Era proprio bella la chiesa Immacolata del Seminario nella festa di San Giuseppe, gremita di persone di ogni età: adulti, anziani, coppie con figli in passeggino e davvero molti giovani. Erano famigliari, amici, parrocchiani dei quattro giovani, studenti del nostro Seminario, che mons. Tomasi ha istituito accoliti e lettori durante la celebrazione eucaristica.
Ma in tanti si erano raccolti già mezz’ora prima, per pregare insieme i Vespri, durante i quali c’è stato il rito di ammissione tra i candidati all’Ordine sacro di Sebastiano Schiavon, anch’egli seminarista, originario della parrocchia di San Biagio di Callalta. Un primo passo, all’interno di un cammino di formazione e discernimento, quello di Sebastiano, “una disponibilità che la Chiesa accoglie e che, se diventerà risposta alla chiamata del Signore, sarà un dono grande a Lui e alla Chiesa”, ha detto il Vescovo, che gli ha affidato due delle caratteristiche di san Giuseppe che vengono cantate nell’inno “Patris corde”, ispirato alla Lettera apostolica di papa Francesco: “parola silenziosa e illuminante”, e poi “speranza creativa, Padre dal coraggio vivo”. “Di Giuseppe non ci sono state tramandate parole, ma la sua vita è stata una piena realizzazione della Parola di Dio – ha ricordato mons. Tomasi -, nella fedeltà e nella capacità di custodire il sogno. Una Parola che illumina, che apre spazi di libertà e bellezza. Abbiamo anche bisogno della speranza, che è la fede nel Signore che illumina possibilità di futuro, e di una speranza creativa che insegua i sogni, oltre che di un coraggio che è capacità di affrontare la vita da adulto, perché – ha concluso rivolto a Sebastiano – il Signore si fida di te. E San Giuseppe ci viene dato come meta: conviene puntare in alto!”.
Numerosi, durante la messa con l’istituzione dei ministeri di lettore e accolito, i sacerdoti concelebranti insieme al Vescovo: dai responsabili ed educatori del Seminario ai giovani preti che fino a pochi anni fa hanno camminato insieme ai quattro giovani, ai parroci delle parrocchie di origine e di servizio. Riccardo Perizzolo, di Castelcucco e Claudio Pistolato, di Cappella di Scorzè, sono stati istituiti lettori, mentre Maurizio Castellan, di Onigo, e Francesco Tesser, di Marcon, sono stati istituiti accoliti. Giovani già in cammino verso il presbiterato. I ministeri conferiti, però, non rappresentano tanto due tappe, ma due momenti significativi in sé, ha spiegato mons. Tomasi nell’omelia, perché questi rimangono, segno della fedeltà a un modo di Dio di essere presente nella storia, che è eterna, non a tempo.
Ai nuovi lettori il Vescovo ha ricordato che porteranno la Scrittura nella loro vita e aiuteranno la comunità dei fedeli ad amarla, “ma voi stessi accettate di farvi portare e abbracciare dalla Parola di Dio”. Una Parola che diventa carne in Gesù Cristo, che ci viene presentato nei suoi sacramenti, in particolare nell’Eucaristia: “Vi avvicinate a questo servizio – ha detto il Vescovo, rivolto ai neo accoliti -, a preparare la mensa e a portare Gesù Eucaristia alle persone, anche ai malati e agli anziani. Siamo Chiesa perché nasciamo dall’altare, dalla Parola e dall’Eucaristia. Crediamo che il Signore risorto cammina con noi, che è Parola e cibo per noi, fondamento di gioia e coraggio”.
Per tutti, al termine, un momento di festa nel chiostro del Seminario, preparato dalla comunità del Seminario e dai volontari.
Servizio fotografico di Gianmarco Mason