cammino. A Padre Rinaldo Paganelli, Suor Giancarla Barbon, Vincenzo Giorgio, M.Teresa Stimamiglio Enza Annunziata, Vito Sardaro, Francesco Vanotti, Filippo Centrella, rivolgiamo il nostro profondo grazie, per aver scelto di intessere con noi fili pregiati, preziosi, che brilleranno a lungo nei nostri intrecci e nelle nostre comunità. Ancora, la diversità delle provenienze e dei ruoli dei partecipanti, ha garantito scambi, confronti e la crescita di possibili collaborazioni, soprattutto ci ha consegnato la certezza, di non essere soli all’interno di una Chiesa che deve continuare ad essere follemente innamorata di Dio e del suo annuncio di gioia per tutti. Infine, la consapevolezza di dover diventare Cristiani attenti, sempre “sul pezzo”, capaci di leggere i segni dei tempi, che come ci sollecita Gesù stesso, in Luca 12.54-59 “… Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete valutarlo?”. Nelle nostre pastorali, nei nostri uffici catechistici, nei nostri incontri in parrocchia, forse dovremmo tenere più conto di questa realtà nuova che esige, da parte di tutti, cambiamenti e il coraggio di percorrere strade nuove.
(Panaghia Facchinelli)