“Le creature del mondo sono portatrici di salvezza”: in occasione della 45ª Giornata nazionale per la Vita, anche quest’anno nella chiesa di San Francesco, a Treviso, si celebrerà la consueta Veglia diocesana, presieduta dal vescovo Michele, da diversi anni organizzata dall’Ufficio di Pastorale familiare in collaborazione con i Centri di Aiuto alla Vita della Diocesi di Treviso. Il tema scelto dai vescovi italiani per condurre la riflessione dell’edizione 2023 della Giornata sarà anche al centro del momento di preghiera, presieduto dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, venerdì 3 febbraio alle ore 20.30.
La lettera, pubblicata in dicembre, rappresenta una chiara e coraggiosa presa di distanza dal diffondersi di quella che i vescovi definiscono una “cultura di morte”, “una cosa seria”, un’emergenza educativa nella quale tanto nelle controversie fra Stati o nella gestione dei flussi migratori, quanto nelle dinamiche familiari che possono vedere contrasti accesi, malattia o gravidanze inattese, si è sempre più tentati dal tagliare con la spada quel nodo di problemi troppo difficili da sciogliere, preferendo la morte.
E’ una scelta consapevole del singolo, certo, ma la cui responsabilità ha radici profonde e lontane in un mondo che cambia e nel suo cambiare rischia di lasciare indietro gli ultimi, instillando l’idea che non sia tanto la persona a venire prima, con le sue straordinarie contraddizioni e meraviglie, difficoltà e successi, ma l’individuo, troppo ingombrante nella tutela del proprio spazio vitale perché, dinanzi a tanto “io” resti spazio per riconoscere il valore delle vite degli altri o persino della propria, quando le certezze vacillano.
La Veglia di quest’anno riprenderà le situazioni prese in esame dalla lettera dei vescovi italiani, sia quelle riguardanti le relazioni con se stessi e con gli altri, sia quelle che offrono uno sguardo sul mondo per ribadire che una “cultura della vita” è possibile, che in Cristo risorto siamo chiamati ad essere generativi, a essere noi stessi buona notizia per chi intreccia la propria storia con la nostra. A scelte dettate dalla disperazione, dal panico, dalla rassegnazione, da egoismi che, il Messaggio della Cei vi si sofferma con attenzione, non è detto si rivelino risolutive dei problemi di fondo che le hanno cagionate (e si tratta di scelte irreversibili e portatrici di dolore), si contrappone l’innata capacità dell’uomo di fare il bene, il Vangelo della speranza e l’affidarsi “all’azione misteriosa e vivificante dello Spirito”.
Sarà una veglia di preghiera, a ribadire, anno dopo anno, il valore del ritrovarsi affidando anzitutto al Signore cose più grandi di noi ma per le quali chiediamo la forza di essere una testimonianza di vita secondo uno stile diverso, nel nostro piccolo o insieme, nella preziosità di quel volontariato che è gratuità per i fratelli. Sarà una veglia per celebrare la vita, perché “La morte non è mai una soluzione”. (Davide Bellacicco, Uniti per la Vita)
Articolo tratto dalla Vita del popolo del 29 gennaio 2023