“Se Cristo è davvero risorto, ci viene donato uno «sguardo pasquale» che ci guida in modo nuovo per le strade della vita”: lo ha ricordato il vescovo Michele, nella messa del giorno di Pasqua, questa mattina, in cattedrale. Insieme a diversi sacerdoti, ha concelebrato con mons. Tomasi anche il vescovo emerito, mons. Paolo Magnani, che mons. Tomasi ha ringraziato per la sua presenza. Un saluto particolare, all’inizio della celebrazione, ha voluto rivolgerlo ai sacerdoti della Casa del clero, che questi giorni stanno vivendo un periodo di quarantena.
“Noi non siamo in grado di vedere la Risurrezione. Con la testimonianza apostolica però – sulla quale si basa tutta la nostra Chiesa e tutta, davvero tutta, la nostra fede – vediamo la tomba vuota e Gesù risorto”. A partire dal brano del Vangelo di Giovanni che narra della scoperta del sepolcro vuoto da parte di Maria di Magdala, e poi di Pietro e Giovanni, il vescovo ha riflettuto sulla novità assoluta della Risurrezione per i discepoli, che fanno esperienza della “presenza viva e vera del loro Maestro, del Gesù di sempre”, nei diversi incontri: con i suoi discepoli, con Maria di Magdala e l’altra Maria, con i discepoli di Emmaus, e poi con i discepoli nel cenacolo, con Tommaso la domenica successiva. Poi ancora con gli apostoli al lago di Galilea, e con loro sul monte.
“È il Crocifisso che essi incontrano, è il corpo glorioso del crocifisso che loro possono toccare. È Lui, ma in una forma che non riescono nemmeno a descrivere. È novità assoluta, ma che loro riconoscono come presenza viva e vera del loro Maestro, del Gesù di sempre. Hanno mangiato e bevuto con lui dopo la Risurrezione, lo hanno toccato. Il Risorto è reale, la risurrezione non è un’idea. Questo è il contenuto dell’annuncio, questo è quanto crediamo, il tutto della nostra fede. Con l’apostolo Paolo vogliamo ripetere anche noi: “se Cristo non è risorto, vana è la [nostra] fede” (1Cor 15, 17)”.
Una novità assoluta, la resurrezione, che tocca anche noi oggi. “Se Cristo è risorto, è avvenuto qualcosa che cambia la vita, la storia. Se posso credere che davvero Gesù è risorto dai morti, inizio finalmente a vedere la vita in una maniera radicalmente nuova – ha ricordato il Vescovo -. La vita non è più sotto il dominio della morte. La morte davvero non è la fine di tutto, ma è passaggio di vita in vita”.
La morte non è nei pensieri di Dio – ha ricordato mons. Tomasi -, se non come l’ultima avversaria che sarà pienamente annientata. “E non sono nei pensieri di Dio le tante morti che sperimentiamo, dolorose, sconvolgenti e scandalose. Ma mai vittoriose, mai portatrici di una parola definitiva e vincente. Nei pensieri di Dio c’è la vita, di coloro che passano questo momento duro, angoscioso, faticoso di prova. Se Cristo è davvero risorto, ci viene donato uno «sguardo pasquale» che ci guida in modo nuovo per le strade della vita. Non elimina le difficoltà, ma le mostra in una luce nuova. La verità del Risorto si mostra ma non si impone. Anche in questo nostro tempo difficile e smarrito. Si rivolge alla nostra libertà, e questa verità, una volta accolta, ci trasforma. Attraverso questa trasformazione possiamo vedere finalmente – anche se solamente in maniera imperfetta – il mondo così come esso è veramente (e non come ci si mostra, distorto dal peccato, allontanato dal sogno realissimo di Dio)”.
“La questione che questo giorno santissimo ci pone, dopo tutto, non è tanto la fede nella Risurrezione, ma piuttosto se quella fede ci faccia vivere vite tali che non avrebbero alcun senso se Gesù non fosse stato risuscitato dai morti. In che cosa viviamo da risorti con il Risorto? Che cosa manca ancora? Quanto amore e quanta forza di risurrezione aspettano di irrompere nella storia solamente attraverso la breccia della nostra risposta al saluto di pace del Risorto? Quale “speranza contro ogni speranza” (Rom 4,18) ci viene donata ed affidata come compito, oggi?”.
“Io credo alla verità dell’annuncio degli Apostoli – ha detto il Vescovo – e lo voglio annunciare: Gesù, il Cristo è veramente risorto. Lasciamoci toccare dal Risorto, vinciamo la paura. E cambiamo noi stessi per cambiare il mondo. Buona Pasqua”.
Al termine della celebrazione, trasmessa in diretta streaming, mons. Tomasi ha ringraziato i volontari e le volontarie che in tutta la diocesi fanno un prezioso servizio di accoglienza, e tutti coloro che puliscono le nostre chiese, le igienizzano dopo ogni celebrazione: “Senza di loro non potremmo ritrovarci”. Ha poi ringraziato anche il coro e l’interprete nella Lingua italiana dei segni, “che fa risuonare parole e canti ai fratelli e alle sorelle sordi che non possono sentire”. E proprio a loro il vescovo ha rivolto gli auguri di Pasqua utilizzando il linguaggio dei segni.